Acqua di un fiume con schiuma; concept: inquinamento, pesticidi
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Nel 52,4% dei casi vengono superati i limiti massimi stabiliti

A livello mondiale, l’agricoltura occupa circa il 40% della superficie terrestre e le previsione indicano un’intensificazione della produzione agricola. Tuttavia per il 90% circa delle aree ad alta intensità agricola non esistono ricerche scientifiche sull’esposizione delle acque superficiali agli insetticidi. Non solo, le analisi su 11.300 concentrazioni di 28 insetticidi, autorizzati negli Usa o nell’Ue, indicano che nel 52,4% dei casi vengono superati i limiti massimi.

È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui due ricercatori dell’Istituto di Scienze ambientali dell’Università tedesca di Koblenz-Landau hanno condotto una meta-analisi di 838 studi, relativi a 2.500 siti, distribuiti in 73 Paesi. Per la prima volta è stata valutata su scala globale l’esposizione delle acque di superficie ai prodotti chimici particolarmente tossici utilizzati in agricoltura. Dallo studio emerge la necessità di migliorare in tutto il mondo le normative in merito ai pesticidi e alla loro applicazione, e di sviluppare la ricerca sugli effetti dei prodotti chimici in condizioni reali.

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Per il 90% delle aree agricole non esistono ricerche sull’esposizione delle acque agli insetticidi

I ricercatori dell’Università tedesca sottolineano come sia difficile rilevare le concentrazioni di insetticidi nelle acque superficiali, dato che la contaminazione  riguarda solo pochi giorni all’anno. Tuttavia, i picchi di concentrazione sono fortemente tossici, anche se durano poco, e ripetendosi ogni anno determinano effetti negativi persistenti. C’è poi l’effetto cocktail: nell’80% dei campioni analizzati è stata rilevata la presenza di più composti antiparassitari, sino ad alcune decine, con effetti potenzialmente negativi  maggiori rispetto a quelli determinati da una sola sostanza. Nonostante ciò,  le procedure di valutazione del rischio delle autorità di regolamentazione riguardano solo i singoli composti.

Per far fronte alle minacce alla biodiversità dei bacini d’acqua dolce, gli autori dello studio indicano la necessita di utilizzare nuovi pesticidi meno tossici, di procedure per concedere autorizzazioni più severe, di un maggiore rispetto delle norme d’uso  da parte degli agricoltori, ma anche di una riconversione dell’agricoltura verso il mondo del biologico.

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vittorio
vittorio
5 Febbraio 2016 14:43

Gli Insetti esistono sulla terra da almeno mezzo miliardo di anni, ben prima della comparsa dei dinosauri; resistenti all’atmosfera di allora, scarsa di ossigeno, ricca invece di anidride carbonica e di altri gas letali, con la loro esistenza e con la loro opera instancabile e miglioratrice hanno creato le condizioni favorevoli per la venuta dell’uomo sulla terra. Anziché ringraziare i nostri fratelli maggiori, stiamo tentando di sterminarli con miliardi di tonnellate di insetticidi; ma costoro, diversamente da noi, sono abituati ai veleni; ed i veleni usati contro di essi, alla fine si ritorceranno contro di noi, con il risultato di cancellare solo noi dalla faccia della terra; e gli insetti erediteranno la terra !

alessandra
alessandra
6 Febbraio 2016 18:13

non capisco come possiamo continuare ad avvelenare i prodotti della terra e la stessa terra solo per produrre prodotti apparentemente più belli, piano piano stiamo distruggendo il ns pianeta

Roberto La Pira
Reply to  alessandra
6 Febbraio 2016 20:00

Gli insetticidi però non servono solo a rendere la frutta più bella, ciò non toglie che l’esagerato utilizzo sia un problema serio