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bere alcolNegare, distorcere e distrarre: così si getta efficacemente fumo su ciò che i dati dimostrano senza possibilità di errore, e si continua a vendere, fin quando si riesce. Così hanno insegnato a fare le multinazionali del tabacco. Così hanno fatto fino a pochissimo tempo fa quelle delle bevande zuccherate. E così – è quanto emerge da un’accurata indagine appena pubblicata su Drug and Alcohol dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine e da quelli del Karolinska Institute di Stoccolma guidati da Mark Petticrew, stanno facendo quelle di alcolici, nell’affannoso tentativo di tenere alte le vendite (in leggera diminuzione da alcuni anni), a discapito dei rischi per la salute.

L’alcol è sempre – a qualunque dose – associato a un aumento del rischio di molti tumori, compresi quelli delle vie digestive superiori, quelli della mammella, del fegato, del colon, del retto, del pancreas e altri ancora: lo ha detto senza ambiguità l’OMS attraverso l’International Agency for the Research on Cancer (IARC) di Lione, che lo ha posto nella stessa categoria del tabacco, e lo dicono tutte le autorità sanitarie mondiali, invitando, se proprio non se ne può fare a meno, a consumarne non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne e due per gli uomini.

Eppure molti siti e associazioni, sempre sponsorizzati da aziende ma in teoria nati con l’unica finalità di promuovere un consumo consapevole e in generale di invitare tutti a un corretto stile di vita, in inglese chiamate SAPRO da Social Aspects and Public Relations Organizations, mettono appunto in pratica strategie chiaramente imperniate sulla distorsione, l’omissione, la negazione dei rischi. Petticrew è andato a vedere che cosa c’era scritto nelle campagne di 27 SAPRO di tutto il mondo, dall’Australia al Sud Africa, dall’Irlanda agli Stati Uniti, dal Canada all’Europa e ha monitorato i messaggi dei loro siti per tre mesi, tra il settembre e il dicembre del 2016, e ha scoperto così che 20 di loro contenevano informazioni sbagliate, con una speciale opera di distrazione di massa nei confronti del cancro al seno, probabilmente motivata – secondo lui – dal fatto che le aziende puntano a promuovere il consumo soprattutto tra le donne, tradizionalmente meno abituate a bere.

alcol
L’alcol, secondo le ultime statistiche, è responsabile del 4% di tutti i tumori diagnosticati ogni anno in Gran Bretagna

E per fare capire meglio di che cosa si tratta, ha fatto molti esempi delle tre facce della strategia. Per esempio, per quanto riguarda la negazione, l’International Alliance for Responsible Drinking IARD, che riunisce produttori di tutto il mondo, scrive: “studi recenti dimostrano che bere poco non è associato in modo significativo a un aumento di rischio di cancro negli uomini né nelle donne“. Falso. Ed Educ’alcol Quebec scrive: “alcuni studi mostrano un nesso tra alcol e cancro al seno in donne in pre e in post menopausa. In ogni caso non è stato dimostrato un nesso causale tra un moderato consumo e il cancro al seno“. Falso.

Anche distorcere piace molto alle SAPRO. Come? Per esempio come fa l’australiana Drinkwise, che scrive “il rischio di cancro associato all’alcol è limitato a specifiche tipologie di bevitori, che consumano molto alcol per lunghi periodi“. Falso. O come fa la britannica SABMiller, affermando che il meccanismo attraverso cui “il consumo di alcol facilita l’insorgenza del cancro al seno non è del tutto noto…è oggetto di moti studi“. Parziale, e falso. E, ancora, va bene anche distrarre, per esempio mettendo in luce altri aspetti, come fa ancora Drinkwise, sottolineando che “non tutti i forti bevitori si ammalano di cancro e il cancro ha molti fattori di rischio quali i geni, la storia familiare, l’età, i fattori ambientali e le variabili nello stile di vita“, o lo IARD, che scrive che “l’alcol è stato indicato dallo IARC come fattore di rischio come altre mille sostanze compresi solventi chimici, alcuni farmaci, le infezioni virali, i raggi solari e le carni lavorate“.

Secondo il Cancer Research UK l’alcol causerà 135.000 decessi nei prossimi vent’anni (circa 7.100 all’anno)

Il fatto più eticamente discutibile, commenta Petticrew, è che quasi tutte queste SAPRO abbiano l’appoggio esplicito di istituti ed enti di salute pubblica. Anche se questi ultimi sono di certo mossi dalle migliori intenzioni – sottolinea, forse con una certa ironia – sarebbe opportuno che ritirassero ogni forma di adesione o sostegno a queste organizzazioni, almeno fino a quando esse non cambieranno del tutto strategia comunicativa e forniranno solo informazioni corrette, non parziali e vere. L’alcol, secondo le ultime statistiche, è responsabile del 4% di tutti i tumori diagnosticati ogni anno in Gran Bretagna e secondo Cancer Research UK causerà 135.000 decessi nei prossimi vent’anni (circa 7.100 all’anno).

Infine, l’esperto di augura che lo stesso lavoro che lui e il suo gruppo stanno facendo nei confronti del rischio oncologico sia svolto da altri per quanto riguarda i legami tra alcol e malattie cardiovascolari e altre patologie la cui insorgenza è favorita dal consumo di bevande alcoliche.

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Costante
Costante
20 Settembre 2017 15:32

Bisognerebbe scavare fra i dati citati che andrebbero splittati fra i tipi di consumo: in Inghilterra alcool è sinonimo di ” bicchieri di Wisky” , bevuti da soli, non sempre appena allungati da un po’ di ghiaccio.
Ma un bicchiere anche abbondante di Cabernet franc o di Barolo, o di Sangiovese/Chianti accompagnato ad un buon pasto , o un Traminer con un piatto di pesce, sempre senza esagerare, sono un’altra cosa, anche dal punto di vista sanitario…!!! ???

Valeria Nardi
Reply to  Costante
21 Settembre 2017 10:00

Questi studi ovviamente non paragonano un bicchiere in base al volume, ma utilizzano le Unità alcoliche: http://www.epicentro.iss.it/passi/indicatori/alcol.asp
il tema era stato già affrontato qui: http://www.ilfattoalimentare.it/vino-alcol-benefici-uk.html