Lo strano caso di uno studio a favore dello zucchero, finanziato dall’industria. Pubblicato da un’importante rivista medica, che in un editoriale lo demolisce
Lo strano caso di uno studio a favore dello zucchero, finanziato dall’industria. Pubblicato da un’importante rivista medica, che in un editoriale lo demolisce
Beniamino Bonardi 26 Dicembre 2016Un’importante rivista medica, The Annals of Internal Medicine, ha pubblicato uno studio che critica duramente il consiglio a consumare meno zucchero, che viene rivolto a livello mondiale, affermando che si basa su prove deboli e non è affidabile. Lo studio ha sollevato aspre critiche, perché è stato finanziato dall’International Life Science Institute (ILSI), che a sua volta è finanziato da grandi industrie alimentari e agrochimiche come Coca-Cola, General Mills, Hershey’s, Kellogg’s, Kraft Foods e Monsanto. Inoltre, due degli autori sono consulenti dell’ILSI e uno di loro è membro del comitato scientifico di Tata & Lyle, compagnia britannica che opera nel campo dello zucchero.
Tutti questi aspetti finanziari e fonte di conflitti d’interezze sono dichiarati nella pubblicazione dello studio. Ci sono, però, due cose difficilmente comprensibili, come evidenzia sul suo blog Marion Nestle, nutrizionista dell’Università di New York. La prima stranezza è che una rivista medica prestigiosa come The Annals of Internal Medicine abbia deciso di pubblicare uno studio i consigli delle linee guida dietetiche di tutto il mondo, a partire dall’Organizzazione mondiale della sanità, a ridurre il consumo di zucchero, definendoli scientificamente non fondati.
La seconda stranezza è che la rivista accompagni la pubblicazione dello studio con quella di un editoriale, che demolisce tutte le argomentazioni dello studio stesso e l’affidabilità degli studi sullo zucchero finanziati da soggetti commerciali con interessi commerciali sui risultati di tali studi. L’editoriale si conclude con un’avvertenza rivolta ai decisori politici che, “quando si trovano di fronte ad affermazioni secondo cui le linee guida sullo zucchero si basano su «scienza spazzatura», dovrebbero considerare se la fonte non sia il «cibo spazzatura»”.
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Perchè, cos’altro può stupire ancora? Anche se passata praticamente sotto silenzio (chissà come mai…) la storia dei loro precedenti è epica. Consiglio la lettura:
Sugar Industry and Coronary Heart Disease Research: A Historical Analysis of Internal Industry Documents
http://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2548255
E’ la dimostrazione lampante che il primo fattore da considerare per valutare l’affidabilità di una ricerca è verificare chi l’ha finaziata!