Nel marzo 1986, una donna milanese si sente male durante la cena, dopo aver bevuto un bicchiere di vino rosso. È così che ha inizio il più grande scandalo alimentare che abbia mai travolto il nostro Paese, quello del vino al metanolo. Ora la vicenda è al centro del podcast Metanolo, un Originale Spotify narrato da Giulia Delogu e prodotto da Will Media e Boats Sounds, che racconta la storia di una gigantesca truffa agroalimentare, che ha finito per causare 19 morti, centinaia di intossicati, e che ha quasi distrutto il settore vinicolo italiano, finendo per trasformarlo radicalmente.
Negli anni ’80, il panorama vinicolo italiano era molto diverso da quello attuale: l’Italia è soprattutto un grande produttore, consumatore ed esportatore di economico vino da tavola. È in questo contesto che si sviluppa la truffa: per ‘aggiustare’ la gradazione alcolica dei vini, alcuni produttori aggiungono metanolo, che pur essendo molto simile all’etanolo presente in tutte le bevande alcoliche, è estremamente tossico già a basse concentrazioni e può rivelarsi letale. Circostanza che si è verificata quando un’azienda piemontese ha aggiunto quantità eccessive di metanolo a una partita di vino.
Nel corso delle otto puntate del podcast, con interviste ad alcuni protagonisti della vicenda e interventi di esperti, si ricostruiscono prima le indagini mediche, che hanno portato alla scoperta di un numero crescente di casi intossicazione da metanolo nel milanese, e quelle giudiziarie poi, coordinate dall’allora dal Sostituto Procuratore di Milano Alberto Nobili, fino ad arrivare a come lo scandalo abbia contribuito a trasformare radicalmente il settore vitivinicolo italiano e il modo in cui gli italiani consumano il vino.
© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, Spotify
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Podcast molto interessante e ben fatto. Essendo del 1976, la vicenda l’ho vissuta di riflesso ai tempi dell’accadimento dei fatti, in seguito ho avuto modo di prenderne più coscienza grazie ai miei studi che mi hanno portato a diventare Tecnologo Alimentare.
Ascoltare il podcast però mi ha arricchito la conoscenza di dettagli che purtroppo, svolgendo la professione, talvolta si possono ancora ritrovare nella realtà quotidiana, nonostante la legislazione sia ormai più evoluta e più attenta alle sofisticazioni, sempre realizzate in nome del Dio Denaro.
Mi auguro che il lavoro di tutti noi, tecnologi alimentari, organi di vigilanza e cittadini tutti, possa sempre più essere coeso e possa portare allo scoperto queste azioni, e che possa essere sempre più applicato il concetto di sicurezza alimentare.
una storia che ha inorridito l’Italia per la superficialità criminale con la quale, all’epoca dei fatti, è stata data pubblicità alla abrogazione del trattamento fiscale del metanolo che prevedeva la tassazione con la più elevata delle aliquote di imposta di fabbricazione (ora accisa) e consentendo a questo prodotto (letale anche a bassissime concentrazioni) di essere immesso al consumo senza alcun controllo. Solo successivamente, grazie al nobile impegno del Prof. Giorgio Nebbia, allora Senatore della Repubblica Italiana) il metanolo è stato attratto in una stringente normativa che disciplina sia la produzione, che il suo trasporto e il suo utilizzo.