Conservare gli alimenti durante il periodo più caldo dell’anno può essere una vera sfida. Bisogna mettere la frutta in frigorifero? Si possono lasciare le uova fuori? Come e dove riporre l’arrosto servito a cena e ancora caldo, per preservare il sapore ed evitare spiacevoli contaminazioni? Ecco i consigli per conservare bene i prodotti alimentari, senza rischi di intossicazione.
Con l’arrivo delle ondate di caldo la prima cosa da fare per conservare in modo adeguato i prodotti alimentari preparati in casa o acquistati al supermercato è controllare la temperatura del frigorifero. Può sembrare una banalità, una cosa scontata, ma nel 70% delle case degli italiani la temperatura media segna 7,4°C molto al di sopra dei 4° consigliati (ne abbiamo parlato in questo articolo). Vuol dire che molti consigli perdono di significato se non si provvede a sistemare la temperatura. Nella zona più fredda (tra 0 e 4 °C) si collocano prodotti come la carne, le insalate e i piatti pronti, e ancora di più il pesce, che deve essere idealmente conservato a 2 °C.
Dall’acquisto al frigo
La prima cosa da fare, per non interrompere la catena del freddo è utilizzare una borsa termica con delle mattonelle (o pastiglie) ghiacciate per riporre i prodotti congelati e refrigerati appena acquistate e poi riporli immediatamente nel frigo o nel congelatore. Infatti la rottura della catena del freddo per prodotti come salumi, carne, pesce e formaggi può portare a un’alterazione degli alimenti e, soprattutto, allo sviluppo di microrganismi patogeni.
Asparagi, piselli, spinaci, bietole o ancora erbe aromatiche (tranne il basilico, le cui foglie non sopportano l’umidità) devono essere collocati nel cestino delle verdure, coperti da un panno pulito e umido per limitare la loro disidratazione. Per le insalate buttare via le foglie appassite, lavarle e conservarle in frigo.

Conservare bene il cibo fatto in casa
I piatti preparati in casa, sono da consumare entro tre giorni dalla preparazione. Idem per un piatto acquistato da un ristoratore o un prodotto industriale aperto, quando la dicitura “da consumare rapidamente dopo l’apertura” appare sull’etichetta.
Una particolare attenzione per il riso cotto che, se non conservato correttamente, può rappresentare un rischio per la salute a causa della proliferazione di batteri, in particolare del Bacillus cereus. Questo batterio produce tossine che possono causare disturbi gastrointestinali, come vomito e diarrea, se il riso viene lasciato a temperatura ambiente per un periodo prolungato dopo la cottura. Per questo il riso cotto dovrebbe essere raffreddato rapidamente e conservato in frigorifero entro un’ora dalla cottura.
Infine, per gli appassionati di batch cooking (preparare una sola ricetta in grande quantità) o il meal prep (preparare diversi pasti in una volta sola), è consigliabile congelare le porzioni destinate ad essere consumate oltre i tre giorni.
Pensare a organizzare il proprio frigorifero
Il controllo regolare della temperatura è necessario. Alcuni batteri, come la Listeria, si sviluppano anche in ambienti freddi. Ma si moltiplicheranno molto più velocemente a 12 °C che a 4 °C. Consigliamo di mantenere gli alimenti sigillati nelle loro confezioni originali in modo da poter sempre risalire alle informazioni essenziali come lotto, indicazioni di consumo e cottura o scadenza. Per gli alimenti confezionati in atmosfera modificata come hamburger e salumi (per capirlo bisogna leggere l’etichetta) i vassoi di plastica sigillati ermeticamente garantiscono una durata per diversi giorni come indicato dalla data di scadenza.
Per quanto riguarda la carne o il pesce acquistati freschi e confezionati in carta paraffinata, possono essere conservati in questa confezione per qualche giorno in frigorifero a 4 °C. Meglio se appoggiati in un piatto per evitare che eventuale liquido cada sugli alimenti sottostante contaminandoli.

Frutta e verdura?
Le banane è meglio conservarle a temperatura ambiente perché il freddo ne interrompe la maturazione e ne annerisce la buccia. Anche la frutta esotica (mango, avocado, ananas non tagliato) ha bisogno di temperature più calde per maturare. Una volta maturi, per prolungarne la vita di qualche giorno, si possono mettere in frigo. Gli agrumi (limoni, arance, mandarini) si conservano bene in frigo, così come i frutti di bosco (fragole, lamponi, mirtilli) che sono molto delicate e deperibili e anche uva, ciliegie, pesche, albicocche, prugne.
Mele e pere, se non vengono consumate rapidamente, il frigorifero ne prolunga notevolmente la freschezza e la croccantezza. Tuttavia, producono etilene, quindi vanno tenute separate da altra frutta e verdura sensibile.
I pomodori invece, che tecnicamente sono un frutto, è meglio conservarli a temperatura ambiente. Il frigorifero altera la loro consistenza e il loro sapore, rendendoli farinosi e meno aromatici.
Le uova
Le uova dovrebbero essere conservate in frigorifero anche se sono state acquistate a temperatura ambiente (che nei supermercati è comunque più bassa di quella esterna). La temperatura più costante e fresca del frigorifero rallenta lo sviluppo batterico e mantiene le uova fresche più a lungo. Evitare di lavare le uova prima di riporle poiché questo rimuove la cuticola protettiva, e non toglierle dal cartone in cui sono vendute per evitare contaminazioni crociate.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare



Grazie mille. Abbiamo corretto.
Ce n’è ancora uno dove si parla dei pomodori… ☺
corretto grazie.
1) Nel punto sulla borsa frigo aggiungerei l’insalata, specie quelle moderne in busta.
2) A mio parere l’insalata non va nella zona più fredda del frigo, specialmente se si ha la temperatura corretta, che in quel punto può toccare 1°
3) Interessante l’informazione sul riso – peraltro attuale un questa stagione per le frequenti insalate di riso – anche se poco pratico da realizzare visto che l’unico modo per abbattere la temperatura è l’uso di acqua in quantità. Il che confligge con un comportamento etico di sprecarla.
4) Secondo me i piatti pronti cucinati in casa non dovrebbero superare le 48 ore di conservazione nel ripiano freddissimo. Ma non sono un tecnico e non ho certezza. Forse dipende anche dal tipo di piatto e dal contenitore
5) Per i prodotti industriali aperti l’etichetta indica i giorni entro cui consumare dopo l’apertura. Per “forzare” la durata, considerate le confezioni giganti di molti prodotti, travaso in più contenitori piccolissimi il prodotto, chiudo ermeticamente e pongo sul piano freddissimo. Lo faccio con: olive, passata, bevanda vegetale, panna fresca da montare o da cucina, latte. Usare conunque la massima cautela.
Io aggiungerei anche un consiglio per il latte e il brodo pronto (più probabilmente conservato anche alcuni giorni dopo l’apertura) e va bene anche per i succhi di frutta e pomarola: prima di rimetterli in frigorifero comprimere il contenitore per far uscire tutta l’aria; le spore delle muffe e altro girano nell’aria (nel pulviscolo atmosferico) ed in particolare ce ne saranno in quella sovrastante il prodotto e si depositano col tempo, iniziando una contaminazione; quindi meno aria resta nel contenitore e minori sono i rischi che spore o altro contaminino a breve; evitate di farlo con il vetro
L’ho fatto per un periodo, con il tetrapack della bevanda vegetale. In seguito mi feci l’idea – non so quanto corretta – che le piegature del film plastico interno al contenitore potesse logorarsi eccessivamente nei punti di piegatura, rilasciando plastica. Ora travaso in vetro e chiudo ermeticamente.
Un “segreto” che uso da decenni: mettere già in frigo da sigillato il barattolo di carciofini, peperoncini, marmellate, latte, succhi di frutta… Quando poi vengono aperti sono già a temperatura ottimale di conservazione, si preleva il quantitativo e si rimette in frigo già “al fresco”…