Tutti sono soddisfatti per la decisione dell’Ue di mettere sull’etichetta l’origine dell’olio extravergine di oliva, anche se in realtà si tratta di una mezza bufala, perché la normativa è troppo generica. Si potrà scrivere sulla bottiglia “100% olio italiano” che però risulta talmente generica da essere inutile, visto che non attesta nessuna qualità. È un po’ come scrivere su una bottiglia di vino “100% italiano”!
Le altre diciture sull’origine sono altrettanto generiche. Si potrà scrivere:
- “Olio ottenuto da miscela di oli d’oliva comunitari” per il prodotto proveniente da paesi dell’unione europea.
- “Miscele di oli d’oliva non comunitari” quando la materia arriva da paesi come la Tunisia o il Marocco.
- “Miscela di oli d’oliva comunitari e non comunitari” per quelli misti ricavati da olive raccolte in Tunisia , Marocco e Spagna, Grecia e anche in Italia.
In compenso cominceranno ad esserci sul mercato miscele di olio extravergine e di olio di semi anche se risulta molto difficile stabilire le quantità.
L’unica soluzione per conoscere l’origine è comprare olio Dop e per selezionare quello migliore leggere sull’etichetta il profilo sensoriale oppure orientarsi su quelli a a bassa acidità . Un altro modo per scegliere vebe è di assaggiare l’olio come si fa con il vino. Poi guardare anche l’origine.
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