Qualche giorno fa la Bolton Alimentari ha diffuso un comunicato dal titolo “Il pesce in scatola batte la crisi”, presentando la scatoletta di tonno come un prodotto “sano, ricco di nutrienti e dal costo contenuto […] un’ottima alternativa al pesce fresco […] adatto a tutti (ai bambini, agli sportivi, alle neomamme e agli anziani)”.
Proprio quest’ultimo punto genera qualche perplessità, visto che uno dei pesci in scatola maggiormente consumati è proprio il tonno, e che le autorità sanitarie hanno più volte segnalato la necessità per alcune categorie di consumatori (donne in gravidanza e bambini) di limitare il consumo di alcune qualità di pesce tra cui il tonno, a causa del contenuto di mercurio che potrebbe creare problemi di salute. Si tratta di un dato non marginale considerato che, come ricorda il vostro comunicato, nel nostro paese il pesce in scatola rappresenta il 20/25 % del consumo complessivo di pesce.
In particolare un recente documento dell’Efsa indica che il pesce, in particolare i predatori di grossa taglia come tonno, pesce spada e merluzzo, sono una delle principali fonti di mercurio nell’alimentazione. C’è quindi la possibilità per i forti consumatori di superare le dosi settimanali tollerabili (4 microgrammi per chilo di peso corporeo per il mercurio e 1,3 microgrammi per il metilmercurio, una forma organica considerata particolarmente tossica).
Mentre negli USA l’EPA (Environmental Protection Agency) invita i consumatori a variare il consumo di pesce, proprio per limitare l’apporto di mercurio: molte linee guida consigliano alle donne che attraversano la gravidanza o hanno intenzione di avere un bambino di limitare il consumo di tonno (non superare i 170 grammi alla settimana, secondo l’FDA), e lo stesso consiglio, con dosi ridotte, vale anche per i bambini.
Ci sono ampi margini di sicurezza, ma mi chiedo se non sia opportuno evitare di promuovere indiscriminatamente il consumo di tonno in scatola, mettendo l’accento sulle indubbie caratteristiche positive del prodotto – facile da servire, ricco di proteine utili, di grassi omega 3 etc. Forse sarebbe necessario fare un esplicito riferimento ai limiti, segnalando ad alcuni consumatori l’opportunità di scegliere il salmone o le sardine in scatola.
Mi preme sottolineare, a questo proposito, che il vostro sito nelle pagine dedicate al tonno riposta un frase che suona così “Fatelo almeno due volte a settimana! Il tonno Rio Mare è un alimento sano e gustoso, non contiene conservanti ed è ricco di nutrienti”. La frase è corretta se si riferisce genericamente al consumo di pesce, mentre potrebbe porre qualche problema – per i motivi sopra citati – se riferito solo al tonno.
Certa della vostra attenzione per la salute dei consumatori e della sensibilità nei confronti di questi temi resto in attesa di una vostra risposta.
Ecco la risposta della Bolton produttrice del tonno Rio Mare
Bolton Alimentari, proprietaria del marchio Rio Mare, tiene a fornire dei chiarimenti in merito ai dubbi avanzati sui contenuti del comunicato “Il pesce in scatola batte la crisi” e, più in generale, a ribadire la qualità e la sicurezza del proprio tonno in scatola.
L’azienda tiene innanzitutto a sottolineare come il mercurio sia un metallo che ha origine naturale (erosione rocce, attività vulcanica) e può anche provenire da alcune attività umane (produzioni industriali, pesticidi, medicinali). Nell’acqua la forma inorganica di questo elemento viene poi trasformata da parte della microflora marina nella forma organica, il metilmercurio, che si accumula nei tessuti dei pesci. Questo composto è presente in tutti gli organismi acquatici, in particolare in quelli che si trovano al vertice della catena alimentare (squalo, pesce spada e alcune specie di tonno). Per la presenza di metilmercurio nei prodotti della pesca, la legislazione italiana fa riferimento al Regolamento CE n. 1881 del 2006 “Tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari” che prevede un tenore medio, nelle parti commestibili, non superiore a 0.5 mg/kg di prodotto fresco; per alcune specie ittiche, tra cui il tonno, il tenore medio di mercurio è fissato invece a 1 mg/kg di prodotto. I rigorosi e regolari controlli effettuati sulle materie prime e sui prodotti finiti Rio Mare dimostrano che il contenuto di mercurio è mediamente inferiore a 0,15 mg/kg, dunque un livello ben al di sotto del limite previsto dalla legge vigente in materia.
Per quanto riguarda le dosi settimanali di tonno in scatola consigliate, l’azienda vuole invece precisare che la raccomandazione riportata dal claim Rio Mare è pienamente rispondente alle raccomandazioni della EFSA e della FDA e rispettosa dunque della salute di tutti i consumatori. Le confezioni di tonno in scatola Rio Mare più comunemente utilizzate come monoporzione (oltre il 50% dei consumi) hanno infatti un contenuto di 80g che, sgocciolato, corrisponde a circa 52g di pesce: un quantitativo che permette, anche con il consumo di due confezioni, di rimanere al di sotto sia dei 170g raccomandati per donne in gravidanza e bambini sia dei 340g previsti per un adulto.
Bolton Alimentari auspica con questa lettera di aver fornito delle risposte chiare ed esaurienti in merito alla sicurezza e qualità dei prodotti Rio Mare e rimane a disposizione per eventuali ulteriori informazioni.
Quality Assurance Bolton Alimentari
© Riproduzione riservata. Foto: Photos.com, Riomare.it
giornalista scientifica
Non mangiate alcun tipo di carne, ne pesce… Lasciate perdere gli alimenti che provengono dagli animali! Go vegan!
Mi dispiace ma io alla carne e sopratutto al pesce (lo mangio sempre almeno 3/4 volte alla settimana, sai com’è gli acidi grassi omega3 EPA e DHA negli alimenti vegetali non ci sono) non rinuncerei neanche sotto tortura!
Ti consiglio di leggere (per la tua salute) Lo Studio Cina vedrai che cambierai idea 🙂
Mi dispiace deluderti, ma gli acidi grassi omega3 li trovi anche nei vegetali, per esempio nell’olio di lino.
Quindi puoi dire che non riesci a rinunciarci perchè ti piace, e non perchè “ha qualcosa di magicamente benefico che non puoi trovare da nessuna altra perte”.
Ma per fortuna ognuno è libero di fare le proprie scelte, chi più consapevolmente chi meno.
Saluti.
Bè Ardit preferisco di gran lunga mangiare del buon pesce piuttosto che dell’olio di lino (non l’ho mai comprato ma costerà forse anche parecchio presumo data la difficoltà di conservazione) che tra l’altro contiene solo ALA e io parlavo di EPA e DHA, quindi il paragone non regge. E il CHINA STUDY è giò stato smentito, informati su internet
Francesco, potresti darmi qualche link dove si smentisce The China Study? (non quelli della denise minger che sono demenziali) Grazie. Saluti
non è 1 problema, il tonno sta scomparendo….
The Chine Study è a mio avviso attendibile, ma non è necessario privarsi di un buon pesce. Due o tre pasti a base di pesce settimanali possono essere salutari e contenere l’assorbimento di mercurio. Meglio cucinare pesce fresco preferendo pesci piccoli o quelli che si nutrono di plancton ai grandi carnivori. Anche i contenitori delle scatole possono rilasciare sostanze tossiche: perciò è preferibile un pesce conservato sotto vetro che in scatola .
Bruno