La Nuova Zelanda ha già vietato le esportazioni di animali vivi e il Regno Unito ha in programma la stessa misura. Di fronte alle pressioni per ottenere un divieto globale, l’UE valuta le regole attualmente in vigore sull’esportazione di animali vivi, che potrebbero portare a un divieto a tutti gli effetti. [1]
We Move (*) associazione di cittadini europei ha avviato una raccolta firme per chiedere di rivedere le normative sui trasporti degli Animal vivi e di agire immediatamente di fronte alle enormi questioni in materia di benessere animale. Il nuovo Regolamento sui trasporti dell’UE dovrebbe vietare l’esportazione di animali vivi d’allevamento verso paesi terzi per l’ingrasso e la macellazione. Occorre inoltre limitare i tempi di percorrenza del trasporto in tempo reale a un massimo di 8 ore, e 4 ore soltanto per il pollame, entro il 2024. La proposta vuole vietare il trasporto di animali non svezzati e sanzioni più severe per le violazioni. Il divieto di trasporto dovrebbe anche scattare quando le temperature esterne risultano inferiori a 5˚C o superiori a 25˚C.
Le questioni del trasporto su lunga distanza di animali vivi e delle esportazioni dovrebbero essere affrontate anche in termini di: obiettivi della Commissione europea volti a migliorare il benessere degli animali. Ciò che è avvenuto nel Canale di Suez non è un esempio isolato di tragedie simili. Nel dicembre 2020, quasi 3.000 vitelli hanno lasciato un porto spagnolo ma si sono visti rifiutare l’ingresso in diversi paesi. Per tre mesi sono stati lasciati arenati in mare in condizioni disastrose, per poi essere riportati in Spagna per la macellazione. [2] Nel novembre 2019, quasi 15.000 pecore sono affogate sotto il ponte di una nave in seguito al capovolgimento dell’imbarcazione dopo la partenza dalla Romania. [3] Anche quando non si verificano incidenti simili, questi viaggi restano drammatici. Gli animali esportati subiscono un forte stress, possono soffrire di disidratazione, spossatezza, fame e morte, anche senza ritardi o capovolgimenti imprevisti. Quelli che sopravvivono spesso poi vanno incontro alla macellazione.
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[1] https://ec.europa.eu/food/
[2] https://www.theguardian.com/
[3] https://www.theguardian.com/
(*) WeMove.EU è un movimento di cittadini, che si batte per un’Europa migliore; per un’Unione europea dedicata alla giustizia sociale ed economica, la sostenibilità ambientale, e per una democrazia concretamente diretta dai cittadini. Siamo individui di diverse provenienze, con diverse storie alle nostre spalle, che considerano l’Europa la propria casa, indipendentemente da dove siamo nati. Le nostre risorse provengono dalle donazioni di singole persone che fanno parte della comunità in tutta Europa.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Petizione firmata.. I miei compliment giungano alla Nuova Zelanda per aver posto già in essere il divieto di esportazione di animali vivi..!!! Velocità e concretezza…
Firmato.
firmato anche io 🙂
comprendere che non ha senso far soffrire inutilmente, dovrebbe essere il primo passo verso la consapevolezza