
Con l’arrivo dell’estate, gli stabilimenti balneari tornano puntuali a esporre cartelli che vietano l’introduzione di cibo dall’esterno e a controllare che i bagnanti non osino portare una borsa frigo da casa. Alcuni lidi arrivano fino al punto di impedire l’accesso a chi ha panini o insalate di riso nello zaino, appellandosi a regolamenti interni o presunte ordinanze comunali. Ma la verità è un’altra: mangiare cibo portato da casa sotto l’ombrellone è un diritto riconosciuto dalla legge e confermato da numerosi esperti.
Come spiegano diverse associazioni dei consumatori e avvocati, secondo l’articolo 822 del Codice civile, tutte le spiagge sono aree demaniali e quindi pubbliche, anche quando vengono affidate in gestione a privati. Le concessioni, quindi, non annullano il diritto di libero accesso alla battigia. Diritto ribadito anche dalla legge finanziaria n. 296/2006, che all’articolo 1, comma 251, recita “è fatto obbligo per il titolare delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso di transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”
Non esiste quindi una norma nazionale che autorizzi i gestori a vietare il consumo di alimenti portati da casa. Il divieto può essere previsto in alcune aree, come i ristoranti o i bar dello stabilimento, ma non si può estendere all’intero lido. In ogni caso i gestori non hanno alcun diritto di controllare borse, zaini o sacchetti.
Un parere condiviso anche da Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori), secondo cui vietare l’accesso con cibo proprio è illegittimo e una violazione del diritto di libera fruizione del bene pubblico. In caso di discussione, si può chiamare la Capitaneria di porto o la polizia locale per chiedere un accertamento.

Ordinanze comunali e limiti legittimi
Spesso i gestori si appellano a presunte ordinanze comunali che vieterebbero il consumo di cibo dall’esterno. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di interpretazioni distorte o di vere e proprie forzature. L’ordinanza balneare della Regione Puglia per il 2025, ad esempio, autorizza esplicitamente il consumo di alimenti e bevande portati da casa, a condizione che si rispettino il decoro e la pulizia. Anche il regolamento per le spiagge del Comune di Roma vieta ai gestori di impedire il consumo di cibo portato da casa al di fuori delle aree di ristorazione, anzi, specifica proprio che è “vietato apporre nei regolamenti degli stabilimenti balneari il divieto di consumo di alimenti al di fuori delle cabine”.
I gestori, tuttavia, possono porre alcuni limiti, ma solo per ragioni di sicurezza e igiene. Ad esempio, è legittimo vietare l’uso di bottiglie o contenitori in vetro, tavolate rumorose o picnic ingombranti, e grigliate o barbecue sulla spiaggia. Non si può invece impedire a una famiglia di consumare un panino, un’insalata o un frutto sotto l’ombrellone. E soprattutto, non si può obbligare a rifornirsi esclusivamente dal bar dello stabilimento.
I controlli illegittimi degli stabilimenti balneari
I cartelli che vietano l’introduzione di cibo o bevande non hanno valore legale, se non si fondano su norme esplicite. In caso di rifiuto all’accesso o di controlli invasivi da parte del personale dello stabilimento, si può invocare la violazione degli articoli 610 e 635 del codice penale (violenza privata e turbativa del possesso), oltre che la violazione delle norme sul demanio pubblico
Cosa fare se uno stabilimento balneare ti vieta di consumare il cibo portato da fuori:
- Documenta il fatto: fotografa eventuali cartelli di divieto, annota luogo e ora dell’accaduto, segnala i nomi dello stabilimento o del gestore.
- Non consegnare la borsa: i controlli delle borse sono illegittimi. Solo le forze dell’ordine possono perquisire.
- Chiedi l’intervento della Capitaneria di Porto o della polizia municipale, per accertare l’abuso.
- Segnala il comportamento al Comune o a un’associazione dei consumatori (come Federconsumatori, Adiconsum, Altroconsumo).
- Evita conflitti diretti, ma fai valere i tuoi diritti con fermezza e documentazione alla mano.
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le istituzioni potrebbero inviare un’ordinanza ai gestori dei lidi del comportamento che devono avere nei confronti dei clienti, prima che si inneschi un problema generale con discussioni offese ed azioni legali dei clienti con i gestori?
solita lobby ben difesa e comunque piagnucolante
Mi domando: ma tutte le norme dei vari Codici, della Finanziaria citata, del diritto di accesso alle spiagge demaniali, dei comportamenti invasivi ecc., richiamati nell’articolo, non dovrebbero far parte del contratto di concessione balneare come condizioni vincolanti per il rilascio delle stesse, con annesse sanzioni in caso di inosservanza? D’altra parte, se nei lidi vengono esposti sfacciatamente cartelli inibitori di comportamenti legittimi vuol dire che il comune e la polizia locale non eseguono rigorosi controlli periodici laddove invece la tassa di soggiorno per i turisti viene imposta.
Bisogna assolutamente opporsi a questa prepotenza mafiosa. Personalmente odio mangiare in spiaggia, ma bisogna battersi per i diritti della collettività.
Essendo un bene demaniale non possono farlo, loro esercitartitano una professione su un luogo di appartenenza che è di della provincia, come esercenti privati, e non possono imporre niente a chi entra con il mangiare, possono e hanno ragione fare osservare le regole di educazione e pulizia, ma oltre non possono impedire di portare il mangiare dei clienti o di usufruisce la area di spiaggia da loro data o scelta da entrambi.
Hai perfettamente ragione anche se non sono una frequentatrice di spiagge
Io di solito vado dalla parte dell’Adriatico e di queste cose non ne ho né viste né provate, però sarebbe logico multare un simile comportamento di limitazione della libertà e nel caso di recidiva revocare la concessione balneare.
Ottimo articolo
Vietare di portare bibite o panini sulla spiaggia a mio avviso è illegale. Va stabilito che ogni bottiglia o altresi immondizia va raccolta e portata via , la postazione in spiaggia deve restare pulita da ogni cosa .Allora se non vengono rispettate queste disposizioni si deve intervenire e dare una multa . Putroppo persone incivili e maleducate si trovano sempre sulla spiaggia.
Solo in Italia possono succedere queste cose riflessione che tutti noi dobbiamo fare. Ps mi risulta che questo governo voglia abbassare i canoni di affitto a tutti i gestori del demanio pubblico! Non c’è limite al peggio
i gestori dei lidi ci provano sempre e fanno leva sull’ignoranza della gente in materia!
L’arroganza dei cosiddetti balneari è fuori controllo perché hanno il pieno appoggio della politica che ha consentito loro di appropriarsi di terreno demaniale pubblico e traformarlo, nei fatti, in una loro propietà privata. Non solo questi beneficiari vietano di portare il panino da casa ma, di fatto, obbligano a chi voglia frequentare la spiaggia a pagare quello che di fatto è un pizzo assai salato perché gli arenili sono occupati in ogni centimetro quadro sino alla battigia da installazioni fisse che non permettono di poter fare neanche una passeggiata, figuriamoci portarsi la stuoia da casa o collocare il proprio ombrellone. E, ciò che è peggio, con ogni tipo di scusa si rimandano sine die le gare per le riassegnazioni delle licenze. Più che concessioni sono vere e proprie usucapioni di bene pubblico. Mettersi a discutere con costoro può essere pericoloso, ammanicati come sono con i comuni di appartenenza che spesso sulle irregolarità un occhio lo chiudonon e l’altro lo giranon dalla parte opposta.
Proprio qualche giorno fa, la Ministra per l’Ambiente del Portogallo, di fronte ad una segnalazione, ha ribadito con fermezza che tutte le spiagge portoghesi sono libere e gratuite e nessuno può limitare l’accesso ai cittadini. Eventuali abusi saranno puniti.
Ma qui la normativa (e la politica) sono diverse.
Sono appena rientrata dalla Costa Azzurra dove tutte le spiagge sono libere, ognuno si porta il suo obrellone, stuoino, ecc. nonchè i viveri necessari per restare tutto il giorno in spiaggia. Ad ogni accesso alla spiaggia c’è un cesto ben capiente porta rifiuti e tutte le sere un incaricato credo del Comune passa con un mezzo che ara la sabbia, svuota i bidoncini, ecc. In 15 giorni non ho trovato una bottiglia di plastica, un pezzo di carta, un mozzicone di siaretta. Forse che i Francesi sono più civili di noi?
Sicuramente si
Ma le concessioni demaniali non erano scadute?
Scadute forse, rinnovate no