L’ultima trovata del Governo per fermare definitivamente il Nutri-Score? Cambiare la Costituzione. Lo ha annunciato il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida durante la Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, che si è tenuta tra il 26 e il 28 aprile a Pescara. Il Ministro ha infatti dichiarato l’intenzione di aggiungere all’articolo 32 della Costituzione italiana il passaggio “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’Identità nazionale”.
L’ennesimo attacco italiano al Nutri-Score
La mossa, per quanto estrema, non stupisce. Le istituzioni e le lobby agroalimentari italiane sono da sempre alleate nella guerra contro il Nutri-Score, il sistema di etichettatura a semaforo* nato in Francia, ma ormai adottato da altri sette Paesi in Europa: Belgio, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e Svizzera. Tra le molte e fantasiose obiezioni dei detrattori nostrani del Nutri-Score, la principale è quella secondo cui il sistema sarebbe particolarmente dannoso per i prodotti DOP e IGP italiani, penalizzati da bollini rossi e arancioni.
Una tesi che fa breccia nell’opinione pubblica, ma falsa: il Nutri-Score non prende in considerazione l’origine dei prodotti e valuta con gli stessi criteri nutrizionali gli alimenti tipici di tutti i Paesi. Il gorgonzola italiano è penalizzato tanto quanto un roquefort francese. I cibi DOP o IGP, infatti, pur essendo prodotti con ingredienti di qualità e realizzati con metodi tradizionali codificati in un disciplinare, non sono necessariamente salutari. In Italia, però, l’idea che i prodotti nazionali siano intrinsecamente sani è ormai molto radicata nella popolazione, tanto da volerla inserire in Costituzione.
I problemi dell’emendamento
Secondo quanto scrive Euronews, l’emendamento avrebbe già iniziato il suo iter parlamentare alla Camera dei Deputati e presto dovrebbe approdare anche in Senato. Tuttavia, la frase che il Governo vorrebbe inserire in Costituzione desta alcune perplessità. Per esempio, come fa notare in un post su Instagram Michele Antonio Fino, professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo, Food Law ed Ecologia Giuridica all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, non è chiaro cosa si intenda con “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare…” Cosa c’entra l’alimentazione sana con la sovranità alimentare?
La sovranità alimentare, infatti, è “il diritto dei popoli indigeni a conservare i propri ecosistemi e pratiche agricole tradizionali”, spiega Fino. Quello che il Ministro Lollobrigida chiama impropriamente ‘sovranità alimentare’, in realtà, è il ‘sovranismo alimentare’. Ne è la dimostrazione l’ultima parte dell’emendamento, che recita “…e tutela i prodotti simbolo dell’Identità nazionale.” Secondo il Governo, dunque, per garantire un’alimentazione sana agli italiani e alle italiane bisogna tutelare Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Prosciutto di Parma. Questo emendamento, dunque, è contraddittorio: come fa notare anche Fino, in quale modo promuovere il consumo a ogni occasione di salumi, formaggi, ma anche vini, si concilia con la volontà di garantire la sana alimentazione? Tutto ciò, va contro alle raccomandazioni delle nostre stesse Linee guida alimentari…
Contro il Nutri-Score, ma non solo
In realtà, l’unico obiettivo sembra essere quello di ostacolare l’introduzione del Nutri-Score in Italia. Quello che si vuole fare è affermare a livello costituzionale che il cibo italiano è intrinsecamente salutare, per potersi opporre all’adozione di un’etichetta nutrizionale armonizzata in Unione Europea che sia percepita come dannosa per il settore agroalimentare italiano. Come accade appunto con il Nutri-Score, e come è stato per le etichette a semaforo britanniche prima dell’avvento del sistema francese. Ma non è tutto qui. Questo emendamento, in futuro, potrebbe essere sfruttato per ostacolare altre misure di salute pubblica o normative europee in campo alimentare sgradite all’industria del cibo italiano.
Nota
Il Nutri-Score è un sistema di etichettatura nutrizionale fronte pacco sintetico e interpretativo: sulla base del contenuto di calorie, grassi saturi, zuccheri, sale, proteine, fibre, frutta, verdura e frutta, secca fornisce un giudizio sintetico della qualità nutrizionale che va dalla A verde scuro alla E rossa.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Francesco Lollobrigida via X
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
1
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Il buon ministro ci fornisce anche una descrizione chiara di cosa intenda per dieta sana?
I prodotti DOP ed IGP sono buoni, sani e vanno bene a prescindere. Possono permettersi di violare i discipliari che però sono sempre dichiarati “rigidissimi e non è mai colpa di nessuno. La fumosissima vicenda di Prosciuttopoli dovrebbe essere stata un esempio ed uno spartiacque. Il Nutriscore in Italia lo hanno capito in pochi (quelli che lo hanno letto). Gli altri quando vedono che prosciutti e Parmigiano vanno in rosso (è un problema di dose, ecc ma ripeto…pochi lo capiscono) danno fuori di matto…
Il segreto è spiegare come si legge il Nutri Score come hanno fatto in 7 Paesi europei. Ma si tratta di un segreto troppo semplice per i nostri governanti e per le lobby come Coldiretti che hanno inventato un’alternativa come il Nutrinform battery. Un sistema che gli stessi nutrizionisti fanno fatica a decodificare
il ministro esprime un miscuglio di incompetenza e lobbismo. Nel nostro Paese è d’uso dare incarichi di governo a personaggi che hanno maturato esperienze, presumo, molto distanti dalle materie di cui dovrebbero occuparsi, una volta insediati ai rispettivi ministeri.
Il problema è che senza un’adeguata educazione alimentare – che in Italia manca completamente- il NutriScore sarebbe disastroso per chi produce, ad esempio, dolci. Sarebbero tutti semafori rossi e sono certa che le vendite crollerebbero…
Gentilissima, numerosi studi hanno dimostrato che proprio per le fasce sociali che hanno meno possibilità di aver ricevuto un’adeguata educazione alimentare il Nutri-Score garantisce delle informazioni immediatamente comprensibili. Altro discorso è per le aziende che, se producono alimenti che guadagnano delle classificazioni tipo D ed E (arancione e rosso) possono pensare di riformulare i loro prodotti. I dolciumi hanno giustamente una classificazione di questo tipo perché sono alimenti che vanno consumati saltuariamente e con grande moderazione.
il nutri score mi pare ideato da chi non ha ben studiato e approfondito nè la fisio-patologia dell’alimentazione con i suoi effetti nell’arco della vita, nè i principi (a quella connessi) della nutrizione umana ; forse un po’ più l’epidemiologia, ma staccata dalle diverse realtà nazionali. è comunque non si può discutere di nutrizione senza considerare i “modelli di vita”.
Il Nutri-Score è stato ideato e sviluppato da un gruppo di ricercatori pubblici francesi guidato da Serge Hercberg, epidemiologo e professore di Nutrizione all’Università di Parigi 13, specializzato in salute pubblica. Ha diretto il Programma nazionale francese di nutrizione e salute (PNNS) dal 2001 al 2017.
Inoltre, il Nutri-Score è stato studiato e validato da altri gruppi di ricerca di altri Paesi europei ed extra-europei, che hanno prodotto più di 100 studi a supporto della validità del sistema.
Le pare, ma si sbaglia. Il sistema è stato elaborato da studiosi internazionali.
Si tratta solo di prenderci familiarità e di saperlo usare; probabilmente produce effetti benefici, soprattutto in chi acquista senza valutare la composizione (a mio parere la maggioranza).