Assortimento di sostituti vegetali della carne (burger, salsicce, trita, nugget e cotolette) attorno a una lavagnetta luminosa con la scritta “plant based meat”; concept: prodotti vegetali, prodotti vegani

Mentre la legge di fine 2023 sulla carne coltivata e sul cosiddetto meat sounding, che vieta denominazioni quali burger, bistecca o salame per i prodotti a base vegetale, giace in qualche cassetto inapplicabile, essendo stata approvata in violazione della procedura europea TRIS, gli italiani mostrano di essere molto più avanti dei loro legislatori. E di avere chiara, in mente, la differenza tra un prodotto ottenuto da un animale e uno realizzato con ingredienti vegetali, a prescindere dal nome. Non solo: hanno intenzione di diminuire il proprio consumo di carne, nel prossimo futuro, e si fidano dei sostituti vegetali. A rimetterci quindi, per ora, sono soprattutto le aziende del settore, sospese in un limbo che rende impossibile pianificare qualunque tipo di sviluppo, fino a quando non saranno chiari i termini della commercializzazione dei prodotti.

Il sondaggio sul meat sounding

A fotografare la propensione degli italiani verso i sostituti vegetali della carne è il Good Food Institute (GFI) Europe, che nello scorso mese di aprile ha chiesto alla società specializzata YouGov di intervistare oltre mille italiani rappresentativi della popolazione con più di 18 anni, e che ora ha reso noti i risultati del sondaggio.

burger vegetale manzo carne rossa panini pane insalata
Il 70% degli italiani pensa che in Italia si mangi troppa carne e il 60% pianifica di diminuire il proprio consumo nei prossimi 24 mesi

Innanzitutto, è emersa una grande consapevolezza: il 70% degli intervistati pensa che in Italia si mangi troppa carne e il 60% pianifica di diminuire il proprio consumo nei prossimi 24 mesi. Peraltro, a risultati simili era giunto anche uno studio del CREA del 2023, che mostrava come più di metà degli italiani (il 57%) avesse ridotto la presenza di carne nella propria dieta. Una ricerca europea chiamata Smart Protein, del 2021, aveva invece collocato gli italiani in cima all’accettazione e al consumo di proteine vegetali, e mostrato che la fiducia era alta, sia per quanto riguarda la sicurezza (66%), sia per l’accuratezza dell’etichettatura (64%) e sia per quanto concerne l’affidabilità (63%).

Entrando più nello specifico del meat sounding, l’indagine del GFI ha mostrato che il 69% dei partecipanti considera termini come ‘hamburger’ o ‘latte’ appropriati anche per gli alimenti a base vegetale, e una percentuale solo di poco inferiore (il 68%) pensa che le aziende dovrebbero essere libere di utilizzarli. Solo il 21% pensa che dovrebbero essere vietati, perché potrebbero confondere i consumatori.

Bevande vegetali a base di soia,, nocciola, coco, mandorla, avena, anacardi e noci
Il 69% dei partecipanti considera termini come ‘hamburger’ o ‘latte’ appropriati anche per gli alimenti a base vegetale

Il commento

Francesca Gallelli, consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, ha commentato: “Il nostro sondaggio è un’ulteriore conferma che il divieto dei termini meat sounding non introduce alcuna tutela necessaria, anzi è destinato a creare confusione, complicando l’accesso a prodotti che svolgono un ruolo chiave nel diversificare e rendere più sostenibile la nostra alimentazione”.

Tra l’altro, il Consiglio di stato francese ha sospeso un provvedimento analogo adottato in Francia, esprimendo dubbi sulla sua legittimità rispetto al diritto dell’UE, e ha riconosciuto che la misura causerebbe danni alle aziende francesi del settore. In Italia il danno è già reale, perché le aziende non sanno se dovranno o meno modificare le confezioni, né quando arriveranno chiarimenti in merito. Stando ai risultati, gli italiani continuano comunque ad apprezzare i loro prodotti, e probabilmente lo faranno ancora di più in futuro, anche se dovessero cambiare denominazione o confezione.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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Ferdinando
Ferdinando
25 Luglio 2024 09:34

Mi è sembrato evidente dall’inizio che la “crociata” sul meat-sounding sia al 50% tipicamente ideologica di un noto partito che fa di queste battaglie inutili un riempitivo di vuoti politici, il restante 50% una “marchetta” alle lobby della carne. Come sempre l’interesse dei cittadini viene per ultimo. Il sondaggio lo dimostra.

Angelo
Angelo
Reply to  Ferdinando
25 Luglio 2024 19:57

Un sondaggio pagato direttamente da un’azienda che ha forti interessi nel dimostrare una tesi contro un’ altra, non mi sembra dimostri nulla, se non la malafede di chi ha pagato il sondaggio.

Umberto
Umberto
25 Luglio 2024 13:26

Beh.. ham-burger sta a prosciutto-burger e burger sta a burger. È neutro! Vedere anche https://accademiadellacrusca.it/it/parole-nuove/burger/18058. Poi mi viene in mente il latte di fico, i FRUTTI di mare, le mozzarelle FIOR di latte. Quanta fuffa.