Chi opera nel settore agroalimentare deve garantire la sicurezza e l’igiene in base agli standard imposti dalla disciplina comunitaria e nazionale, oltre a quelli del mercato. Per ottimizzare risorse ed energie l’ideale è che questo standard sia comune, unitario e riconoscibile a livello globale. Così è FS (FSSC) 22000, uno schema certificativo che si basa su ISO 22000:2005 e buone prassi di lavorazione.
L’ente di certificazione italiano accreditato CSQA ha realizzato con la collaborazione del nostro collaboratore avvocato Dario Dongo, la pubblicazione “FS22000, uno strumento per la sicurezza alimentare” (in allegato ) che spiega come avvicinarsi a questi nuovi standard e valutare l’opportunità di applicarli alla propria organizzazione.
La sicurezza degli alimenti nell’Unione Europea è stata oggetta di un ampio programma di riforme, a partire dal “General Food Law” (Reg. CE n. 178/02) che ha istituito l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) e il network europeo per la gestione del rischio (composto dalla Commissione e dalle competenti autorità degli Stati membri), oltre a rivedere il Sistema di Allerta Rapido su Alimenti e Mangimi (RASFF). Dal 1° gennaio 2006 è entrato in vigore il “Pacchetto Igiene”, regolamenti e una direttiva con i quali il legislatore europeo ha messo a punto la disciplina igienico-sanitaria delle filiere agroalimentare e mangimistica.
ISO 22000:2005 è uno standard internazionale, pubblicato nel 2005, che definisce i requisiti di un sistema di gestione per la sicurezza e l’igiene alimentare. È rivolto a tutte le organizzazioni della filiera dal produttore al consumatore. Il testo è stato redatto da un gruppo di esperti degli enti normatori di 23 Paesi, con il contributo della “Codex Alimentarius Commission” (Fao, Oms) e delle rappresentanze dei comparti interessati. Si basa sul modello ISO 9000 ma con focus specifico sulla sicurezza alimentare e l’autocontrollo igienico-sanitario (HACCP, “Hazard Analysis on Critical Control Points”).
Il dossier focalizza l’attenzione sull’approccio di filiera e sulle fonti di pericolo esterne (materie prime, residui di fitofarmaci, additivi, selezione dei fornitori..), mira a consentire alle imprese del settore di valutare, adempiere e dimostrare la conformità delle loro operazioni rispetto alle normative sulla sicurezza alimentare, assicurando un efficace controllo dei vari fattori di rischio.
È applicabile a tutte le organizzazioni della filiera agroalimentare: imprese agricole, di trasformazione e distribuzione, produttori di packaging, impianti e apparecchiature, materiali di consumo (es. lubrificanti, detergenti), imprese di pulizia e disinfestazione, lavanderie industriali.