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Glasses with soda and ice cubesSulla sicurezza del ghiaccio alimentare in Sicilia, nei giorni scorsi l’Istituto nazionale del ghiaccio alimentare (Inga) ha lanciato un allarme che la Regione ha cercato di fare rientrare. Il caso ha comunque focalizzato l’attenzione su un settore trascurato per quanto riguarda i controlli, tanto è vero che la Sicilia è l’unica Regione ad avere un piano di verifiche sul territorio. L’Inga ha presentato insieme alla Regione i risultati di un’analisi condotta su 125 operatori del settore alimentare da cui è emerso “che il 25% produce e utilizza ghiaccio contaminato. Un problema che non riguarda solo la Sicilia ma l’Italia intera. Sono ancora troppo pochi gli operatori che non ripongono la giusta attenzione al ghiaccio alimentare. L’allarme era stato lanciato già nel giugno del 2016”, ha ricordato l’Inga in un comunicato.

Immediata la reazione della Regione, che ha emesso a sua volta un comunicato, in cui la dirigente dell’Osservatorio epidemiologico dell’Assessorato per la Salute, Maria Letizia Diliberti, sostiene che “non risulta allo stato attuale alcun allarme sulla produzione di ghiaccio alimentare prodotto nell’Isola che possa arrecare danno alla salute pubblica, né risultano avviati di conseguenza controlli straordinari”. Il comunicato afferma che, “rispetto ai 248 OSA (Operatori del Settore Alimentare) che auto producono ghiaccio, 125 sono stati esaminati e 31, il 25% del campione, non degli operatori nell’isola, sono risultati non conformi”.

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In Sicilia, il 25% dei campioni di ghiaccio alimentare autoprodotto analizzato è risultato contaminato

Dal comunicato della Regione potrebbe sembrare che gli operatori del settore alimentare siano 248, ma non è così. Secondo la Fipe Sicilia gli interessati alla produzione di ghiaccio sono 15 mila e comprendono oltre ai bar,  lidi balneari, ristoranti, discoteche e pub. Il numero 248 rappresenta un campione di operatori, suddivisi per provincia, che dovevano essere controllati entro il 2017 in base a una delibera regionale dell’agosto scorso. Perché ne siano stati controllati solo 125, la Regione non lo spiega.

Resta il fatto che la Regione Sicilia dichiara di essere l’unica ad avere un proprio piano di controlli, sebbene l’Organizzazione mondiale della sanità abbia indicato sin dal 2006, il ghiaccio con un alimento a rischio contaminazione da parte di microrganismi e sostanze chimiche. Per controllare il problema  nel 2015 è stato redatto un “Manuale di corretta prassi operativa per la produzione di ghiaccio alimentare”, inserito dal ministero della Salute tra i Manuali di corretta prassi igienica.

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matteo
matteo
5 Giugno 2018 12:38

Da cosa é risultato contaminato il ghiaccio? Quali microrganismi e o sostanze chimiche?

Valeria Nardi
Reply to  matteo
5 Giugno 2018 13:06

Nel comunicato stampa non erano riferiti i dettagli. In generale sul sito dell’INGA si legge: ““Il ghiaccio non ha un effetto battericida sugli organismi. Anche se è in grado di modificarne il metabolismo e le capacita di sviluppo, non porta alla loro completa eliminazione. Alcune di queste cellule possono ricostituirsi durante le fasi di scongelamento e generare microorganismi nuovamente vitali.
Il ghiaccio è una delle cause di infezioni e gastroenteriti contratte durante i viaggi in alcuni paesi al mondo
Numerosi studi e indagini effettuate dalle autorità sanitarie nazionali e mondiali (Ministero della Salute Italiano, EFSA, OMS, FDA) in diverse nazioni, comprese l’Italia e paesi europei, hanno dimostrato che il ghiaccio può essere contaminato da varie specie di batteri, quali Coliformi, Enterobatteri, E.Coli, tutte specie potenzialmente patogene per l’uomo.
Tali microrganismi possono essere presenti nel ghiaccio principalmente per due motivi:
– Utilizzo di acqua contaminata, non idonea al consumo umano per la produzione di ghiaccio
– Mancato rispetto di corrette prassi igieniche durante la produzione, lo stoccaggio e la manipolazione/utilizzo.””