Perché alcuni prodotti naturalmente privi di glutine presentano il claim “senza glutine”? Se lo chiede un nostro lettore che ci ha inviato una lettera interessante, alla quale ha risposto l’Associazione italiana celiachia (Aic).
Curiosando tra gli scaffali dei supermercati ho trovato spesso la scritta “senza glutine” su prodotti che mai avrei pensato potessero contenere questo complesso proteico tipico del grano. L’ho trovata sull’aceto, sui formaggi svizzeri, sulle saponette e sulle confezioni di bicarbonato di soda.
Per quanto riguarda i formaggi svizzeri, l’Associazione italiana celiachia (Aic) mi aveva gentilmente risposto dissipando ogni mio dubbio.
Ultimamente però ho trovato la scritta su questi prodotti:
– Bicarbonato Sigma e Auchan
– Bicarbonato Auchan
– Effervescente Crastan
– Bevanda al Latte di Mandorla, Pronto da Bere Condorelli (da to.market)
Non mi stupirei a questo punto di trovare una dicitura anche alla pompa del diesel dove il carburante viene miscelato con il biodiesel, in cui si precisa che la loro miscela è priva di glutine in quanto ottenuta da olio di palma…
P. J.
Di seguito la risposta dell’Associazione italiana celiachia (Aic).
Per quanto riguarda il latte di mandorla, oltre all’ingrediente di base naturalmente senza glutine, che sia cereale, legume o, come un questo caso, frutta secca, va ricordato che le alternative vegetali sono composte da diversi ingredienti. Nel corso del processo produttivo potrebbe quindi esserci un pericolo di contaminazione accidentale, se nello stesso stabilimento sono presenti anche alimenti contenenti glutine.
Per queste ragioni non è possibile escludere a priori una potenziale presenza di glutine, volontaria o accidentale, e pertanto l’Aic ritiene legittimo e utile al consumatore celiaco l’impiego del claim “senza glutine” in questo tipo di bevande (alternative vegetali al latte) anche se l’azienda ha implementato un piano di autocontrollo in modo da garantisca l’assenza di glutine.
Invece, per la segnalazione di bicarbonati, dobbiamo fare dei distinguo. I bicarbonati puri, che non contengono altri ingredienti al di fuori del bicarbonato stesso, non sono considerati a rischio di poter apportare fonti di glutine e pertanto riteniamo che riportare l’indicazione “senza glutine” possa risultare ingannevole per il consumatore, lasciando intendere una proprietà in realtà comune a tutti i bicarbonati “puri”.
Viceversa, gli effervescenti per bevande, in quanto contenenti più ingredienti, sono considerati potenzialmente a rischio per i consumatori celiaci e pertanto riteniamo lecito riportare l’indicazione se l’OSA si è impegnato a verificare l’assenza di potenziali fonti di glutine tra i diversi ingredienti che compongono il prodotto.
Avremo quindi cura di contattare le azienda per richiedere di rimuovere la dicitura, in contrasto con il considerando 10 del Regolamento 828/2014, che vieta di utilizzare il claim “senza glutine” su uno specifico prodotto quando in realtà tutti gli alimenti analoghi possiedono la stessa caratteristica.
Suggeriamo a chiunque dovesse trovarsi in analoga situazione in futuro, di inviarci anche una semplice fotografia della confezione, da cui si evinca l’uso irregolare del claim, nome del prodotto e nome dell’azienda distributrice.
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[sostieni]
Senza girarci troppo intorno, la nobile (e finalmente obbligatoria) avvertenza sui prodotti contenti direttamente o indirettamente glutine che tutela chi è realmente affetto da celiachia, non ha in genere nulla di nobile e salutistico nelle etichette di prodotti che di glutine non ne possono mai aver visto neanche in tracce se non un fin troppo evidente sfruttamento commerciale delle diffuse bufale caratterizzanti il webetismo del Cialtronevo dove appunto il glutine è subdolamente associato a strisciante veleno ingrassante per tutti
Premetto che avrei voluto postare questo (ed altro) sull”articolo dedicato al divieto al glifosato in Austria, ma come temevo ho sforato tempo per i commenti.
Comunque, invio qui, magari a solo uso interno vostro, quanto segue:
1) mi risulta che la questione glifosato sia superata: anche a seguito del divieto di utilizzo in Germania per le scarpate delle ferrovie, nonché per la sempre maggiore propensione dei Tribunali a dare ragione alle “parti lese”, la Bayer ha deciso di cessare la produzione;
2) nei commenti a quell’articolo si accennava a studi che collegavano glifosato e celiachia. Vedo che qui è intervenuta varie volte la Aic Associazione Italiana Celiaci, eventualmente sapere cosa risulta a loro.
Al prossimo articolo sul glifosato cercherò di sbrigarmi… Buon lavoro
@Osvaldo F.
Sarebbe così gentile da segnalare la fonte della notizia della cessazione della produzione di Glyphosate da parte di Bayer?
Non risulta affatto…
Segnalo anche che, con la fine dell’esclusiva nel 2000, il Glyphosate è prodotto da numerose altre aziende (i colossi occidentali BASF, Dow AgroSciences, DuPont, Syngenta, dozzine di imprese chimiche indiane e cinesi), per cui, anche se Bayer avesse sospeso la produzione, la “questione”, coe dice, non sarebbe superata.
ritengo che l’indicazione “senza glutine” sia utile su ogni prodotto in quanto facilita la vita del consumatore celiaco, il quale è costretto a controllare gli ingredienti di qualunque prodotto acquista al supermercato anche se naturalmente privo di glutine per escludere la contaminazione.