PFAS Greenpeace

Prime pesanti condanne per lo scandalo PFAS in Veneto. Giovedì 26 giugno, infatti, la Corte d’Assise di Vicenza ha condannato in primo grado 11 delle 15 persone imputate a condanne che vanno dai 2 anni e 8 mesi a 17 anni, per un totale di 141 anni di carcere complessivi, oltre decine di milioni di euro di risarcimenti alle parti civili, che sono più di 300. A subire le condanne per avvelenamento delle acque, disastro ambientale e bancarotta fraudolenta sono gli ex dirigenti dell’azienda chimica Miteni, riconosciuta come la fonte dell’inquinamento delle acque di un bacino idrico che si estende nelle provincie di Vicenza, Padova e Verona.

Lo scandalo PFAS in Veneto

Il grave caso di inquinamento da PFAS in Veneto è emerso nel 2013, quando una ricerca del CNR e del Ministero dell’Ambiente sui bacini fluviali ha rivelato la presenza di questi composti chimici nelle acque, che, come si è poi scoperto, provenivano dagli scarichi dello stabilimento di Trissino (VI) dell’azienda Miteni, fallita nel 2018, ma che per decenni ha sversato indisturbata i suoi reflui nell’ambiente. Si stima che circa 300mila persone, residenti negli oltre 300 comuni coinvolti, siano state esposte a queste sostanze attraverso l’acqua e la catena alimentare. Le sostanze perfluoroalchiliche sono interferenti endocrini e sono associate a problemi di salute, tra cui cancro, danni al fegato e disfunzioni ormonali.

Secondo Legambiente, si tratta di una una sentenza storica e una grande vittoria per le associazioni, come le Mamme No PFAS, che da anni lottano affinché chi inquina paghi. Tuttavia, resta ancora la questione scottante della bonifica. “Ora si proceda quanto prima alla bonifica del sedime inquinato, – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – che ha provocato e continua a provocare una delle più estese contaminazioni acquifere con cui i cittadini veneti sono costretti a confrontarsi da decenni: dalle acque di falda, rese pericolose ai fini idropotabili ed irrigui in un’area di più di 180 km quadrati, ai corsi d’acqua superficiali che attraversano quei territori (Fratta Gorzone, Bacchiglione, Retrone, Adige) esposti a una persistente presenza di questi forever chemicals, con conseguenze negative per l’ecosistema, la salute e per l’economia produttiva”. 

© Riproduzione riservata Foto: Greenpeace

donazione giallone 4 giugno dona ora

4.5 8 voti
Vota
Iscriviti
Notificami
guest

10 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Daniele Bellussi
Daniele Bellussi
1 Luglio 2025 11:07

Bene come vittoria morale. Credo che i risarcimenti non arriveranno mai, quanto poi alle condanne di reclusione tra attenuanti, ‘mi non savevo’ ecc ecc finiranno in una bolla di sapone, come accade in genere. Senza contare poi ricorsi, appelli, e quant’altro. Dispiace, ma purtoppo va sempre così.

Maurizio Callegaro
Maurizio Callegaro
1 Luglio 2025 11:55

La sentenza è storica , vero, resta il fatto che ci sono intere famiglie che hanno passato una vita a combattere con problemi di salute per colpa di questa gente, e alcuni co hanno pure lasciato, sarebbe ora in questo paese di mettere pene serie, chi inquina come in molti casi succede sapendo che potrà creare danni alla salute delle persone dovrebbe pagare pene ben più severe.

Lawrence
Lawrence
Reply to  Maurizio Callegaro
1 Luglio 2025 12:53

Apprezzo il tuo concetto nel complesso. Ma non possiamo sempre inseguire il deterrente dell’inasprimento delle pene. E’ necessario dedicarsi alla prevenzione e con severità punire i tentativi di infrazione delle leggi. In alcuni paesi anglosassoni la denuncia attendibile e riscontrata non é considerata delazione, rimane anonima e viene premiata.

Lidia
Lidia
1 Luglio 2025 12:02

Plaudo alla sentenza, ma per la Società Civile ha il sapore di una “Vittoria di Pirro”. Quando scopriremo l’importanza della prevenzione con controlli sistematici? Possibile che nessuno abbia avuto coscienza del crimine che si perpetrava? I dipendenti sapevano che si attentava alla salute delle loro stesse famiglie? E quando dedicheremo alla prevenzione risorse umane e finanziarie sufficienti per raggiungere lo scopo?

Lawrence
Lawrence
1 Luglio 2025 12:40

Giusta la condanna ma che tragedia. E’ un prodotto indistruttibile. Leggete cosa riporta la stampa americana oggi: “We hope you had a chance to read our recent update and PFAS report shared earlier this week. On June  26, Waterkeeper Alliance—together with local Waterkeeper groups and Hispanic Access Foundatioreleased critical new findings: PFAS contamination was detected in 98% of U.S. waterways tested, with elevated levels downstream of wastewater treatment plants and biosolids sites. In fact, concentrations downstream from treatment plants were higher at 95% of sites, and 80% of sites near biosolids-applied fields showed elevated PFAS levels.”

Azul98
1 Luglio 2025 16:01

Il problema sta adesso nel processo penale, sperando che ciò che la Corte d’Assise ha promulgato non venga rispettato o peggio ancora le penali vengano abbassate e molti casi di corruzione assolti,o risarciciti con patteggiamenti sarebbe atroce,per chi ha lottato da anni fino adesso per trovarsi un con niente in mano. Se si pensa alle eroiche mamme No PFAS cosa hanno fatto e quanti hanno contattato, cosa hanno perso finora oltre che la salute propria e delle loro famiglie, avendo visto il video che si abbracciavano un urlo liberatorio sarebbe una beffa terribile.

Azul98
1 Luglio 2025 16:29

Si sa cosa sta succedendo nella regione del Giura tra La Francia e la Svizzera vicino a Basilea, 60.000 persone che non possono più bere acqua,ciò implica allattamento ai figli,conseguenze per tutti gli abitanti, esseri viventi e parlo di animali e habitat compromessi per sempre, kerosene sversato dall’aeroporto vicino nel torrente, Lione 150.000 persone che hanno bevuto PFAS per anni senza sapere nulla, un numero enorme di contaminati,da Forever Chemicals, il Vallone dalla 3M migliaia di persone e territori da bonificare, che si aggiungono allo scandalo Miteni, 350.000 persone per anni che hanno bevuto veleno al posto di acqua potabile,ed è soltanto la punta dell’iceberg, dalle nuove norme più restrittive Europee contro i PFAS e TFA, che si siamo bevuti per decenni che in Piemonte hanno fatto chiudere i rubinetti a migliaia di persone, che ne sarà del loro futuro, della loro economia, dato che si sta diffondendo a macchia d’olio un mostro che tutti volevano nascondere, e alla fine è emerso con tutte le sue problematiche, senza soluzioni attualmente. E c’è chi come le grandi multinazionali che ancora hanno il coraggio di minimizzare il problema. Articolo apparso oggi sul Guardian (https://www.theguardian.com/environment/2025/jul/01/pfas-forever-chemicals-water-contamination-saint-louis-france-aoe)

Azul98
1 Luglio 2025 17:30

E Riguardo le petizioni contro la Miteni le sempre fatte Greenpeace Italia, non Legambiente,e se le ha fatte ne fatte gran poche,che adesso non saltino tutti sul cavallo del vincitore, me lo ricordo benissimo e quante minacce che ho ricevuto dall’Azienda ,o bugie assurde :noi non c’entriamo nulla con questo, oppure ci sono altri peggio che stanno inquinando non noi, noi siamo in regola,lei verrà denunciato se non la smette,noi non c’entriamo, vada da un altra parte a rompere …,ci lasci lavorare siamo persone oneste noi. Le mamme No PFAS hanno fatto di tutto per vie legali e hanno bruciato sia i loro raccolti che le loro aziende compresi animali già abbattuti per evitare contaminazioni, solo il 5 stelle si era fatto vivo, poi più nulla con Di Battista, ma almeno si è fatto vivo. Ma altri dove erano,nelle udienze preliminari.

Gregorio
Gregorio
2 Luglio 2025 09:47

Che i pfas sono dei pesticidi eterni è risaputo, ma quanti altri pesticidi ci sono in giro? Siamo sottoposti a continue bombe chimiche che sovrastano la catena alimentare , con danni nocivi per la salute umana , agiscono silenti e quando c’è ne accorgiamo è troppo tardi.

Marino Visintini
Marino Visintini
8 Luglio 2025 08:04

la situazione in Friuli  che viene ignorata e/o tenuta nascosta !!! bisogna ricordare che secondo il report ISPRA nei corpi idrici superficiali e sotterranei del 2019 al quale ha collaborato anche Arpa FVG, sono state effettuate numerose misure tra la fine del 2017 e il 2018 in numerosi siti italiani, compresi 11 siti del Friuli V. G. tra cui il Comune di Premariacco, risultato essere uno dei siti maggiormente interessato dalla presenza di PFAS !! una situazione ignorata e/o sottovalutata dalle amministrazioni comunali locali e regionali !!!…altrochè acqua “BENE COMUNE”, dovremmo chiamare..”BENE INQUINATO”!!!!un’altro vergognoso primato per Firmano !!! dopo il soprannome di “capitale delle discariche” del Friuli ( in parte in Comune di Premariacco e in parte in quello di Cividale del Friuli, definito “Patrimonio Mondiale dell’Unesco e recentemente uno dei “Borghi più belli d’Italia” !!!!  una grande inchiesta giornalistica ha rivelato la sconcertante portata della contaminazione da PFAS in Europa che ha individuato l’esistenza di 17.000 siti contaminati; tra cui uno risulta a Firmano di Premariacco che, da campione di acque sotterranee prelevato nell’anno 2018, risultavano concentrazione di PFAS 818,8 ng/L (nanogrammi per litro) , quando i livelli considerati pericolosi per la salute sono superiori a 100 !!!! La mappa è stata pubblicata anche sul giornale francese ” Le Monde”

10
0
Ci piacerebbe sapere che ne pensi, lascia un commento.x