Una grossa frode è stata scoperta nel mondo del biologico grazie a un’indagine condotta dall’Unità investigativa dell’Icqrf e dalla Guardia di Finanza di Caserta. So sette gli indagati dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per frode in commercio e reati di associazione a delinquere e per aver distribuito (tra il 2016 e il 2022) ingenti quantitativi di prodotti agroalimentari falsamente dichiarati come biologici con un giro d’affari superiore ai 20 milioni di euro. Secondo quanto riportato dal quotidiano Caserta News la truffa vedeva la partecipazione di due imprese di trasformazione e di un’azienda ortofrutticola biologica oltre a un imprenditore della provincia di Catania e un altro con un’impresa in provincia di Cuneo. L’indagine è stata avviata sulla base delle segnalazioni del sistema Ofis (Organic Farming Information System) che hanno permesso di individuare la truffa.
Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio, ha commentato la notizia sull’indagine portata avanti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere dicendo che episodi come quelli del casertano costituiscono un grave danno di concorrenza sleale per tutti i produttori biologici onesti, pregiudicando anche i cittadini che scelgono un’alimentazione sostenibile a base di prodotti bio”. La Federazione propone soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
I nomi! Per una cosa così estesa e ramificata, i nomi dei responsabili e delle loro aziende dovrebbero comparire in tv. Altro che 12 mesi di interdizione…
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giusto, sarebbe un disincentivo per le aziende a commettere lo stesso reato.
Purtroppo questa ennesima frode porterà i consumatori a fidarsi sempre di meno del biologico.
Ma almeno i controlli funzionano.
Purtroppo non si sa se i controlli funzionano, non sapendo quale è il livello delle frodi… E’ come quando vedo il controllo delle strade, qualche multa ci esce, ma nell’insieme a parer mio la situazione è disastrosa, ognuno fa quel che vuole, ad esempio mai visto sanzionare biciclette che vanno in giro di notte senza luci, e i posti di blocco non li vedo quasi mai. Come facciano poi a fare circolare certi camion che lasciano dietro di sé nebbie di scarichi, o motorini che sono chiaramente truccati, per me è sempre un mistero…. I controlli appunto non funzionano….
Buongiorno sig. Osvaldo F, sono molto d’accordo con le sue espresse considerazioni e con la conclusione che ne deriva.
Magari se fermano qualcuno che ha tutto in ordine si cerca il cavillo per sanzionarlo.
Per quanto mi riguarda non sto troppo dietro al bio, forse se avessi più interesse cercherei dei contatti più diretti coi produttori, come ad esempio l’adesione ai Gruppi di Acquisto Solidale.
Purtroppo da questo punto di vista ho anche il problema delle allergie e dei gusti alimentari, non posso permettere che mi venga inviato quello che c’è, per entrambi i motivi.
È regola generale consolidata che truffe nella vendita del falso bio sono molto più frequenti in piccole attività che nella grande distribuzione
Dalla notizia non si evince che i coinvolti siano tanto piccoli. La frode scoperta, perpetrata in circa sette anni, è di circa venti milioni di euro (sic).
A proposito di FederBio, mi riferisco a questa parte dell’articolo: ” La Federazione propone soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse”.
Rimango basito da questa intenzione, in quanto fa parte del lavoro di FederBio.
I controlli non sono dei Nas, ma, in primis, dai tecnici delle associazioni del biologico federate a FederBio. Ad esempio, in questo caso qual’è l’Ente di certificazione? Che periodicità e che livello qualitativo avevano i controlli a questo truffatore? Ha emesso una nota stampa sull’accaduto? FederBio quali iniziative intraprende – al di là dei buoni propositi di un “futuro ideale” – nei confronti dell’asssociato (cioè l’ente certificatore riconosciuto dalla legge per concedere il marchio di biologico) che è stato “gabbato” da finti produttori biologici?
Certo che notizie come questa distruggono ancora di più la già scarsa fiducia della gente nel biologico. E siccome sono prodotti che si pagano profumatamente e spesso vengono acquistati per i bambini, gli anziani e gli ammalati, bisogna aumentare i controlli e se qualcuno imbroglia dev’essere punito senza esitazione.
Perché non dite mai il nome delle aziende coinvolte?
Personalmente ho una convinzione, ieri le aziende hanno fatto guadagni ingenti inquinando. Oggi li fanno ugualmente, con la scusa del biologico avendo, in modo fittizio, un riguardo particolare all’ambiente. Da più parti ci si lamenta dell’inquinamento atmosferico. Non vi è giorno in cui uno spot televisivo pubblicizza la diminuzione delle api. Com’è possibile immaginare che in un terreno venga praticata la coltivazione biologica e nei terreni confinanti o antistanti le coltivazioni sono del tipo tradizionale, o magari vi sono industrie la cui tipologia di produzione è magari al limite d’inquinamento dell’aria. C’è qualcosa, forse di più, che non funziona. Non trovate?
Ci sono parametri precisi da rispettare per le coltivazioni per non essere contaminate da coltivazioni adiacenti
Purtroppo non è così.
Nel 2010 ho fatto shoc anafilattico sulla proprietà (nel frutteto) di una fruttivendola, in Veneto. La sua proprietà era (e la situazione è la stessa ora) circondata dai vignetti dei suoi vicini, che con il biologico nulla avevano a che fare.
Allora il frutteto non era certificato biologico se confinava con campi convenzionali
Se non rendono pubblici i nomi, la notizia ha un solo scopo: screditare il biologico.
Andrea Ricci ha ragione, è necessario conoscere i nomi delle aziende incriminate. Una truffa di 20 milioni di euro in sette anni potrebbe sembrare insignificante rispetto ai 5.017 miliardi di euro dichiarati da Federbio quale valore attuale del mercato italiano del biologico. Tuttavia mantenere l’anonimato danneggia gravemente l’intero comparto. Un mio amico, venuto a conoscenza della notizia, mi ha detto “Finora ero disposto a spendere di più convinto di tutelare la mia salute. Da questo momento ho deciso di smettere”.
Quello che non riesco a capire è come mai dal 2016 la frode è proseguita fino al 2022? Noi che trasformiamo prodotti biologici abbiamo annualmente i controllo ben puntgiliosi nonostante siamo trasformatori. Ora come mai aziende di produzione di materie prime riescono a truffare tali quantitativi? E non fare i nomi la ritengo una truffa ancora maggiore verso i produttori onesti
dal 2016 al 2022 nessun controllo ?
nemmeno sul prodotto?
A dire il vero i giornalisti sono al lavoro e alcuni nomi di aziende stanno filtrando, ma non essendo notizie ufficiali porta disgrazie fare nomi e cognomi prima del termine delle indagini.
Si rischiano querele fastidiose e costose.
Bravi giornaliste/i.La controinformazione alimentare è ottimo elemento contro il rimbambimento generale.
Comunque il Corriere del mezzogiorno scrive ciò:Le false fatture hanno dato copertura documentale alla frode, che è stata comunque scoperta grazie ai normali controlli compiuti in tutta Europa sui prodotti biologici. Prima gli ispettori di Germania e Olanda hanno trovato sostanze che nei prodotti biologici non sarebbero dovute esserci; l’esito di queste analisi, tramite la piattaforma Ofis (Organic farming information system), è stato segnalato anche alle autorità italiane, in particolare agli Ispettori dell’Unità investigativa centrale del Ministero . Quindi i nostri controlli sul biologico sono poco efficaci probabilmente ..
e tutti questi prodotti sono stati venduti a prezzo maggiorato, truffando i consumatori…fare i nomi mi sembra il minimo…
poi ci sarebbe anche un discorso di chiarezza su cosa si intende per bio…sarebbe da chiarire cosa si può usare in una coltivazione bio…i residui permessi etc…
Il biologico è normato in maniera precisa per cui ogni operatore può utilizzare solo determinate sostanze e nelle modalità e quantità definite dalla legge, cosi come sono regolamentati anche eventuali residui.