“La scienza non può essere di parte”. È l’appello del collettivo NoFakeScience firmato da 250 scienziati e divulgatori scientifici francesi rivolto ai giornalisti: “Lo stato delle nostre conoscenze non può essere un supermercato in cui possiamo scegliere solo ciò che ci si addice e lasciare sullo scaffale ciò che contraddice le nostre opinioni.” L’appello, che riprendiamo integralmente, è stato pubblicato originariamente su L’Opinion in Francia, in Canada da Le Soleil, in Svizzera da Heidi.news e in Belgio da La Libre.
Noi, scienziati, giornalisti e cittadini preoccupati stiamo lanciando un avvertimento sul trattamento dell’informazione scientifica nei media, così come sul posto riservato a esso nei dibattiti sulla società. In un momento in cui la sfiducia nei confronti dei media e delle istituzioni sta raggiungendo nuove vette, chiediamo di mettere profondamente in discussione l’intera catena dell’informazione, in modo che gli argomenti di carattere scientifico possano essere comunicati a tutti senza sensazionalismo o distorsioni ideologiche, e che la fiducia possa essere ripristinata a lungo termine tra scienziati, media e cittadini.
In una democrazia, i giornalisti hanno una pesante responsabilità perché, dalla libertà che hanno e dalla qualità delle informazioni che forniscono, dipende la qualità del dibattito pubblico e le scelte che ne derivano. Il metodo scientifico, da parte sua, consente di produrre conoscenze affidabili che possono fungere da base di riflessione per le politiche pubbliche che trattano questioni complesse come cibo, salute pubblica o ecologia (1).
Appare evidente che la comunità scientifica e i giornalisti devono lavorare mano nella mano; la prima non deve isolarsi mediaticamente per paura di vedere distorto il suo lavoro, i secondi non possono permettersi di mascherare il lavoro della comunità scientifica, né i fatti. È su quest’ultimo punto che vogliamo avvertire i media. Oggi assistiamo a un crescente abuso del lavoro degli scienziati. I loro risultati sono spesso presentati solo se rafforzano le opinioni preesistenti. In caso contrario, alcuni suggeriranno una loro remunerazione da parte una lobby malevola.
Cerchiamo di essere chiari: lo stato delle nostre conoscenze non può essere un supermercato in cui possiamo scegliere solo ciò che ci si addice e lasciare sullo scaffale ciò che contraddice le nostre opinioni. Esiste infatti un consenso scientifico su argomenti diversi, come:
- Salute
– Il rapporto rischio/beneficio dei principali vaccini è incontestabilmente a favore della vaccinazione (2,3)
– Non ci sono prove dell’efficacia dei prodotti omeopatici (4) - Agricoltura
– Alle attuali esposizioni professionali e alimentari, le varie autorità responsabili della valutazione del rischio associato all’uso del glifosato considerano improbabile che presenti un rischio cancerogeno per l’uomo (5,6,7).
– Il fatto che un organismo sia geneticamente modificato (Ogm) non costituisce di per sé un rischio per la salute (8). - Cambiamento climatico
– Il cambiamento climatico è reale e di origine prevalentemente umana (9).
– L’energia nucleare è una tecnologia a basse emissioni di carbonio e può contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico (10).
Questi punti non sono semplici opinioni. Queste sono le conclusioni tratte dalla letteratura scientifica e supportate da istituzioni scientifiche affidabili, come l’Oms, l’Accademia europea delle scienze, l’Accademia nazionale di medicina, l’Accademia dell’agricoltura o il Gruppo intergovernativo di esperti sul clima (Ipcc).
Certo, la scienza non ha una risposta a tutto. Ci sono questioni che non hanno portato a un consenso chiaro o addirittura sono senza risposta. È quindi perfettamente legittimo che i media presentino e spieghino il dibattito in corso. Ma se esiste un consenso, il giornalista deve essere in grado di identificarlo, cercare di capirlo e di riferire su di esso. Non è opportuno dare tanto peso a un fatto scientifico debitamente stabilito quanto alla sua negazione. Sarebbe impensabile, per esempio, se dopo quindici minuti di notizie sulla stazione spaziale internazionale, dessimo anche quindici minuti di antenna ai seguaci della Terra piatta.
Comprendiamo che “i mercanti del dubbio”, inclusi alcuni scienziati, hanno provato e stanno ancora cercando di distrarre il pubblico dal consenso. Tuttavia, i giornalisti si sbagliano se credono che la comunità scientifica sia il loro nemico. Quest’ultima rischierebbe di allontanarsi ancora di più dai giornalisti.
Infine, vogliamo sottolineare la differenza tra le scale temporali scientifiche e quelle dei media. L’interpretazione entusiastica o esagerata dei risultati preliminari e dei piccoli progressi, presto contraddetti o sfumati, offusca il messaggio rivolto al pubblico. Se è legittimo cercare di informare il prima possibile, questa reattività può essere controproducente, soprattutto senza le chiavi per comprendere le notizie scientifiche.
È urgente rivedere il posto che le informazioni scientifiche hanno nei media e nel dibattito pubblico, per evitare di allargare il divario tra scienziati e giornalisti. Pensiamo insieme a come dare alla scienza il posto che merita. Per un dibattito pubblico calmo e razionale, per il bene della nostra vita politica, per i nostri concittadini.
“La scienza non ha patria”, ci dice Louis Pasteur. Aggiungiamo che non può avere pregiudizi ideologici.
Note:
- Assemblea nazionale. Risoluzione su Scienza e Progresso nella Repubblica. Sessione ordinaria dell’Assemblea nazionale del 21 febbraio 2017.
- Accademia nazionale di medicina, Accademia delle scienze. Le difficoltà di informare il pubblico sulle vaccinazioni. Accademia nazionale di medicina – Accademia delle scienze. Novembre 2011.
- CHI. 10 minacce alla salute globale nel 2019. CHI. Accesso 20 febbraio 2019.
- EASAC. Omeopatia: dannosa o utile? Gli scienziati europei raccomandano un approccio basato su prove scientifiche. Accademia delle scienze. Comunicato stampa di venerdì, 29 settembre 2017.
- Gazzetta EFSA. Conclusione sulla revisione inter pares della valutazione del rischio dei pesticidi sulla sostanza attiva glifosato. Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Rivista EFSA, 12 novembre 2015.
- FAO. Specifiche FAO e valutazioni per i pesticidi agricoli – Glifosato. Accesso 20 febbraio 2019.
- ANSES. Opinione ANSES sulla natura cancerogena del glifosato nell’uomo. 12 febbraio 2016.
- OMS. Sicurezza alimentare – Domande frequenti sugli alimenti geneticamente modificati. OMS. Maggio 2014.
- IPCC. Climate Change 2013: The Physical Science Basis. Contributo del 1o gruppo di lavoro al quinto rapporto dell’IPCC, 2013.
- IPCC. Riscaldamento globale di 1,5 ° C – Relazione speciale IPCC. Capitolo 2: percorsi di mitigazione compatibili con 1,5 ° C nel contesto dello sviluppo sostenibile. IPCC. Accesso 20 febbraio 2019
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[sostieni]
Tutto coretto e tutto condivisibile ma … un paio dal mucchio: la stessa scienza che considera l’energia nucleare pulita non ha dato per esempio risposte affidabili sullo smaltimento delle scorie se non (forse) seppellirle in qualche buco profondo e ci penseranno le generazioni future.
A queste generazioni meglio lasciare un mondo sporco di co2 o di radiazioni ?
E il glifosate … ok alcuni studi lo danno non cancerogeno per l’uomo, ma altri studi https://ilfattoalimentare.it/glifosato-danneggia-api.html (anche qui studiosi, non di invasati “cialtroevi” per usare un termine caro ad un altro utente di questo forum) suggeriscono cautela.
Allora dove sta il giusto ?
Sul nucleare i francesi hanno una posizione molto diversa dalla nostra avendo decine di impianti in tutto il Paese. Io sono d’accordo con lei sul difficile problema dello smaltimento delle scorie.
Dimenticavo: la comunità scientifica VIVE di dibattito anche acceso e ricerca affannosa e lunga di dati probatori (= metodo scientifico dell’Illuminismo razionale ormai declinante).
I salotti televisivi e i il web posticcio e frettoloso vivono del sentito dire dei luoghi comuni più orecchiabili di sparate e slogan possibilmente contro le “elite” (Cialtronevo, nuova, drammaticamente crescente, epoca storica).
p.s: sul nucleare una grossa fetta di “scienziati” si è da sempre pronunciata contro gli evidenti rischi di cattiva gestione degli impianti, di eventi naturali catastrofici e, soprattutto, dell’irrisolto problema delle scorie.
La Scienza di unico ha solo il metodo
Pero’ questa affermazione contraddice l’universalita’ della scienza , se la appartenenza nazionale incide sulla presunta veridicità di una affermazione scientifica allora questo manifesto e’ carta straccia.
E’ mia convinzione che in molti campi scientifici i pareri siano discordanti fra gli stessi scienziati e che le determinazioni di che cosa è vero e cosa è falso sia molto sottile, quindi se non sono concordi tra loro cosa dobbiamo pensare noi lettori?
Non è colpa degli scienziati in particolare ma di un sistema complesso che su alcuni punti la scienza sia assente , per mancanza di volonta’ di qualcuno che non siamo noi , e arrivi sempre regolarmente fuori tempo massimo , un esempio sia le telecomunicazioni e i rischi presunti sul 5G , abbiamo avuto or ora qualche risultato sul 2 e 3G non incoraggiante , per avere notizie del 5G forse dovremo aspettare 20 anni ?
La fiducia è una cosa strana ma dire che dobbiamo essere convinti oltre ogni ragionevole dubbio non è sbagliato.
SIG.ROBERTO LE SCORIE RESTERANNO ANNI LUCE .I NS FRATELLI UMANI CHE VERRANNO CI MALEDIRANNO PER QUELLO CHE ABBIAMO LASCIATO,SENZA PARLARE DELLE ARMI NUCLEARI:GLI SCIENZIATI HA QUESTO NON HANNO PENSATO:MA QUALCHE DUBBIO MI SOVVIENE. CARI SCIENZIATI SE IL DANNO È PIÙ DEL GUADAGNO(PARLO DI VITE UMANE)LA RICERCA SI FERMA.PUNTO.MON AGGIUNGO ALTRO.
In pratica gli scienziati in maggioranza hanno stabilito alcuni punti fermi e chiedono alla stampa e ai media di non dare credito alla massa popolare che in ASSENZA di certezze definitive ( perche’ tutti i punti citati sono comunque contestati da qualche scienziato) chiede spiegazioni di fenomeni tipo ad esempio gli effetti collaterali negativi di farmaci in generale oppure come gia’ precedentemente riferito dove cavolo mettere le scorie nucleari o del perche’ tanti governanti anche importanti si battono a favore del carbone e degli oli minerali ma questo lavoro sporco devono farlo altre forze sociali mentre loro ascoltano in congressi ,finanziati da aziende del fumo, le meraviglie dellle sigarette di nuova generazione .
Mi meraviglio che non ci fosse tra i punti citati l’abuso da alcool e droghe e il fumo .
I tempi della scienza possono glustamente molto lenti ma invece a volte le determinazioni scientifiche dipendono da chi fornisce i fondi per la ricerca.
Quindi in sostanza i media devono lavorare mano nella mano con gli scienziati e non badare alle proteste popolari , questa è una bella tirata d’orecchie.,
Ma dove eravate quando anni fa le sinistre europee (e non solo) manifestavano contro OGM, energia nucleare e via cantando?
Strano che adesso che, coi loro abituali voltagabbanismo, sono a favore di queste cose escono appelli del genere…
una domanda mi sorge spontanea , potremo continuare ad avere voce e criticare e chedere ulteriori spiegazioni a questa scienza anche in pubblico , a esprimere difformita’ di vedute oppure ci dobbiamo preparare a subire queste certezze senza controbattere.
La scienza ci ha insegnato che non e’ mai detta l’ultima parola su NESSUN argomento , escono ogni giorno ricerche che smentiscono certezze precedenti , quindi noi non abbiamo molte alternative , dobbiamo continuare a criticare e indirizzare la luce negli angoli bui e poi sta ai diffusori di notizie se seguire una parte sola o entrambe.Grazie.
Cronaca
Philip morris sponsor e relatore ai congressi di medicina. Società scientifiche: “Ministro e Iss dicano se è lecito”
Philip morris sponsor e relatore ai congressi di medicina. Società scientifiche: “Ministro e Iss dicano se è lecito”
La multinazionale del tabacco ha partecipato a 25 convegni medici nel 2018 e risulta tra i principali finanziatori dell’ultima edizione del Festival della scienza medica di Bologna, in cui si è discusso tra le altre cose dei prodotti alternativi per i fumatori. Il movimento Tobacco Endgame chiede chiarimenti al ministro della Salute: “Come si concilia il profitto di chi vende prodotti nocivi con la salute?”
di Chiara Daina | 9 Giugno 2019 da ILFattoQuotidiano
Anche questa e’ scienza con cui dobbiamo e dovete andare mano nella mano.
Il fatto sconcertante è che c’è bisogno di ribadire che la scienza dovrebbe essere imparziale. Invece non è passato tanto tempo da quando negli Stati Uniti si deploravano gli istituti universitari perché falsificavano i dati della ricerca per ricevere fondi, sia governativi, sia da privati.
Il punto essenziale è proprio la questione economica, dove il marketing ha il sopravvento, invece bisognerebbe scriverlo con due t.
In passato, penso ad Einstein ma anche a Feynman o Rubbia, lo scienziato deve essere eticamente consapevole del suo ruolo e quando si danno i risultati si dovrebbero mettere in luce tutte le zone d’ombra e le obiezioni ai dati riportati, magari spiegando come vengono risolte dalle sperimentazioni o a livello teorico.
Infine se l’approccio diventa anche filosofico si ricordi che la percezione della realtà è sempre soggettiva (scuola di Vienna ed anche fisica quantistica) e solo una discussione feroce delle condizioni dell’esperimento permettono di fare veramente scienza.
Consiglio vivamente la lettura intitolata Cargo culta di Richard Feynman a tal proposito, facilmente reperibile in rete e di tutta la produzione della scuola di Copenaghen di cui Niels Bohr era il nume tutelare.
Mi pare molto la fotocopia del manifesto della scienza di Burioni e compagni di italica produzione.
Cosa stanno proteggendo questi signori? La loro indipendenza? Ne dubito molto.
Quando c’è bisogno di queste cose significa che il dubbio sta salendo a livelli tali che più nessuna istruzione è credibile.
la scienza …gli scienziati ..
ognuno di loro ha il proprio colore politico .. questo inevitabilmente segna nella maggior parte dei casi le loro scelte e comportamenti che spesso e volentieri sono spinti da proprie cieche ideologie ben lontane dai “risultati riproducibili”
mettiamoci tutto quanto già evidenziato (studi finanziati , mancanza di fondi) … sono oramai finiti i tempi di Einstein e per seguire il suggerimento di Pasteur e dell’autore, bisognerebbe vivere in un mondo fatto di esseri umani con un livello di evoluzione diverso da quello attuale…
Condivido quanto detto da DoDo.
E se anche in Francia hanno molte centrali nucleari, il problema delle scorie, di dove si mettono, del come si mettono e per quanto tempo e per quanto tempo, il luogo dove vengono seppellite, rimarrà inalterato di fronte ad eventuali catastrofi che si potrebbero presentare? Le cave di sal gemma con i loro problemi e costi altissimi per mettere in sicurezza ciò che vi è stato seppellito, è sotto gli occhi di tutti! Costi altissimi (per decenni) anche per mettere in sicurezza (se così si può dire) le centrali che vengono chiuse!
Scienziati che arrivano a dire ciò……sono così attendibili, dopo tutto??
In questo articolo c’è un sottile velo di arroganza. Dobbiamo fidarci della scienza? Ma la scienza è continua ricerca, è continua novità, non è certo una fede. Chi contesta certe affermazioni scientifiche non è solo la “gente”, ma altri ricercatori scientifici. Infine affermare che le ricerche non siano finanziate anche da multinazionali o aziende farmaceutiche che hanno obiettivi commerciali precisi mi sembra incredibile.