La redazione di Annozero il 24 giugno (14 giorni  dopo la trasmissione “Padania al verde” andata in onda il 9 giugno) ha pubblicato sul sito un breve annuncio dove riconosce  che Granarolo è totalmente estraneo al filmato sulle sofisticazioni con il latte in polvere.



“A seguito della messa in onda del documentario “Padania al verde” riteniamo importante precisare  che tra i prodotti da noi messi in discussione  non c’era il latte fresco  alta qualità Granarolo, che ci risulta di ottima qualità e del quale non abbiamo mai detto che venga importato dall’estero. 
Più in generale, dal nostro reportage, non emergono motivi di preoccupazione per il latte venduto come fresco in Italia. Il nostro documentario ha riguardato anche il latte a lunga conservazione (latte UHT) proveniente prevalentemente dall’estero. Il latte da noi campionato, contro quanto previsto dalla legge, è risultato composto in misura rilevante da latte in polvere rigenerato, ma tra i campioni di latte UHT da noi analizzati non c’erano prodotti Granarolo.
La tesi del nostro documentario è che in Europa non esistono controlli efficaci per garantire, sia all’industria sia al consumatore, che non venga spacciato latte in polvere come latte puro.”

Si tratta di un annuncio per addetti ai lavori, poco comprensibile dal grande pubblico, come del resto era difficile da capire la campagna pubblicitaria avviata il giorno dopo la trasmissione  sui quotidiani  da Granarolo  dove l’azienda rivendicava la buona qualità del suo latte, con lo slogan  “Il buon latte italiano abita qui, vieni a trovarci “.

Sulla vicenda  della trasmissione  ho già espresso un parere il giorno dopo. Adesso che la storia semba giutna all’epilogo è il momento di  un bilancio che purtroppo  non è entusiasmante perchè sul terreno ci sono troppe vittime.

La prima è la verità sulla qualità del latte,  che nel servizio proposto da Annozero viene falsata,  dando un’immagine negativa del prodotto. Questo è sicuramente un danno gravissimo per  tutto  il settore.

La seconda vittima è la trasparenza , ovvero la scarsa capacità di  Granarolo di sostenere con forza la sua verità attraverso annunci sui giornali più efficaci, comprensibili da tutti i consumatori.

La terza vittima è la deontologia professionale, ovvero la difficoltà dei giornalisti  di ammettere i propri errori. A questo proposito va però aggiunto un particolare importante. Se  in questo caso c’è stata sicuramente una sbavatura nel servizio che ha danneggiato non solo Granarolo ma l’intero settore, in molti altri casi le aziende quando si sentono attaccate  reagiscono anche senza validi motivi attraverso il loro studio legale. Si tratta di un atteggiamento altrettanto negativo da correggere.

Aggiornamento domenica 27 giugno 2010

Oggi Granarolo ha pubblicato sui quotidiani  la Repubblica e  Corrriere della sera questa pagina pubblicitaria che riprende integralmente  il comunicato di Annozero .


Roberto La Pira

 Foto:Flickr