Se si vuole preservare il cuore, la dieta migliore non coincide esattamente con quelle raccomandate finora: rispetto ai mix classici, infatti, è importante non demonizzare i latticini (soprattutto quelli che derivano da latte intero), anzi, dare loro grande spazio, e neppure, entro limiti ragionevoli, si deve evitare la carne non trasformata. In più, bisogna ricordare la frutta secca a guscio e il pesce, grande protagonista insieme a frutta, verdura e legumi. Ci sono, di fatto sei alimenti che non devono mancare, mentre sugli altri tutto dipende dalle quantità. È abbastanza diversa da quelle cui siamo abituati la dieta per il cuore che emerge da uno studio nel quale è stato valutato il consumo quotidiano di sei alimenti cardine, scelti per il dimostrato effetto benefico, su un totale di circa 250mila persone residenti in oltre 80 Paesi. Ciò che sembra davvero contare è infatti la loro presenza: tutto il resto è relativo.
Gli autori, ricercatori della McMaster University e dell’istituto di ricerca Hamilton Health Sciences, hanno inizialmente attribuito un punteggio che va da uno a sei all’alimentazione dei partecipanti: quando il consumo di uno dei sei alimenti benefici per la salute del cuore superava la media si guadagnava un punto, altrimenti zero. Quindi hanno messo in relazione, in un primo gruppo di 147mila persone di 21 Paesi seguite per 9,3 anni, i punti ottenuti con lo stato di salute, e hanno scoperto così che punteggio medio era pari a 2,95. Ma, soprattutto, hanno visto che la dieta ottimale era così composta: 2-3 porzioni di frutta e 2-3 di verdura al giorno, 3-4 porzioni di legumi a settimana, 7 porzioni di frutta secca a guscio alla settimana, 2-3 porzioni di pesce alla settimana e 14 porzioni di latticini alla settimana (latte intero, yogurt e formaggi). Moderate quantità di cereali integrali e carne rossa non lavorata possono essere incluse nella dieta senza effetti negativi.
In questo studio, durante il periodo di osservazione ci sono stati 17.700 decessi e oltre 40.700 eventi cardiovascolari. Confrontando chi aveva un’alimentazione sana (cioè raggiungeva un punteggio da 5 a 6) con chi ne aveva una sconsigliabile (punteggio pari a uno o meno), si è visto che i primi avevano anche un rischio di morte inferiore del 30%, di malattie cardiovascolari del 18%, di infarto del 14% e di ictus del 19%. Quindi hanno confermato quanto osservato in ulteriori cinque ricerche indipendenti, condotte su 97mila persone di 70 Paesi molto diversi (uno dei valori aggiunti di questo grande sforzo), e pubblicato il risultato su European Heart Journal. Un aspetto interessante è l’assenza della carne: secondo gli autori, non ha una rilevanza cruciale, se consumata in quantità moderate e soprattutto se non è trasformata.
Darius Mozaffarian, della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston crede molto in questi risultati, e li ha commentati così in uno specifico editoriale: “In definitiva, questo nuovo report dallo studio PURE fornisce preziose evidenze confermative da diverse nazioni dell’importanza di alimenti protettivi per la salute, come frutta, cereali integrali, legumi, frutta secca/semi e latticini. Questi risultati sono ampiamente coerenti con la maggior parte delle linee guida nutrizionali mondiali (ad eccezione del fatto che delle linee guida attuali spesso enfatizzano i latticini magri, piuttosto che qualsiasi tipo di latticino). È tempo che le linee guida nutrizionali nazionali, le innovazioni del settore privato, la politica fiscale dei governi e gli incentivi agricoli, le politiche di approvvigionamento alimentare, l’etichettatura e gli altri aspetti normativi e gli interventi sanitari basati sull’alimentazione si mettano in pari con la scienza. Milioni di vite dipendono da questo”.
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Giornalista scientifica
Purtroppo sta succedendo sempre più spesso e questo molto grazie anche al web, che ogni giorno viene citato uno studio, di cui nessuno di noi o meglio la gran parte di noi, può verificare la serietà, la veridicità, e cosa non da meno, come siano stati condotti gli studi, con quali metodi in modo molto specifico e molti altri importanti fattori che hanno determinato lo studio. Succede toppo spesso infatti che questi studi siano contradditori. Potrei citarne altri che negano quello che viene qui affermato. Non basta citare un’università, una scuola americana o britannica, naturalmente sempre con titoli in inglese ad effetto e magari un po’ altisonanti. Sta di fatto che la ricerca per la gran parte è in mano alle case farmaceutiche, non ad istituti indipendenti, che vengono costante boicottati e non hanno potere, perché sempre a corto di fondi. Già questo sarebbe sufficiente per capire, ma qui si apre un capitolo lungo di cui in verità non si parla mai.
Giusto i medici a tutti i livelli vengono in parte influenzati e aggiornati dalle case farmaceutiche e dalle industrie agroalimentari
Esattamente quello che pensavo mentre leggevo l’articolo
verissimo.ogni giorno si ascoltano consigli nutrizionali contrastanti .a chi dobbiamo credere……
….. penso bene di voi, leggo e quando lo ritengo possibile invio ad amici e conoscenti che si occupano di salute…..
porzione non significa nulla; indicare i grammi (o gli etti ecc)
Non ho particolari e approfondite conoscenze in questo campo, ma mi pare ragionevole come dieta. Anche per chi non è soggetto a problematiche cardiovascolari. Però, le 14 porzioni settimanali di latticini mi sembrano un po’ troppe …
Molto interessante, seguo questa dieta da anni!
Complimentissimi, la chiarezza e la scienza migliorano la vita di milioni di persone
Questo articolo non induce ad acquistare integratori o diete prodotte da ditte specializzate. Cita studi sul consumo di determinati alimenti acquistabili anche direttamente da un produttori facendo scelte consapevoli. Chiaro che qualche strappo ci sta ogni tanto…
credo che ci sia un errore quando scrivete “carne rossa non lavorata o carne bianca al giorno”
Grazie per la segnalazione, abbiamo corretto.
Ottime informazioni necessarie soprattutto per giovani
Grazie