La Food and Drug Administration ha reso noti i nuovi obiettivi per la riduzione del consumo di sale, rivolti soprattutto ai produttori e ai gestori dei ristoranti. Nei prossimi due anni e mezzo, i livelli di sodio negli alimenti industriali e in quelli pronti dovranno essere ridotti del 12% in media, per assicurare che ogni americano con più di 14 anni non ne assuma più di 3 grammi al giorno (contro gli attuali 3,4), un valore ben al di sopra di quello indicato dalle Linee guida ufficiali, che si fermano a 2,3 grammi.
Per il momento si tratta di poco più di una ‘moral suasion’, che ha prontamente incontrato le critiche di molti medici, capitanati dall’American Heart Association, che ha affermato in una dichiarazione ufficiale: “È un passo in avanti, ma non basta”. Va detto che più o meno il 90% degli americani di tutte le età assumono più sale del dovuto, soprattutto attraverso gli alimenti pronti, di cui sono formidabili consumatori. Inoltre più di quattro su dieci tra gli adulti, uno su dieci tra i bambini e uno su otto tra gli adolescenti hanno valori di pressione troppo alti, che sarebbe urgente riportare entro le soglie di normalità. Se fosse davvero raggiunta una diminuzione del consumo di sodio del 12%, ci sarebbero già molte migliaia di casi di malattie cardio- e cerebrovascolari, e relativi decessi, in meno, ma i veri obiettivi dovrebbero essere più ambiziosi. Per questo i medici e i nutrizionisti pensano che un intervento di questa entità non sia sufficiente, che sia troppo lento e che oltretutto la volontarietà dei provvedimenti sia un ostacolo non da poco.
In teoria, il cambiamento delle ricette dovrebbe riguardare 16 categorie di cibi processati, confezionati e pronti, per non meno di 163 sottocategorie di prodotti, tra i quali vi sono formaggi, salumi e hot dog, frutta secca e semi lavorati (quasi sempre salate), salse, prodotti da forno come i cracker e molto altro. Visti i precedenti con lo zucchero e i grassi, l’idea che la riduzione del sale sia delegata alle decisioni delle aziende e dei ristoratori non lascia prevedere un esito molto positivo. Secondo la Fda, però, proprio la gradualità e i tempi lunghi potrebbero assicurare a questa iniziativa il successo che altre non hanno avuto.
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Giornalista scientifica
ma che riduzione…va eliminato