Nonostante le linee guida volontarie adottate dall’industria alimentare, la riduzione del sale negli alimenti processati è “molto inferiore” a quanto previsto e la lista dei prodotti che non hanno fatto progressi in questa direzione è lunga. Lo afferma un rapporto di Health Canada, il dipartimento per la salute pubblica del governo canadese, da cui emerge che il 48% delle categorie di prodotti non ha fatto alcun passo avanti nella riduzione del sale e addirittura in alcuni alimenti si registra un aumento. Solo nel 14% dei casi è stato raggiunto l’obiettivo di riduzione previsto per la Fase III del programma volontario.
Le linee guida pubblicate da Health Canada nel giugno 2012, dopo un’approfondita consultazione dell’industria alimentare nei tre anni precedenti, avevano l’obiettivo di ridurre la quantità media giornaliera di sodio dei canadesi da 3.400 milligrammi a 2.300 nel 2016.
Secondo l’approccio volontario adottato dal governo canadese, le linee guida indicavano una riduzione del sale da conseguire in tre fasi per 15 categorie di prodotti come quelli da forno, cereali da colazione, latticini, grassi e oli, prodotti ittici, piatti misti, prodotti a base di carne, minestre, salse e condimenti, spuntini, alimenti per neonati e lattanti.
Circa l’80% dei canadesi consuma più della dose massima consigliata di 2.300 milligrammi di sodio al giorno, ma i tassi di assunzione di sodio elevata per i bambini sono ancora più alti. Secondo Health Canada, tra i bambini di età compresa tra quattro e otto anni, il tasso di assunzione eccessiva è del 93% e tra gli adolescenti è del 97%. Oltre il 75% del sodio consumato dai canadesi proviene da alimenti trasformati.
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