Il sistema di allerta alimentare della Valle d’Aosta segnala il ritiro dal mercato delle vaschette di salame affettato Clever per una contaminazione batterica dovuta a Listeria monocytogens. Il salame è confezionato in vaschette da 120 grammi ed è prodotto da Industrie Alimentari Rondanini di Busto Garolfo (MI) per la catena di supermercati Billa, che utilizza questo marchio come marca privata per decine di prodotti alimentari. Billa ha pubblicato sul sito un avviso (vedi foto sotto) per avvisare la clientela con i riferimenti del lotto ritirato: L037/14 SA, prodotto il 14 febbraio 2014, che riporta le date di scadenza 27/05/2014, 28/05/2014, 02/06/2014 e 04/06/2014.
Il motivo del ritiro è una contaminazione da Listeria monocytogenes, un batterio che può dare origine a disturbi gastrointestinali e in alcuni soggetti a rischio può sfociare in malattie sistemiche più gravi come la meningite. Sul sito della Val d’Aosta vengono indicati i seguenti punti vendita: BILLA Via Festaz, 10 Aosta (AO) e BILLA Corso Battaglione, 5 Aosta (AO). I consumatori che hanno in casa il prodotto contrassegnato da questo lotto sono pregati di non consumarlo e di riconsegnarlo al responsabile del punto vendita per il rimborso. Probabilmente il salame ritirato è stato venduto in molti supermercati della catena. Aspettiamo notizie al riguardo e vi terremo aggiornati.
Il rischio Listeria, secondo l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie
Il genere Listeria comprende sei specie di cui solo una, Listeria monocytogenes, è patogena e pericolosa per l’uomo e gli animali. Il batterio ha una bassa incidenza all’interno della popolazione, ma quando colpisce può causare infezioni con conseguenze spesso gravi e con tassi elevati di ospedalizzazione e mortalità. Sebbene possa colpire anche adulti sani, con problemi di natura gastrointestinale, la Listeria è soprattutto pericolosa per gli individui a rischio: anziani, pazienti oncologici, soggetti immunocompromessi, donne in gravidanza. Il sistema con cui si trasmette Listeria è soprattutto alimentare, anche se esistono trasmissioni da madre a figlio, da animale a uomo e infezioni ospedaliere.
Listeria si può trovare in prodotti lavorati pronti al consumo, conservati in frigo e consumati senza cottura, nel latte crudo e nei prodotti derivati, nelle carni e nel pesce, negli ortaggi. Il calore, quindi la cottura, lo uccide, mentre sopravvive benissimo a basse temperature e cresce in un intervallo di temperatura compreso tra 0° e 45°C. I sintomi da infezione da Listeria possono essere diversi in relazione al soggetto. Nelle donne in gravidanza provoca conseguenze paragonabili a una influenza, problemi gastrointestinali fino ad arrivare ad aborto o parto prematuro. Il feto può contrarre l’infezione e presentare un quadro clinico grave dopo la nascita: nei soggetti che hanno contratto l’infezione dalla madre il tasso di mortalità è molto elevato. Nei pazienti immunodepressi la sintomatologia è prevalentemente neurologica, mentre nei soggetti adulti sani Listeria monocytogenes può determinare una sindrome gastroenterica febbrile.
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redazione Il Fatto Alimentare