Sacchetti ortofrutta, il prezzo varia da 1 a 3 centesimi. I supermercati più virtuosi: Esselunga, Coop Toscana, Unes, Conad Tirreno, Pam e molti altri
Sacchetti ortofrutta, il prezzo varia da 1 a 3 centesimi. I supermercati più virtuosi: Esselunga, Coop Toscana, Unes, Conad Tirreno, Pam e molti altri
Redazione 2 Gennaio 2018Il 1 gennaio 2018 è entrato in vigore l’articolo 9-bis della legge di conversione 123/2017 che obbliga i supermercati e i punti vendita ad utilizzare sacchetti ortofrutta biodegradabili, da impiegare anche per tutti i prodotti serviti al banco, come carne, pesce e gastronomia. I sacchetti – dice il provvedimento – devono essere distribuiti a pagamento, e il prezzo va riportato sullo scontrino. Fino a pochi giorni fa il prezzo delle nuove buste biodegradabili era un mistero e nessuna catena di supermercati si era sbilanciata. Il Fatto Alimentare negli ultimi due mesi a più riprese ha scritto e dimostrato che l’unico importo accettabile avrebbe dovuto essere 2 centesimi a sacchetto invitando le catene ad adeguarsi. Secondo quanto riportato nelle prime rilevazioni diffuse da Assobioplastiche, la nostra stima era corretta.
I prezzi rilevati oggi (2 gennaio), si attestano per la maggior parte delle catene sui 2 centesimi di euro (Auchan, Conad, Coop Lombardia, Coop Italia, Eurospar, Gruppo Gros, Simply, Dpiù, Famila, Todis), ma c’è anche chi sceglie di farli pagare 1 centesimo (Esselunga, Coop Toscana, Iper, Unes, Conad Tirreno, Despar, Eurospin, Il Gigante, Tigros, Pam) e chi arriva a pagare 3 centesimi (NaturaSì). Coop Italia spiega che in Toscana, grazie alla sperimentazione delle buste biodegradabili in corso da anni, è stato possibile contenere i costi dell’operazione e distribuire i sacchetti ortofrutta a 1 solo centesimo di euro. Sulla base di queste cifre, Assobioplastiche ha stimato che una famiglia italiana spenderebbe da 4,00 a 12,50 € (considerando una media di 140 spese come da valutazione GFK-Eurisko).Facendo bene i conti si scopre che l’intera operazione non pesa sui bilanci delle catene, ma dà alla grande distribuzione un vantaggio economico. Ci sono infatti i supermercati virtuosi che hanno deciso di fare gravare il meno possibile sui clienti il nuovo provvedimento e vendono i sacchetti a 1 centesimo. Gli altri invece ci guadagnano qualche cosa, perché le buste in polietilene distribuite gratis sino a una settimana fa costavano poco più di 1 centesimo e rappresentavano un costo vivo. Quelli nuovi biodegradabili vengono comprati a 2 centesimi e venduti a 2-3, e in questo modo il supermercato copre interamente le spese di acquisto.
Un aspetto fino ad ora poco considerato riguarda la resistenza dei sacchetti direttamente correlata allo spessore del materiale e al prezzo di acquisto. Questo elemento assume una certa importanza per chi pensa giustamente di utilizzare le buste per la raccolta domestica del rifiuto organico. La lamentela più frequente riguarda la fragilità delle buste che si lacerano facilmente e non possono essere riutilizzate. Non si tratta però di un difetto del materiale biodegradabile, ma di una scelta della catena che preferisce spendere meno. Basterebbe pagare qualche frazione di centesimo in più per ottenere buste resistenti facili da riutilizzare anche per l’umido domestico. Ma su questo aspetto torneremo presto.
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È vero che i sacchetti da oggi a pagamento potrebbero essere riutilizzati per la raccolta dell’umido, peccato però che con lo scontrino delle bilance attattaco non è più interamente biodegradabile!!!
Bisognerebbe avere l’accortezza di appiccicare lo scontrino del prezzo sulla parte apicale del manico e poi tagliare questo pezzetto prima di usarlo per l’umido di casa
Non si pagano i sacchetti biodegradabili soltanto nella GDO, ma anche in Farmacia.
Federfarma ha predisposto un avviso che mette in risalto come l’addebito del sacchetto non dipenda da una scelta della farmacia, ma derivi da un preciso obbligo di legge: “Per ridurre l’utilizzo delle buste di plastica – recita il testo della locandina – il decreto-legge 91/2017, convertito dalla legge 123/2017, stabilisce che anche le buste biodegradabili e compostabili devono essere pagate dal cittadino. E il costo del sacchetto deve essere obbligatoriamente riportato sullo scontrino fiscale”.
La Conad Superstore di Pietrasanta prende 1 centesimi a sacchetto e non 2 come da voi pubblicato.
lo scontrino con il prezzo ed il peso della merce non è biodegradabile
Certo, infatti al supermercato avere l’accortezza di appiccicare lo scontrino del prezzo sulla parte apicale del manico e poi tagliare questo pezzetto prima di usarlo per l’umido di casa
Bisogna considerare che se si appiccica lo scontrino del prezzo al sacchetto questo non può essere tolto senza romperlo e quindi non può essere utilizzato per l’umido.
Basta appiccicare lo scontrino del prezzo sulla parte apicale del manico e poi tagliare questo pezzetto prima di usarlo per l’umido di casa
Devo verificare meglio, ma mi pare di aver visto che l’Esselunga di Biella ha anche le etichette compostabili, risolvendo così il problema.
Confermo Esselunga dichiara di usare etichette compostabili
Si può portare la busta da casa?
Ogni supermercato stabilisce le sue regole
Anche se previsto dalla legge , secondo me e’assurdo far pagare al consumatore un costo che rientra fra i servizi offerti dal supermercato. Il sacchetto dovrebbe essere una scelta del negozio farlo pagare o meno perché appunto già calcolato nei costi di servizio del punto vendita. Così come i prezzi dei prodotti offerti in vendita che non sono certo imposti . È come dire che l’involucro che contiene la pasta è da pagare a parte e così via tutto quello che serve a contenere un prodotto
alimentare.
Vergogna !!!
Farlo pagare è un obbligo di legge
Quando compri la pasta, o qualsiasi altro alimento, il prezzo che paghi è la somma di tutti quei fattori che concorrono al suo confezionamento, imballaggio, ecc. Certo se costa 1,20 non c’è scritto pasta 1.10, cartone 0.10. Per il resto sono convinto che queste polemiche siano destinate ad esaurirsi nel giro di pochi giorni anche perchè si tratta di costi che incidono sulla spesa in maniera impercettibile. Oltretutto supermercati come Esselunga da sempre ti arrotondano l’importo dello scontrino ai 5 centesimi inferiori, tanto per dire di quali valori stiamo parlando.
La direttiva UE obbliga a non usare sacchetti di plastica non obbliga l’ acquisto di sacchetti biodegradabili. Le scuse sulla poca igienicità del riuso è un pretesto tanto è vero che in altri stati in europa si possono usare. Si possono usare anche i sacchetti di carta. Trattare i cittadini come sudditi incapaci di fare scelte consapevoli è tipico dei regimi totalitari. Molto meglio sarebbe stato vietare i sacchetti di plastica e consentire i sacchetti riutilizzabili (perchè si noi sappiamo anche lavare e igienizzare le buste). Ma in questo modo non ci avrebbe guadagnato nessuno.
I sacchetti di carta costano molto di più
Non acquisterò più nei supermercati frutta e verdura, lo farò nei negozi o al mercato e mi farò mettere tutta la frutta e verdura dentro le mie borsine di stoffa senza atri involucri, ma sciolte. Ne ho le palle piene di dover sempre pagare sopra ogni cosa. Fra poco ci faranno pagare anche i metri cubi di aria
che presumano respiriamo ogni giorno.
Non capisco in cosa consista il vantaggio per l ambiente . La stessa verdura o frutta può essere acquistata sfusa o confezionata nella vaschetta di plastica avvolta con il cellophane allo stesso peezzo kg. ( Controllato ieri in esselunga ) comprandola sfusa paghi il sacchetto però! Inquinando di più , vaschetta di plastica, spendi meno. Perché ?
Constatazione intelligente!!!
Roberto La Pira non rispondi?
Comunque io li riutilizzo applicando l’etichetta sulla vecchia etichetta!!! Io veramente voglio ridurre l’inquinamento!!
Andare dal fruttivendolo fare la spesa e mettere tutto in una borsa riutilizzabile portata da casa va benissimo. È il sistema migliore, ma non tutti vanno sempre dal fruttivendolo e allora si compra anche la frutta sfusa al supermercato dove da oggi si sono le nuove regole. I sacchetti su caschi di banane, ananas, angurie,meloni o altri frutti come i pompelmi acquistati singolarmente si possono benissimo evitare.
Anche etichettare direttamente un pompelmo( o qualunque altro frutto ) sulla buccia comporta un addebito (indebito dal momento che non è acquistato )sacchetto.
Allora non è più una questione di ambiente …(tralasciando che i preconfezionati [vaschetta di polistirolo, di solito non propriamente biodegradabili ] ] non risultano “tassati” …)
Sembra solo un obbligo imposto per favorire la grande distribuzione ( anche se questa si dichiara contraria alla parte del provvedimento che prevede un pagamento. .)
Infine una considerazione. ..vogliono eliminare ke monetine da uno e due cent. .. quindi non sarà che a breve il costo minimo del sacchetto diventi 5 cent?
Non è corretto, l’addebito del sacchetto può avvenire solo alla cassa in quanto è una vendita di un prodotto
La normativa dei sacchetti per motivi ecologici si contraddice da sola. Perchè è pur vero che avendo l’accortezza di attaccare lo scontrino del prezzo sul manico non si intacca il sacchetto ma è pur vero che questa operazione è difficoltosa soprattutto quando c’è ressa e si ha fretta e soprattutto può rendere difficoltosa o impossibile la lettura alla cassa perchè piegata in due quindi illeggibile. Questa norma andava adottata nel momento in cui anche le etichette fossero state biodegradabili altrimenti tutto finisce nell’indifferenziata. Se poi parliamo dei costi direi che sono del tutto ininfluenti se paragonati ai prezzi variabili della frutta e della verdura. Basta una mela un pò più grande o più piccola per determinare il prezzo della merce sensibilmente diverso e annullare il centesimo della busta. Non cadiamo nell’errore di far polemica su questo argomento del tutto inutile e fuorviante nella sostanza.
Gigante 1 centesimo di euro
Grazie inseriamo il dato nella tabella
Buongiorno, non ho ancora fatto spesa in questo anno, quindi vorrei sapere una cosa: nel momento in cui si pesa la merce lo scontrino che esce dalla bilancia oltre al prezzo della merce aggiunge anche i centesimi per il sacchetto?
Perché se è così cioè ad ogni pesata viene addebitato il sacchetto si impedisce al consumatore di poter utilizzare un solo sacchetto per più prodotti di merce diversa: faccio un esempio, se io nello stesso sacchetto metto 1 mela, 1 pomodoro, 2 arance, ponendo le tre etichette sul sacchetto unico alla fine dovrò pagare un solo sacchetto. Tante volte ho avuto sacchetto mezzo vuoti nel carrello.
Qualcuno mi riesce a rispondere?
Grazie Lorenzo
Ogni catena deciderà liberamente il metodo da seguire
Al supermercato Gulliver di Savona costano ben 4 centesimi!! Disonesti…nn ci andrò più!nn sarebbe male fare dei controlli per evitare le esagerazioni..
Ma la qualità del materiale è resistente o sono sacchetti come quelli degli altri supermercati?
scusate, si dice che il prezzo del sacchetto di plastica per l’ortofrutta prima era gratis, ma… quando si pesava la frutta e la verdura non veniva pesato anche il sacchetto? Così lo pagavamo prima (con prezzo differente a seconda di cosa si pesava!) ed ora quindi lo pagheremo due volte. O no?
le bilance hanno la tara preimpostata quindi il sacchetto non lo pagavi a “peso”
Visto che vado a fare la spesa ,e mi porto i sacchetti da casa ,con su la pubblicita’ dei vari negozi , vuol dire che portero’ anche i sacchetti della pattumiera biod. ,per mettere la frutta,e poi le utilizzo per l’immondizia.
gent. Nino
ahimè, temo di doverla deludere su questa sua “avance”, che anch’io meschina coltivavo da tempo.
Purtroppo, essendo già da vari giorni pronta, con la determinazione di Renzo in procinto di recarsi dall’avv. Azzeccagarbugli, (illudendosi di trovar un difensore della propria causa) a chiedere delucidazioni (e magari trovare qualche apertura nel muro di gomma di questa odiosa nuova tassa, con l’odiosa coartazione a pagare un servizio che finora era gratis) ho chiesto oggi stesso, nel Tigre di cui sono cliente da oltre 20 anni, se fosse possibile ciò che lei propone e i responsabili – cortesemente e a malincuore – mi hanno risposto che NON si può portare con sè le proprie buste, di qualsiasi tipo riutilizzabile per contenere i vari art. di ortofrutta, banco salumi ecc., non perchè i gestori dei supermarket non lo permettano ma perchè questa legge -diciamolo – odiosissima perchè di tipo dittatoriale, fa espresso DIVIETO di usare altre buste ; vada a leggere il testo, che suscita giusta indignazione, anche per la ridicola motivazione dell’IGIENE ! ci si chiede: igiene di CHI?
Tutte vietate, tranne quella grande che alla fine dovrà contenere l’intera la spesa, e che, sempre per amore smisurato all’ambiente, già da 20 anni a questa parte ci invitavano a comperare (costo 1 euro, certamente equo, dato che durano anche vari anni quando se ne ha una bella serie come me), spiegandoci – giustamente allora – che era RIUTILIZZABILE: nessuno accampava pretesti di presunta igiene da difendere !
Secondo me questa è l’unica alternativa:
https://www.change.org/p/ministero-dell-ambiente-approvare-l-utilizzo-di-sacchetti-riutilizzabili-per-l-ortofrutta-4cd68a5c-8152-49cb-8d05-8d0d53622fea
gent. sig. Giacinto, bellissima iniziativa !
attendevo proprio che si muovesse qualcosa del genere, e mi darò subito da fare per divulgarla in altri blog dove si sta discutendo animatamente sulla dura questione (vessatoria, più che “vexata”….) ; grazie e speriamo bene !
se si voleva evitare l’uso della plastica bastava vietarne la produzione e il commercio.
Era molto più semplice.
Inoltre era altrettanto semplice stabilire che i negozianti non potevano fornire alcuna busta, di nessun tipo.
Come portare a casa la roba???? con i contenitori di plastica ( o di vetro, ma più pesanti e scomodi) già esistenti richiudibili e lavabili in lavastoviglie, praticamente eterni.
” volevo un branzino”…eccolo signora, mi da la sua vaschetta? . Fatto . ZERO RIFIUTI.
Quando si parla di grande distribuzione su questo sito, noto spesso una tendenza a criminalizzarla, chissà perché ??
Nel caso in questione, i sacchetti per l’ortofrutta non erano regalati neanche prima, nella formazione dei prezzi di vendita dei prodotti freschi si è sempre tenuto conto del prezzo dell’eventuale imballaggio,
Non ci sarà quindi nessun grande vantaggio economico, anzi, il consumatore, abbastanza indispettito da questo provvedimento legislativo, potrebbe rivolgersi ancora più massicciamente, per l’acquisto di ortofrutta, al commercio ambulante, ove notoriamente molte regole sono più flessibili…
Massimo
Mi dispiace per te ma stai sbagliando.
Prima i sacchetti erano sicuramente compresi nel prezzo ma alla grande distribuzione costavano! Perché ora li deve pagare il c centonsumatore? Perché lo prevede la legge mi dirai. Ma qui uno lo fa pagare uno 2 centesimi e un altro 15. E allora?
E ancora. Perché la Coop , che nella loro rivista “I consumatori “, si è dichiarata contraria a farli pagare ora li mette a 2 centesimi?
La legge prevede di farli pagarea non dice a quanto! Li metti a 1 centesimo e hai ottemperato all’obbligo di legge.
Altrimenti è solo marketing. ..
Coop Toscana li fa pagare 1 centesimo
Il che dovrebbe far supporte che ora i prezzi ortofrutta diminuiranno
.. ( il sacchetto ora ha un prezzo esposto)
Certo come no.
Se facciamo una botta di conti ci accorgiamo di quanto ci guadagna la grande distribuzione
( un cent per numero clienti = decine di migliaia di euro. .e decine e decine .. )
Anche al.netto del costo di acquisto
(.comprandone migliaia il costo per forza si abbassa .. [ altrimenti va immediatamente licenziato il relativo ufficio acquisto … 🙂 ] )
Se valuti che il prezzo dei sacchetti sia una discriminante per cambiare supermercato, puoi farlo…
Vorrei controbattere a chi ritiene che sacchetti e contenitori portati da casa non comportino problemi igienici per la merce esposta nei negozi. In realtà di problemi ne porterebbero in abbondanza perchè le condizioni igieniche variano da casa a casa, da persona a persona, e in tanti casi sono a dir poco discutibili. Nessuno può sapere se sacchetti portati da fuori non siano stati già impiegati per contenere merce sporca o contaminata o siano stati tenuti in ambienti inadeguati. Quindi sarebbe facile far venire a contatto la merce esposta a contaminazioni di ogni tipo. Poi ripeto ormai la questioni sacchetti è diventata la solita questione all’italiana giusto per fare polemica e vorrei far notare che TUTTO quello che compriamo è contenuto dentro ad un imballaggio e che lo paghiamo assieme alla merce. L’unica differenza è che lo paghiamo senza che ce ne accorgiamo.
come siamo bravi a creare inutili polemiche anche per qualche centesimo- i rincari, in euro e anche di 10 euro al kg, non li vede nessuno….