LifeBag in apparenza è un sacchetto di plastica compostabile e biodegradabile come altri. Ma c’è una piccola differenza: permette di raddoppiare la conservazione di frutta e verdura. Sembra incredibile ma è così. I laboratori CSI di Bollate (MI) hanno effettuato le prove sui sacchetti. I tecnici che hanno condotto i test hanno acquistato al supermercato Il Gigante di Senago (MI) alcune cassette di fragole, more e lamponi. Nell’arco di poche ore, hanno riposto la frutta in frigorifero, un lotto conservato all’interno di una vaschetta, un altro nei sacchetti di plastica LifeBag. A distanza di 3, 6, 8, 10 e 17 giorni i tecnici del laboratorio hanno prelevato campioni di frutta e hanno misurato la presenza di muffe e lieviti, oltre a valutare il grado di maturazione e l’aspetto.
I risultati dei test sui sacchetti LifeBag
Il report conclusivo del laboratorio è molto chiaro: “il sacchetto LifeBag è in grado di prolungare la shelf-life di prodotti alimentati freschi conservati in frigorifero. Dalle valutazioni organolettiche si evince che il materiale si mostra efficace nel rallentare l’invecchiamento dei frutti presi in esame, posticipando la comparsa di avvizzimento, rammollimenti, macchie e marciume. In particolare, il test eseguito su fragole e lamponi mostra una differenza non trascurabile tra prodotto conservato in frigo con busta e quello senza busta”. Per le more il risultato è poco significativo, avendo riscontrato un problema in fase di campionamento.
L’aggiunta di agenti antibatterici e antimuffa di origine esclusivamente vegetale al polimero biodegradabile e compostabile utilizzato per il sacchetto determina all’interno un ambiente ideale per conservare frutta e verdura riducendone lo spreco causato dall’eccessiva maturazione. Il sacchetto LifeBag è un prodotto ideato da Rigenera e realizzato da Sfregola Materie Plastiche Srl.
L’intento della società produttrice è di vendere un sacchetto piccolo per l’uso domestico e proporre formati più grandi per la grande distribuzione e il commercio. “Per la commercializzazione, che inizierà a fine marzo 2024, – spiega Demi Sfregola, responsabile ricerca e sviluppo dell’azienda, – siamo in attesa del certificato di compostabilità che permetterà di trasformare il sacchetto dopo l’uso in compost. Oltre all’esito delle prove di laboratorio certificato, sono stati effettuati altri test su carote, funghi, uva, ananas e pesche, dai quali si evince che usando i nostri sacchetti i tempi di conservazione di frutta e verdura aumentano considerevolmente.”
© Riproduzione riservata Foto: Sfregola Materie Plastiche
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Uhm, sembra interessante, però si parla di agenti antibatterici e antimuffa, di che sostanze si tratta?
La provenienza “vegetale” delle sostanze utilizzate dice poco.
Però immagino utilizzino prodotti già ampiamente testati e sicuri. Anche perchè il prodotto è veramente interessante.
Lo sarebbe ancora di più in forma riutilizzabile.
Perfino qui in Messico, seppur solo nei supermercati di lusso, va molto di moda il sacchettino in tela portato da casa dove mettere la frutta pesata al supermercato e si usa direttamente al banco, al posto del sacchettino in plastica
Interessante; e le etichette vengono apposte alla cassa per ognuno dei sacchetti di tela con i diversi frutti? Grazie.
grazie per le utili info!
Dove si possono trovare per provarli?
Dovrebbe iniziare presto la distribuzione , così ha dichiarato l’azienda