Da alcuni anni l’azienda Amica Chips ha deciso di impostare la comunicazione pubblicitaria di alcune linee di prodotti sulla figura della ex porno star Rocco Siffredi e di doppi sensi non troppo originali. Una lettrice ha deciso di rivolgersi all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria per segnalare il contenuto e le ricadute di questi spot. Di seguito pubblichiamo il botta-risposta tra la lettrice e l’Iap.
La lettera
Gentile IAP,
sto segnalando questo spot di Amica Chips con Rocco Siffredi per via dei riferimenti sessisti, che gioca su doppi sensi che reggono l’intera pubblicità, come evidenziato in modo goliardico anche da siti in rete (vedi ad esempio qui) dove sono anche riportati versione integrale e ridotte dello spot in questione.
Come si può vedere, le allusioni e i doppi sensi a ‘patate’ e ‘pacchetto’ hanno evidenti intenzioni, più che tangibili, volgari e sessiste, la solita vulgata maschilista, formato spot, che riscuote ancora tanto successo nell’Italietta di provincia e soprattutto in quell’Italia dove, guarda caso, fatica a sradicarsi questo pessimo fenomeno culturale stile califfo.
La pubblicità sessista con Rocco Siffredi
Questa pubblicità è piena di simboli di questa portata: tante donne, uomini pochi e infatti solo ad uno, un ragazzo, verbalmente, si rivolge l’attore nella parte finale come fosse l’unico soggetto in mezzo a tanti oggetti di scena (le donne) con la frase più che esplicita ed evidente: “sempre dritto, il pacchetto!”
Questo linguaggio, apparentemente scherzoso e innocuo, si impone invece a manifestare un “diritto sul campo” del maschio sulla donna, dal “pacco sempre dritto”, viene avallato il consenso di tanta ignoranza davvero fuori tempo.
Inoltre, questa versione subdola (dunque ancor più pericolosa) e appena un po’ corretta di quello spot vergognoso, già ritirato in passato che ricordiamo tutti, non ha niente di educativo neanche per i minori i quali “apprendono” una cultura, ripeto, di stampo culturale sessista e a dir poco retrogrado, un voluto modello culturale da perpetrare alle giovani generazioni: ai giovani e piccoli spettatori maschi si “insegna” come trattare il genere femminile. così come le giovani donne che trasversalmente apprendono, come vorrebbero certi ricchi signori, quale sarà il loro ruolo nel mondo, ridendo e scherzando: patate erano e patate rimarranno, l’associazione è d’obbligo.
Non bastano i delitti continui a fermare questa cultura da mentecatti (una media di 120 donne uccise ogni anno) dobbiamo pure subirla in modo trasversale attraverso simili pubblicità che mantengono quegli stessi giornalisti che apparentemente si schierano contro la violenza di genere, ridicolmente e a volte anche un po’ al limite.
L’intervista all’imprenditore
Voglio anche segnalare questa intervista dell’imprenditore Alfredo Moratti, il cui nome e protagonismo è stato dedicato al prodotto menzionato di amica chips, apparsa in rete solo due giorni dopo una a mia puntuale segnalazione a la7 e ad alcuni organi preposti per conoscenza della cosa (Giulia Buongiorno, Ordine dei giornalisti).
Nella video intervista pubblicata su questo sito che potete confrontare l’imprenditore di amica chips fa alcune affermazioni su questa stessa campagna pubblicitaria: “…Visto che la patatina non è un prodotto che serve ma è un prodotto banale, un prodotto di divertimento… e abbiamo capito benissimo…”. “Questa idea (di usare come testimonial Rocco Siffredi) è venuta ad una agenzia anni fa, io sono molto sincero… ero un po’ contrario perché collegare o andare in simbiosi con un prodotto alimentare ad un personaggio di questo tipo ci vuole coraggio…”. “… Stiamo ripetendo questa esperienza che speriamo sia positiva ma già dalle voci che si sentono in giro ‘spaccherà’…”
A poco serve il commento ‘riparatorio’ dell’azienda sulla propria pagina ufficiale Facebook del 15 luglio di Alfredo’s is back (il giorno dopo una mia segnalazione via mail agli organi preposti) del testimonial Siffredi che esclama “Mi piacciono le patatine. E non è un doppio senso”; una pezza, ed evidentemente peggiore del buco.
Inoltre troverete una serie di commenti negativi estrapolati dalla pagina ufficiale Facebook di Amica chips, con precise argomentazioni da parte di numerosissimi utenti a sfavore dello spot menzionato, messe ovviamente in secondo piano e strategicamente oscurate, con a ciascuno dei quali relativa risposta e giustificazioni inconsistenti, copia incollata e sempre identica, da parte dei gestori della medesima pagina.
Patrizia S.
Di seguito la risposta con il parere del Comitato di Controllo dell’Iap
La ringraziamo per la segnalazione. Desideriamo informarla che il Comitato di Controllo ha ritenuto che il telecomunicato in questione non presenti profili di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
L’organo di controllo ha verificato che la programmazione dello spot esclude la fascia oraria di protezione specifica per i minori, che per legge è quella compresa tra le 16:00 e le 19:00, nonché la diffusione in prossimità di programmi esplicitamente rivolti ai minori.
È certamente lecito dubitare del buon gusto della scelta pubblicitaria operata dall’inserzionista. Tuttavia, non è attribuita al Giurì o al Comitato di Controllo la competenza di dover giudicare del cattivo gusto della comunicazione quando – come nel caso segnalato – non siano ritenuti violati i livelli di guardia posti dal Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale a tutela dei consumatori-cittadini e della pubblicità in generale, per ragioni attinenti al contenuto dei messaggi.
Il caso pertanto è allo stato concluso.
IAP
La replica della lettrice.
Gentili membri dello IAP,
Non penso che un Consiglio direttivo (“l’organo che fissa le direttive generali dell’attività e formula ed aggiorna le norme del Codice”), composto da 18 uomini, su 24 membri, possa stabilire parametri su cosa sia lesivo per l’immagine della donna. Inoltre vi è un potenziale conflitto di interessi in quanto molti dei membri stessi rappresentano i committenti delle pubblicità da sdoganare.
Saluto i membri dello IAP con un tributo alla loro “imparzialità”
Patrizia S.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Io tutte le cose che dice la signora non ce le ho trovate. Evidentemente lo vedo con altri occhi, per me è ironico e autoironico.
Se però qualcuno ci trova del sessismo e della volgarità è evidente che la comunicazione ha qualche pecca, forse bisognerebbe conoscere meglio il personaggio, forse si da per scontato qualcosa che scontato non è.
Forse nel 2019 si dovrebbe cominciare a “sdoganare” o diciamo a vedere in maniere lieve qualche argomento ancora troppo tabù, potrebbe servire , anzi dovrebbe servire, proprio a combattere qualsiasi forma di sessismo.
Salve, anche io sono infastidita da questa pubblicità con le sue volgari allusioni. Penso che un buon modo per colpire il produttore e indurlo a cambiar registro, sia quello di lanciare il boicottaggio del prodotto stesso, che oltretutto non è neanche salutare
Certe cose scritte nella lettera oggettivamente non ci sono nello spot, come ad esempio il doppio senso con le patate.
Una critica ad uno spot si deve basare su quello che si trova nello spot, altrimenti di che stiamo parlando?
è incredibile come al giorno d’oggi la gente debbaper forza dire la propria su tutto. Stiamo passando da un velato sessismo (palesemente in chiave divertente ed ironica – vedi le DECINE DI MIGLIAIA di persone FEMMINILI che sorridono a quello spot) ad un netto accanimento contro la figura maschile da parte delle presunte “Paladine del femminismo”.
Sì, io dico la mia su tutto. E non solo io.
Oltre alle tesi che sostiene nel suo soliloquio prenda in considerazione anche i numerosi “meravigliosi” commenti sulla pagina facebook su questo spot che non ha niente a che fare con la libertà sessuale. È solo sessista.
Patrizia, i pareri bisognerebbe anche essere disposti ad accettarli ed ascoltarli, non solo a darli.
Sottoscrivo ogni parola della lettrice, tuttavia non avevo dubbi che lo IAP giudicasse “lecito” lo spot.
Mi sono scontrato anch’io con i loro parametri di valutazione. (vedi: https://wp.me/pjP1E-oF6).
Da tempo dico che per quanto riguarda Donne & Pubblicità, sia necessario cambiare approccio, (vedi: https://wp.me/pjP1E-oF6) tuttavia sono in parziale disaccordo con la valutazione di Patrizia in merito al fatto che nel Consiglio ci siano 18 uomini su 24 membri, in quanto il problema non è necessariamente il sesso (io sono un Uomo, ad esempio), ma la mentalità ed infatti così come io ho fortemente criticato uno spot, arrivando a segnalarlo allo IAP, ecco che sul Blog ho ricevuto un commento femminile che giudica ridicole le mie contestazioni. Punti di vista…
Credo che il provincialismo dell’italietta si manifesti più nel bigottismo di certi personaggi che credono di avere la ragione sempre dalla loro, anche quando la legge non gliela assegna, solo per incapacità di contestualizzare.
La risposta della signora Patrizia alle considerazioni dello IAP (dovute) è puttosto indicativa. Solo le donne possono decidere se una pubblicità è lesiva della donna ( insultando velatamente le 6 donne componenti del comitato bollandole come non rilevanti). La signora Patrizia dovrebbe capire ( come tantissime donne di potere hanno fatto ) che il femminismo militante ed estremista come il suo ha causato molti più danni alle donne rispetto a una pubblicità palesemente ironica o a decenni di programmazione tv fatta di minigonne e ragazze non certo li per il loro cervello.
Nel frattempo, le donne che non hanno nulla da dimostrare a nessuno non hanno certo il tempo di scrivere filippiche simili con motivazioni risibili ne di rispondere con una tale saccenza a un organismo collegiale fatto sia di uomini che di donne ( anche se non nella percentuale desiderata dalla signora).
Per inciso, le giovani generazioni non guardano la tv lineare generalista, di mese in mese la guardano sempre meno, non certo per la pubblicità anzi forse proprio a causa di questa. Le piattaforme di streaming non presentano pubblicità e possono profilare molto meglio l’età di chi guarda proprio per evitare rischi ( anche se non è questo il caso).
Nessuno intendeva insultare né ha bollato come non rilevanti le 6 donne. Se ne faceva solo un discorso di numero perché gli uomini giudicanti nella fattispecie sono molto più numerosi, punto.
Inoltre, bigotto sarà lei, oltre ad avere anche una certa malafede appioppamdomi femminismi e militanze a me estranee.
A proposito, dove trova il tempo lei per fare certe filippiche, a difesa dello IAP per giunta?
Lo spot rispecchia appieno i triti cliché italici con riferimenti volgari e sessisti e nonostante ciò non viene bocciato dallo IAP., il quale ha confermato il cattivo gusto dello spot. Ma qui non c’è soltanto in ballo il cattivo gusto, qua si sdogana pattume culturale attraverso una pubblicità. Per di più martellante.
Che non è stata neanche sottoposta al giurì perché la soglia secondo il nostro fantastico comitato di controllo non supera il livello di guardia.
Alla faccia!
Ma chi è che decide le norme del codice di autodisciplina in casa IAP, che promette censure mentre sdogana pattume culturale?
Io penso che da parte di costoro ci sia un problema di un codice di autoregolamentazione poco attento alle dinamiche sociali e troppo datato e pensato per un certo tipo di pubblico maschile (la libertà sessuale è tutt’altra cosa, andate a studiare)
E o IAP a tanta ignoranza fuori tempo ha dato il suo consenso, questo è quanto.
I videogiochi violenti rendono violenti i bambini e le pubblicità allusive li rendono maschilisti. Siamo ad anni luce dal saper definire le priorità educative. Uno spunto: non esiste pubblicità immaginabile che faccia più danni di una madre disoccupata (non uso appositamente il termine “casalinga”), o di un padre assente. Per dirne 2. Ci si impegni contro i problemi veri, non contro le bandierine.
Il Fatto Alimentare si occupa di cibo e di pubblicità del cibo. Per noi non si tratta di una bandierina
Sigra Patrizia perché tutto questo odio per uno spot ironico.Intanto se lei legge la bibbia le donne sono maltrattate ,schiavizzate e con ruoli marginali. Come mai nessuno dice niente?Poi siamo tutti umani senza distinzione tra uomo e donna perché siamo una cosa sola, siamo belli insieme (non alludo assolutamente ai gusti sessuali)Siamo attratti dalla bellezza dei ns corpi dalla ns pelle dai ns odori .Poi per quel che mi riguarda personalmente sono abbagliato dalla donna per la sua forza perché ci rende padri perché sanno gestire magistralmente le famiglie sanno darci forza e sono per me al centro dell’universo. Se qualcuno relega la donna vedi nella vita sociale ,nel mondo del lavoro ecc.ecc.lo fa solamente perché ha paura della loro forza tutto qua. Grazie donna per esistere.
Dall’astio della sig.ra Patrizia vien quasi da pensare che ci sia qualcosa di personale con il protagonista dello spot o con il titolare del prodotto pubblicizzato (non lo nomino per evitare il turpiloquio) . Un raro caso di misandria condito da un vittimismo permaloso, quasi isterico, che fa da contraltare a ben altri seri problemi che interessano il sesso femminile nella vita di tutti i giorni.
Niente di personale. E’ anzi una analisi molto razionale, ma capisco che poco posso fare per distoglierla dalla sua fede incondizionata alla reclame di questo prodotto..
C’entra niente che l’attore faccia o facesse il pornodivo, lui è solo una utile marionetta perfetta per alimentare il mercato sfruttando le “debolezze” del celodurismo maschile.
Lo spot è palesemente rivolto agli uomini visto che l’attore “istruisce” un ragazzo a come si debba rapportare con le donne. Strano che non l’abbia notato… È abbastanza evidente.
Un'”analisi molto razionale”?!? Ma se parla di doppi sensi sulle patate che nello spot manco ci sono! Ma se parla di come gli uomini si relazionano con le donne e sproloquia di omicidi quando lo spot non tocca minimamente l’argomento delle relazioni tra uomini e donne, ma soltanto il modo di essere di quest’uomo, a prescindere dal fatto che sia con una donna!
Accusare uno spot per degli elementi che NON contiene va CONTRO OGNI LOGICA! Altro che “analisi molto razionale”!!
Come siamo messi male se il “grande problema” che rischia di far traboccare l’Italia è un innocuo spot pubblicitario interpretato da un attore che ha sempre usato l’ironia come arma vincente.
Ma l’ironia bisogna saperla coglierla, capirla ed apprezzarla, doti che evidentemente non tutti hanno.
Questa Patrizia S., e’ una figura Manzoniana,sebbene estinta, catapultata in un’era sbagliata. Di sicuro, nel XVII Sec., avrebbe trovato certo lavoro, oltre nelle odi del grande poeta Lombardo, anche nella Santa Inquisizione Spagnola.Ringraziamo,ai posteri, Colombo, per averci importato le patate, ed anche le patatine, di qualsiasi..pacco!
“Non bastano i delitti continui a fermare questa cultura da mentecatti (una media di 120 donne uccise ogni anno) dobbiamo pure subirla in modo trasversale”: certo che a caricare sulle spalle dell’inserzionista una responsabilità così ce ne vuole!
Vede, il fatto che ci siano così tanti femminicidi è dovuto al fatto che la donna da noi sia ancora considerata un oggetto da prendere e posare. Quando va bene, appunto.
E tutto questo parte dalla nostra cultura ancora profondamente misogina.
Non si provi in Svezia (dove la vera libertà sessuale esiste di fatto)a proporre una pubblicità del genere o dal presentare donne sbiottate in TV, non esiste proprio da loro, per il semplice fatto che sono un vero paese civile lontano anni luce dal nostro.
L’inserzionista, dal canto suo, sa bene cosa fa presa sull’italiano medio. E ne approfitta.
Questi, ripeto, sono messaggi subdoli e trasversali, che poi non si sia coscienti di cosa produca un mica tanto velato sessismo, questa è un’altra storia. Qua si entra nel campo dell’irresponsabilità, anche e soprattutto da parte degli enti preposti che fingono di non vedere: https://www.youtube.com/watch?v=46IbkVKWOfY
In questo spot non c’è nessuna donna considerata un oggetto da prendere e posare. E non c’è nessuna misoginia.
Quindi questo commento con lo spot c’entra come i cavoli a merenda. Come buona parte delle cose scritte nella lettera. Non per niente la lamentela non è stata accolta. Giustamente.
Ma certo. Ironia di stampo sessista e decisamente di cattivo gusto. Tipicamente italico.
Non c’entra niente che l’attore faccia o facesse il pornodivo, il problema è che lo spot è rivolto agli uomini visto che il siffredi istruisce un ragazzo a come si debba rapportare con le donne. Strano che non l’abbia notato. È abbastanza evidente.
Chiedo scusa Patrizia,
Non voglio essere offensivo, e nemmeno scortese o sessista. Io credo che lei non abbia mai visto cosa succede quando Rocco Siffredi pubblica qualcosa oppure viene invitato a serate in discoteca o in altri locali…..provi ad andare a una di queste occasioni e si renderà conto che le donne sono le prime a partecipare e rendere l’atmosfera sessista. dunque la mia domanda è: siamo sicuri che questo spot sia rivolto solo agli uomini??
Forse il vecchio e amato spot dell’AXE (deodorante) era sessista e rivolto agli uomini, ma del resto è un deodorante per uomini.
Detto questo io sono abbastanza sicuro che Amicha Chips farà un gran fatturato grazie a questo spot, e lo penso per 2 motivi:
1) lo spot è goliardico e molto divertente quindi attirerà moltissimi clienti avvezzi a tali battute e doppi sensi
2) lo spot è volutamente a sfondo sessuale, dunque farà parlare gente come voi che cercherà in tutti i modi di affossarlo, in realtà gli farà ottenere solo più visibilità. QUINDI SIG.RA PATRIZIA, SEMPRE IN TONI CORDIALI, E’ ASSOLUTAMENTE INUTILE IVEIRE O CERCARE DI CONTRASTARE QUESTO SPOT.
Mio parere personale: non mi sembra sessista, non mi sembra che la donna sia comparata con una patatina, bensì ne esalta la dipendeza assaluta da parte dell’uomo, rendendo sempre più ridicolo l’UOMO (cavernicolo).
evolviamoci, abbiamo figle di 14 anni che girano mezze nude per strada e ci lamentiamo di uno spot a sfondo sessuale.
“Io le ho provate tutte , le patate” che casualità, Rocco Siffredi e le patate , le considerazioni su post di colei che si sente offesa da una pubblicità chiaramente sessista , andrebbero analizzate con una capacità di lettura del testo e obbiettività di valutazione sullo spot contestato. Rocco Siffredi e la patata. , come si fa a non capire? Oppure chi non capisce , condivide questo metodo chiaramente sessista di usare la patata e la donna come se fosse roba da consumare. Spero che la vostra sensibilità vi possa fare pensare che la patata potrebbe essere anche figlia moglie o madre , Rocco le ha provate tutte “le patate”
al di la dello spot pubblicitario, veramente penoso con uno stile comunicativo superato, lascia allibiti come alcuni trovino ironico una sequenza di doppi sensi da bar dello sport…
Ma ovviamente la squadra marketing di Amica Chips conosce bene la tipologia di pubblico a cui si rivolgono…
I creativi del marketing ricorrono a tutte le tecniche di vendita, anche quelle più infide e sottili che solleticano alcune aree ben note del nostro cervello. In questo caso, invece, non si devono essere impegnati più di tanto ed è per questo che lo spot fa più sorridere che inorridire. Fa più riflettere, invece, l’uso delle mamme e dei bambini quando si vogliono reclamizzare prodotti alimentari e bevande di dubbia salubrità.
(commento ironico)
Signara Patrizia il comitato di controllo IAP ha pienamente ragione, come le è stato risposto ogni discriminazione sessista, volgarità di bassa lega, lesione della dignità femminile, è stata diligentemente programmata al di fuori della “fascia oraria di protezione specifica per i minori, che per legge è quella compresa tra le 16:00 e le 19:00”
Per la popolazione adulta invece sempre a disposizione le restanti 21 ore per assorbire pienamente quei valori della cultura maschilista e degradante delle donne o apprenderli ex novo nell’eventualità fossero sfuggiti da minori confinati nella fascia oraria protetta. (a meno che qualche fuorilegge disubbidiente non abbia sbirciato tv/smartphone/tablet fuori orario).
E’ responasibilità della commissione IAP verificare che “non siano ritenuti violati i livelli di guardia”, ed infatti dopo accurata analisi del contenuto del messaggio pubblicitario non sono emerse le condizioni minime che avrebbero costretto i commissari a censurare lo spot (sculacciate, palpatine e dirty talking).
È avvilente che anche alcune donne non si rendano conto del messaggio maschilista e retrogrado trasmesso da questa pubblicità. È altre sì avvilente che i mass media, il nostro principale mezzo di comunicazione ed espressione, permettano la diffusione di uno stereotipo di donna totalmente maschilista e superato. La signora Patrizia ha solo messo in luce una triste verità che molti minimizzano o addirittura condividono.
Mah. Per una pubblicità che fa doppi sensi sulle patatine e che quindi (a dire della Sig.ra Patrizia) sminiuiscono la donna ce ne sono almeno una decina che prendono per i fondelli l’uomo: papà imbecille, papà portafoglio, single che non sa fare niente. La lista è lunga. Ci ricordiamo la pubblicità del colorante con la donna che metteva il maritino rachitico in lavatrice per tirarlo fuori nero e palestrato? Quella però andava bene se non sbaglio, non ricordo lamentele in merito.
L’ultima è quella della mamma che fa il passo del pinguino per prendere la merendina in frigo: si vede un padre in giro? Ovviamente no: è tutto incentrato sul clichè della mamma che fa tutto mentre lui è assente. Forse lavora sino a tardi, forse è scappato in Guatemala con l’amante o magari è in galera. Chissà. Non ci è dato saperlo.
Di queste pubblicità nessuno dice nulla. Per una questione di parità di genere ritengo quindi sia equo non mettersi a baccagliare sulla pubblicità di Rocco Siffredi.
Ottimo Sergio, ma sia più prudente: la percezione della realtà muta con il senso di appartenenza all’ideologia della setta vincente e chi non si adegua o è sbeffeggiato come stupido e ostinato o, peggio, “giustamente giustiziato”. Ne sa qualcosa la povera IPAZIA e la splendida biblioteca di Alessandria summa e scrigno del Sapere Antico classico, scontratasi col “nuovo” che avanzava e medievalizzava per almeno un millennio
Concordo, è da tempo che dico che le pubblicità non sanno pubblicizzare senza sminuire sia uomini che donne..mi sa che inizierò a segnalarne qualcuna anch’io… una che ricordo perfettamente è quella del tampax, e del ” a metterlo ci riuscirebbe persino un uomo!”
Io ho sorriso.
Per me, e quelli della mia generazione, Rocco e’ una specie di mito e non me ne vergogno, tutt’altro.
Ho una moglie (che e’ anche mamma di 2 figli) che rispetto (e che ride di questo spot e di tanti altri), che lavora e ha un ruolo manageriale, per cui anche li’ non ci ritroviamo, signora Patrizia, con il quadretto che vorrebbe disegnare sull’Italietta che ride. Rido si (anzi sorrido), ma il quadretto non mi appartiene nemmeno di striscio.
Ho tante colleghe donne (laureate, manager) e anche li’ la battutina ci scappa, in tutti e due i versi, sempre con rispetto.
Il problema e’ che Rocco faceva un genere di film in cui, che ci vuole fare, c’erano tante donne (mi risulta tutte ampiamente consenzienti tra l’altro). Forse lo confonde con Harvey Weinstein ? (li’ avrebbe ragione da vendere)
Potrei scriverLe che mi infuria di piu’ il Bagaglino o un altro milione di cose, e non una patatina, ma va bene cosi’.
Combatta pure la sua battaglia, ci mancherebbe. Non dimentichi che pero’ la battaglia e’ solo Sua. A “noi” dell’Italietta forse va bene cosi’, dico forse perche’ mi sfugge il nesso Rocco/Patatina e Femminicidio. Ma saro’ io limitato no ? 😉
Victor
Di pessimo gusto, come la maggior parte delle pubblicità che, del resto, non inducono di sicuro ad acquistare il prodotto reclamizzato !
Ragazzi diciamolo apertamente che e’ una pubblicita’ pessima…
Fa’ veramente ribrezzo ed una offesa sia per uomini che per donne
tutto perche’ questo benedetto uomo di Rocco Siffredi famoso solo per una cosa e venga reclamizzato per una bubblicita’ di patatine ….. ma andate a quell paese e mi sorprendo anche della risposta dell’organo che dovrebbe controllare e sovraintendere
per me e’ una pubblicita’ indecente e non piace
…in tutti i commenti invece di “pensare” si mette in luce una voglia di “giudicare”. Cerco di astenermi da ciò, sono un professionista della comunicazione pubblicitaria con 40 anni di esperienza sul campo. Per scelta NON ho mai fatto pubblicità ai prodotti “senza valore” quindi ho lavorato solo sui vantaggi reali dei veri prodotti, anche nell’agroalimentare, trovando e proponendo posizionamenti adeguati ed efficaci. Cosa accade con i prodotti, che chiamo sprodotti, cioè senza una loro qualità intrinseca? Senza qualità si devono trovare posizionamenti di umore, artefatti, e qui il volgare rischia di essere un campo utile. La paura, il sessismo, l’odio vengono sdoganati, nel senso che tutti chiudono un occhio e con ipocrisia i diritti dei sentimenti vengono sorpassati da quella che molti definiscono “ironia”. Io chederei scusa alla sig.ra Patrizia, come “cittadina” di un sistema paese “greve” che per sopravvivere nei consumi di massa (cibo peraltro di scarsissima qualità) devono diventare “volgari” nel senso letterale della parola. Pensiamoci davvero tutti, come costruire qualcosa che migliori tutti noi!
Chi l’avrebbe mai detto che un sottoprodotto alimentare odiato da grandi e bambini avrebbe creato così tanta ‘attenzione’? Ci sarebbe materiale per un trattato di sociologia: fenomenologia dell’italiano medio.
Bene, abbiamo letto di tutto e di più. E di questo dobbiamo ringraziare Roberto La Pira che, nonostante affermi che il Fatto Alimentare si occupa di cibo e della sua pubblicità, in questa occasione si fatto molto di più.
Dal dibattito (devo dire acceso, ma senza mai superare il limite del turpiloquio e dell’offesa personale) è risultato uno specchio dell’attuale pensiero italico che rende molto chiaramente quale sia lo stato di crescita civile della sua popolazione. Risulta veramente di tutto: il grado culturale, le tensioni sociali, le condizioni etiche e morali del nostro paese. E anche questa, nonostante si tenda a demonizzare gli strumenti tecnologici e i social, è anche un momento di confronto, di cultura e crescita. Grazie.
Doppi sensi, a me lo spot fa sorridere. Ma non mi scaglio contro Patrizia, che ha ben diritto di esprimere perplessità sullo spot e soprattutto sulle seguenti risposte. Sarebbe forse il caso di commentare l’argomento più che la persona. Non acquisto patatine, nel mio piccolo ho fatto qualcosa.
In effetti non è cibo nel senso di alimento. Se vogliamo, dal punto di vista alimentare, è un “sotto”prodotto che se ne potrebbe fare a meno.