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I farmaci (Ozempic, Mounjaro, Wegovy…) che interferiscono con le sostanze chiamate incretine* (tra le quali il Glucagon-Like Peptide 1 o GLP1) come la semaglutide hanno cambiato profondamente l’approccio all’obesità, condizione dilagante. E sono nel mezzo di un ulteriore sviluppo, accelerato delle nuove molecole, che agiscono quasi tutte su più di un bersaglio, e dalla scadenza dei brevetti dei primi introdotti in commercio, che apre la strada al mercato dei farmaci generici, sempre meno costosi, che potrebbero presto arrivare anche per alleviare la cronica carenza di dosi.

Per fare il punto sul momento attuale, il sito Food Navigator ha chiesto aiuto a un’esperta, Kim Fisher, direttrice dei programmi dell’Institute for Innovation and Health dell’Università della California di Davis. Per quanto la realtà statunitense sia, da certi punti di vista, lontana da quella europea, ciò che succede oltreoceano precede, con le dovute differenze, quanto accade poco dopo anche in Europa. Ecco dunque la situazione, secondo Fisher.

Penna per l'iniezione del farmaco Mounjaro; concept: tirzepatide, obesità
Mounjaro, agisce su due bersagli, e la sua efficacia è superiore a quelle di molecole come l’Ozempic

Numeri allarmanti

Negli Stati Uniti, tre quarti della popolazione sono in sovrappeso o già nel range dell’obesità, e l’88% hanno malattie metaboliche. Finora, farmaci come la semaglutide sono stati utilizzati dal 12% degli americani, pari a 41 milioni di persone. Al momento sono in terapia circa venti milioni di individui, pari al 6% dei cittadini. E probabile che i numeri siano sottostimati, perché molti, ricorda Fisher, assumono i farmaci al di fuori dei circuiti legali o comunque controllati come le assicurazioni, oppure li acquistano in paesi come il Canada dove costano meno.

Successi clamorosi di Mounjaro &Co

L’enorme diffusione di Ozempic e di questi farmaci si spiega anche con gli effetti inaspettati. Negli ultimi anni, infatti, sono stati sperimentati su decine di malattie, e spesso hanno mostrati virtù terapeutiche che non si spiegano con la sola perdita di peso. Anche se molte delle patologie metaboliche e di altro tipo associate all’obesità migliorano sensibilmente, ciò non spiega le azioni viste per esempio su alcune patologie renali, respiratorie, neurodegenerative, sulle dipendenze o sull’artrosi.

Assortimento di cibo spazzatura visto dall'alto: panini con hamburger, nuggets, pop corn, patatine, waffle, donut glassati, cupcake, marshmallow, ketchup; concept: snack, junk food, ultra processati
Chi ha seguito una cura con Ozempic, Mounjaro, Wegovy… diminuisce drasticamente (del 70-84%) il consumo di junk food

Al momento, sono in pieno svolgimento più di un centinaio di sperimentazioni cliniche – una quarantina delle quali in fase 3 sulle più disparate condizioni e malattie. In esse si sperimentano farmaci spesso di nuova generazione, multi-target, di quelli che secondo Fisher (evidentemente un’entusiasta) possono essere considerati farmaci della longevità, perché sembra possano aiutare in numerose condizioni associate all’avanzare degli anni. In effetti, la tirzepatide, in commercio come Mounjaro, agisce su due bersagli (oltre ai recettori di GLP1 su quelli del GIP, il peptide insulinotropico glucosio-dipendente), e la sua efficacia è superiore a quelle di molecole come l’Ozempic, che vanno solo sui recettori dui GLP-1.

Tra quelli in arrivo, il più vicino è probabilmente la ritatutride, che di bersagli ne ha tre (oltre ai precedenti anche il glucagone), che negli studi clinici ha mostrato di assicurare una perdita di peso del 24%, superiore a tutte le altre. Allo stesso tempo stanno arrivando formulazioni orali di farmaci vecchi e nuovi.

Gli effetti su Big Food

Un altro effetto sempre più evidente è il cambiamento delle abitudini alimentari. Da tempo si segnala che chi ha seguito una cura di questo tipo diminuisce drasticamente (del 70-84%) il consumo di pizza, gelati e dolci, hamburger, pasta, alcolici e così via, aumentando contestualmente quello di frutta e verdura e proteine “magre”. Solo nel settore dolci, quello più colpito, e solo negli Stati Uniti, ciò significa una perdita di tre miliardi di dollari all’anno. Ma tutte le grandi aziende stanno correndo ai ripari, come ricorda un altro articolo di Food Navigator, mettendo a punto nuove proposte di alimenti che tengano conto della cura con questi farmaci e riformulando alcuni di quelli classici.

Tra le altre, una delle più attive è Nestlé, che nel 2024 ha lanciato i suoi pasti Vital Pursuit da assumere mentre si è in terapia, mentre nell’ambito dei dolci il produttore di gelati Two Spoon ha proposto gelati appunto con ingredienti GLP-1-friendly e Sweet Freedom ha lanciato dessert “perfetti per chi è in terapia con GLP-1”.

Un altro colosso, General Mills, sta modificando alcuni dei suoi prodotti più venduti come i cereali da colazione Cheerios, che ora esistono nella versione Protein. Allo stesso modo, Conagra sta introducendo pasti surgelati della linea Healthy Choice anche in quel caso GLP-1 friendly. Altri, senza specificare il legame con i farmaci, stanno modificando formulazioni e packaging per sottolineare l’elevato contenuto in proteine e in fibre e il valore nutrizionale del prodotto, con lo scopo di fornire alimenti adatti ad arginare la perdita di massa muscolare tipica di chi assume queste molecole.

Quelli che li evitano

Non tutte le aziende, però, si stanno buttando a capofitto nel settore, per quanto promettente possa sembrare. Ci sono infatti numerose ambiguità normative sulle diciture, e timori per i possibili effetti secondari non ancora del tutto chiari, che potrebbero essere controproducenti per un brand. Per esempio, è emersa la possibilità di sviluppare pensieri suicidari, perdita di capelli, effetti a carico degli occhi, e c’è chi preferisce attendere che la situazione sia più definita prima di investire.

Oltretutto, la reazione dei consumatori a questo tipo di prodotti non si è ancora valutata a fondo e non è detto che sia così positiva da giustificare gli enormi costi delle riformulazioni e delle nuove proposte. È invece chiaro che l’arrivo di una risposta farmacologica all’obesità sta avendo ripercussioni ad amplissimo raggio, che non toccano minimamente le cause dell’epidemia, ma si limitano a fornire una soluzione, per quanto non priva di rischi e di conseguenze.

* Ormoni prodotti a livello gastrointestinale, secreti dopo aver mangiato e che aiutano a regolare la glicemia

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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