È uscito in questi giorni il libro di Franca Roiatti “La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?”. Si tratta di un’analisi delle nuove tecniche di produzione e commercializzazione degli alimenti con un approfondimento sui “cittadini del cibo”, ovvero i pionieri di un movimento che vuole ridare valore a ciò che mangiamo, riportando le comunità al centro delle decisioni, spronando le istituzioni a considerare i prodotti alimentari una questione politica per avviare nuove regole e percorrere nuove strade.
Secondo l’autrice siamo di fronte a un esercito di persone che si rifiuta di perpetuare un modello di sviluppo non sostenibile, ed è disposto a formulare strategie per una rivoluzione agricola efficace ma etica.
Franca Riatti prende in esame svariati fenomeni: gli orti in città, i gruppi d’acquisto, le fattorie sui tetti, e le declina a livello internazionale. Si parlerà degli orti «senza petrolio» dell’Avana e di quelli creativi di Nairobi, delle fattorie sociali di Detroit e dei tetti coltivati di New York, delle parcelle (ex) abusive di Torino e delle aiuole improvvisate di Todmorden in Gran Bretagna. Sono numerose le domande cui l’autrice cerca di rispondere. Una tra le altre: se siamo di fronte all’ultima moda ecologica che poche élite possono permettersi o a fenomeni in grado di rifondare l’economia alimentare del pianeta?
Franca Roiatti, è nata a Udine e ha studiato Scienze Politiche all’Università di Trieste. Si è trasferita a Milano per diventare giornalista lavorando per quotidiani, radio e settimanali prima di approdare a Panorama, dove si occupa di esteri. Nel 2010 ha pubblicato Il nuovo colonialismo. Caccia alle terre coltivabili (Università Bocconi Editore), il primo libro che approfondisce la tematica del land grabbing.
Franca Roiatti “La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?” (Egea 2011, 216 pagg., 20 euro in formato cartaceo, 11,99 digitale).
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione