richiamo uova biologiche amadori cascina italia conad

amadori uova biologicheAggiornamento del 21 febbraio 2020: il ministero della Salute ha revocato il richiamo delle uova biologiche Verso Natura Conad e Oliviero Claudio per la scadenza dei prodotti.

Aggiornamento del 24 gennaio 2020: in una nota a Il Fatto Alimentare, Amadori comunica di aver “attivato le procedure interne di ritiro e richiamo di uova fresche da agricoltura biologica, identificate con il Lotto 5528139926 e commercializzate ad alcuni clienti fra il 15 e il 18 gennaio. Il lotto è composto da tre referenze, fra cui la confezione di 4 uova biologiche a marchio Amadori.” già lo scorso 22 gennaio.

Inoltre Amadori ricorda che il richiamo è di tipo precauzionale e si è reso necessario in seguito a una sospetta contaminazione in un allevamento di filiera. L’azienda “ha sospeso immediatamente ogni rapporto commerciale con l’allevamento in questione, interrompendo la fornitura di uova provenienti da questa azienda”.

Il ministero della Salute ha pubblicato il richiamo precauzionale di un lotto di uova biologiche fresche di vario calibro vendute con i marchi Amadori, Verso Natura Conad e Cascina Italia per una sospetta contaminazione microbiologica. Le uova interessate sono tutte identificate dal lotto 5528139926 e dal termine minimo di conservazione 08/02/2020 e sono distribuite nei seguenti formati:

uova biologiche verso natura conadTutte le uova biologiche richiamate sono state prodotte dall’Azienda Agricola Olivero Claudio nello stabilimento di via Rigrasso 9, a Monasterolo di Savigliano, in provincia di Cuneo.

Il provvedimento è collegato al precedente richiamo, datato 17/01/2020, di alcuni lotti di uova biologiche prodotte dall’Azienda Agricola Olivero Claudio sempre per contaminazione microbiologica.

cascina italia uova bioA scopo cautelativo, si raccomanda di non consumare le uova segnalate e restituirle al punto vendita dove sono state acquistate.

Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 12 richiami, per un totale di 12 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Silvio
Silvio
24 Gennaio 2020 13:25

In caso di consumo cosa bisogna fare?

Valeria Nardi
Reply to  Silvio
24 Gennaio 2020 13:47

Se dovesse avere dei sintomi o anche solo dei dubbi in merito le consigliamo di rivolgersi al suo medico.

Simone
Simone
Reply to  Silvio
24 Gennaio 2020 15:00

Ribadisco anche qui, a maggior ragione visto l’ingrandirsi del numero di pezzi coinvolti, se l’azienda comunicasse qual è l’agente patogeno, sarebbe più semplice e diretta un’eventuale diagnosi, anziché dover fare uno studio epidemiologico a posteriori. Per altro un richiamo così generico a mio avviso è in contrasto con l’articolo 19 pto. 1 del Reg CE 178/02 che riporto: “Se il prodotto può essere arrivato al consumatore, l’operatore informa i consumatori, in maniera efficace e accurata, del motivo del ritiro”

Flavio
Flavio
25 Gennaio 2020 09:21

Se si tratta di contaminazione microbiologica, non è sufficiente evitare di consumarle crude o semicrude? Immagino che se vengono consumate ben cotte, il problema non dovrebbe sussistere…..