Aggiornamento del 6 aprile 2023: il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di tutti i lotti di quinoa bianca a marchio Lina con tutti i termini minimi di conservazione (Tmc) dal 26/11/2023 al 15/08/2024, per la presenza di livelli elevati di pesticidi.
Il ministero della Salute ha segnalato il richiamo da parte dell’operatore di un lotto di quinoa bianca a marchio Lina per la presenza di elevato contenuto del pesticida organofosfato clorpirifos e di clorati. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da 500g, con il numero di lotto 123023QU e il Tmc 23/07/2024.
La quinoa richiamata è stata prodotta dall’azienda Agritrade Sac in Perù ed è stata confezionata da Zorzoli Giovanni Srl, nello stabilimento di via 26 Aprile 30, a Vigevano, in provincia di Pavia.
A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda di non consumare la quinoa con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione segnalati e, se possibile, restituirla al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2023 Il Fatto Alimentare ha segnalato 61 richiami, per un totale di 149 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
© Riproduzione riservata Foto: Fotolia (copertina), ministero della Salute
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Il controllo qualità non perfetto appare pure dagli errori in tabella nutrizionale (espone per prime le kcal invece dei kJ e indica la quantità di sale in milligrammi, anziché al centigrammo più vicino 0.01g) e dall’indicazione impropria “può contenere glutine” in luogo di “può contenere cereali contenenti glutine”
Se proprio si ha il desiderio di puntualizzare sul lavoro altrui, scrivono “tracce di…” e “peso netto” pur utilizzando il peso statistico…
Ma in generale trovo improprio e senza fondamento nello specifico, a meno che lei non abbia informazioni non presenti nell’articolo, definire “non perfetto” il controllo qualità che molto probabilmente ha individuato il problema attraverso controlli interni sulla materia prima e ha attivato la procedura di richiamo. Sarebbe improprio anche se la rilevazione fosse stata effettuata da parte dell’Autorità competente e non in autocontrollo. Lo sa meglio di me che, per quanto si possano applicare pedissequamente le procedure, il rischio zero non esiste…
In milligrammi risulta più preciso (una cifra decimale in più) e permette di capire meglio se si è più vicini a 0,02 o a 0,01 (come in questo caso.
Ininfluenti trovo le altre due rilevazioni, nel senso che comprendo che non c’è glutine e il fatto che indichi sia kcal che kJ mi basta (conta che ci siano entrambi i valori).
Chssà se il confezionatore è tenuto a dei controlli di laboratorio prima della commercializzazione; specie quando i prodotti arrivano da Paesi non comunitari, dove, si presume, che il contesto legislativo/culturale /controllo sia diverso dal nostro …