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Il Ministero della salute ha diffuso il richiamo delle cime di rapa a marchio “Gusto del Salento” (vedi foto sopra) in seguito caso confermato di botulismo alimentare avvenuto dopo il consumo di cime di rapa al naturale. Il provvedimento riguarda tutti i lotti di produzione delle cime di rapa in vaso di vetro da 400 grammi (peso netto sgocciolato).

Le cime di rapa colpite dal richiamo sono prodotte dalla Soc. Coop. Agr. Natura Arl nello stabilimento situato nella zona industriale (tronco A, lotto 27) di Casarano in provincia di Lecce.

Si raccomanda ai consumatori di non mangiare assolutamente il prodotto e di riportarlo presso il punto vendita d’acquisto. Secondo una recente pubblicazione della Direzione generale per l’igiene, la sicurezza alimentare e la nutrizione (Dgisan) del Ministero della salute, le cime di rapa, insieme a funghi e olive, sono tra le conserve di verdura più frequentemente contaminate.

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 85 richiamiper un totale di 123 prodotti e 10 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori  interessati all’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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