I supermercati Carrefour hanno richiamato un lotto di barrette di fiocchi di farro e farro soffiato con mirtilli rossi, granella di nocciole e cannella a marchio Carrefour Bio perché è stata riscontrata la presenza di solfiti (23 +/- 6 mg/kg) non dichiarati in etichetta. Il prodotto in questione è venduto in scatole da 125 grammi (5×25 grammi) con il numero di lotto 1812 e il termine minimo di conservazione (Tmc) 23/12/2023.
Le barrette di farro richiamate sono state prodotte per Carrefour GS Spa dall’azienda Poggio del Farro Srl, nello stabilimento di via Bruscoli Cerdello 317/A a Firenzuola, nella città metropolitana di Firenze.
A scopo precauzionale, si raccomanda alle persone allergiche a solfiti di non consumare le barrette con il numero di lotto segnalato. Il prodotto è sicuro per i consumatori e le consumatrici che non soffrono di allergia ai solfiti.
Dal primo gennaio 2022 Il Fatto Alimentare ha segnalato 122 richiami, per un totale di 238 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Carrefour
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Al di là dell’allergenicità, il prodotto va richiamato anche in base agli articoli 28 (Misure precauzionali volte a evitare la presenza di prodotti e sostanze non autorizzati) e 29 (Misure da adottare in caso di presenza di prodotti o sostanze non autorizzati) del regolamento (UE) 2018/848 del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.
Dato che i solfiti non vi sono ammessi come additivi, la barretta non può essere immessa sul mercato con riferimento al metodo biologico; va informato immediatamente l’organismo di controllo, che è tenuto a condurre altrettanto immediatamente un’indagine ufficiale per determinare le fonti e la causa della presenza dei solfiti, che nel caso in questione non è ragionevole ritenere di fonte endogena.
Se di fonte esogena potrebbe essere dovuto ad altre lavorazioni alimentari precedenti?
Non tanto dalle lavorazioni, quanto dal trattamento post raccolta.
Pur non avendo elementi, i mirtilli rossi mi sembrano i più indiziati.
L’uso di solfiti, vietato nella produzione biologica, è del tutto ammesso nella produzione convenzionale (in frutta a guscio e frutta secca fino a 500 mg/kg, in mele e pere secche fino a 600 mg(kg, in albicocche, pesche, uva, prugne e fichi secchi fino a 2.000 mg/kg, reg. UE n.1129/2011).
Il contenuto rilevato (23 +/- 6 mg/kg) è coerente con la presunzione di utilizzo su un ingrediente presente in modesta quantità.