Milano: la raccolta dell’olio di frittura funziona in 25 supermercati. In alcuni si recuperano anche piccoli elettrodomestici e apparecchiature elettroniche
Milano: la raccolta dell’olio di frittura funziona in 25 supermercati. In alcuni si recuperano anche piccoli elettrodomestici e apparecchiature elettroniche
Giulia Crepaldi 14 Luglio 2017Il problema di come smaltire correttamente piccoli elettrodomestici e olio di frittura utilizzato in cucina è molto diffuso tra le famiglie. Non tutti sanno dove gettare lo sbattitore elettrico che non funziona o l’olio di frittura delle patatine. La catena di supermercati Coop per venire incontro alle esigenze dei consumatori ha avviato un progetto sperimentale a Milano. In prossimità dell’entrata di due punti vendita – quello di via Palmanova e il centro commerciale La Torre in via Gozzoli – è iniziata la raccolta sperimentale di apparecchiature elettriche ed elettroniche, come smartphone e ferri da stiro, utilizzando cassonetti progettati per questo tipo di rifiuto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Amsa, l’azienda milanese per la raccolta dei rifiuti, ed Ecodom, il consorzio che si occupa del recupero dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ed è responsabile per l’Italia del progetto “Critical Raw Material Closed Loop Recovery”, finanziato dall’Unione europea, per incrementare il recupero di ‘materiali critici’.
L’idea è quella di rendere più semplice lo smaltimento di questi rifiuti domestici, portando il punto di raccolta più vicino ai luoghi maggiormente frequentati dai consumatori. Il sistema sembra funzionare. Dal momento dell’installazione (lo scorso 14 giugno 2017), i due cassonetti speciali sono già stati riempiti tre volte. La fase di raccolta sperimentale nei supermercati terminerà nel dicembre 2017, a quel punto toccherà al Comune di Milano insieme ad Amsa e Coop decidere se continuare e farsi carico dello smaltimento dei rifiuti elettronici e di valutare l’eventuale estensione del progetto.
Oggi i piccoli elettrodomestici da buttare via possono anche essere conferiti presso le isole ecologiche oppure nei punti di raccolta rifiuti che però in genere si trovano lontano dai centri abitati e sono pochi. In alternativa, possono essere consegnati nei negozi di elettrodomestici ed elettronica al momento dell’acquisto di un apparecchio dello stesso tipo. Quando si acquista un nuovo robot da cucina è possibile restituire il vecchio: il negoziante ha l’obbligo di legge a ritirarlo e occuparsi dello smaltimento. Nei grandi negozi (dai 400 mq di superficie) il ritiro avviene anche senza acquisto.
La raccolta dei RAEE è fondamentale non solo per evitare di disperdere nell’ambiente sostanze inquinanti, ma anche per il recupero di alcuni metalli preziosi e sostanze utili per le industrie. Rame, argento, oro e platino, cobalto e grafite sono solo alcuni dei materiali recuperati. Nonostante gli sforzi, però, si stima che i due terzi dei rifiuti elettronici vengano gestiti in maniera inappropriata, se non addirittura dannosa per l’ambiente
Per recuperare correttamente l’olio di frittura e quello presente negli alimenti, come ad esempio nel tonno in scatola e nei carciofini, a Milano ci sono 25 supermercati delle insegne Carrefour, Simply e anche Coop (qui la lista completa) attrezzati per questa operazione. La modalità è molto semplice. Basta raccogliere l’olio in una bottiglia di plastica, chiuderla bene e inserirla nell’apposito raccoglitore posizionato all’ingresso del supermercato quando si va a fare la spesa settimanale. Simili iniziative sono presenti anche in altre città e regioni italiane.
Gli oli alimentari non devono assolutamente essere dispersi nell’ambiente, svuotando barattoli e pentole nel lavandino, ma vanno raccolti in un contenitore – alcuni comuni e aziende dei rifiuti forniscono delle taniche apposite – e conferiti nei centri di raccolta. Chi non è così fortunato da avere un cassonetto dell’olio alimentare nel supermercato, può rivolgersi alla più vicina isola ecologica o centro di raccolta. In mancanza di centri di smaltimento, come estrema soluzione si può gettare il contenitore ben chiuso nei bidoni dei rifiuti indifferenziati.
In Italia ogni anno vengono prodotti 5 kg di olio alimentare pro capite. Recuperando gli oli prodotti dalle famiglie, dall’industria e della ristorazione, e trattandoli adeguatamente, si possono produrre lubrificanti, biodiesel, saponi, tensioattivi, inchiostri e molto altro, per un valore stimato di 180 milioni di euro. Alla fine dei conti, recuperandoli correttamente, l’olio delle patatine fritte e il vecchio cellulare dimenticato nel cassetto possono trasformarsi da rifiuto a risorsa.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.