Donna indecisa che guarda un flacone e una bottiglia di plastica davanti alle borse della raccolta diffrenziata

A volte capire dove buttare gli imballaggi dei prodotti sembra un vero rebus. Di fronte a confezioni realizzate con materiali sempre più complessi, spesso formati da componenti differenti e multistrato, non è sempre facile individuare il giusto bidone della raccolta differenziata in cui gettarli. E spesso nemmeno le indicazioni sullo smaltimento in etichetta ci danno una mano. Anzi a volte, tra sigle, simboli e pittogrammi si fa ancora più confusione, come rivela un esperimento realizzato dal web magazine Economia Circolare insieme a Junker, la popolare app per la raccolta differenziata.

I risultati di questa indagine a campione, che si possono trovare nel dossier Riciclabilità degli imballaggi: occhio all’etichetta!, sono piuttosto sconfortanti. Su 90 imballaggi analizzati tra confezioni di alimenti, flaconi di prodotti per la casa e cosmetici, l’indagine ha scoperto che nella maggior parte dei casi, le indicazioni fornite sono scorrette (10), incomplete (37) o addirittura assenti (7). Sono risultate corrette e complete soltanto 36 etichette su 90.

L’indagine ha rilevato la diffusione di modalità diverse per indicare lo smaltimento dello stesso materiale, alimentando la confusione tra i consumatori

Dall’indagine di Junker ed Economia Circolare è emersa una situazione piuttosto confusa, caratterizzata dall’uso di grafiche e simboli diversi per indicare lo stesso tipo di materiale, colori differenti da quelli raccomandati dalle Linee guida Conai, ad esempio il giallo per la plastica e il blu per la carta. “Sappiamo che non è facile maneggiare la complessità che si cela dietro un imballaggio. Ma le aziende hanno il dovere di fare chiarezza sui packaging dei prodotti che mettono in commercio.” afferma Noemi De Santis di Junker.

Tra i casi più eclatanti, troviamo ad esempio un sacchetto salvafreschezza per prodotti sfusi su cui sono sbagliati sia il codice del materiale che la frazione in cui va conferito. In un altro caso, un sacchetto del pane di carta con finestrella in PLA presenta un’indicazione di smaltimento a dir poco confusa: “umido o indifferenziato”, con una freccia che parte dalla sacchetto e punta su umido, e una che dalla pellicola va all’indifferenziato. Le due parti vanno separate? Si può buttare tutto insieme in un bidone o nell’altro? Difficile dire quale sia l’interpretazione corretta, come si può vedere nello schema qui sotto. In molti casi poi i produttori cadono sullo smaltimento della carta da forno, che va conferita nell’indifferenziato ma che spesso riporta l’indicazione errata “carta”.

Una delle etichette ambientali analizzate nel corso dell’indagine che mostra problematiche nell’interpretazione

In altri casi le etichette risultano incomplete, con l’indicazione del solo materiale e non della frazione di conferimento, o viceversa. Continua poi a comparire spesso anche il suggerimento di rivolgersi al proprio comune per conoscere la modalità di smaltimento, soprattutto in caso di imballaggi composti che potrebbero essere smaltiti diversamente a seconda del gestore della raccolta rifiuti. Ma come spiega De Santis “i Comuni non hanno il personale, le conoscenze e nemmeno l’obbligo di scendere così nel dettaglio. Rimanderebbero probabilmente al numero verde dei gestori della raccolta, ma anche questi ultimi non sono tenuti né a conoscere né a trasmettere tutte quelle informazioni

Questi sono solo alcuni esempi delle etichette che un consumatore può trovarsi davanti agli occhi. Una situazione confusa che però dovrebbe migliorare con l’entrata in vigore definitiva della nuova etichetta ambientale, parzialmente rinviata al 31 dicembre 2021 a causa della pandemia. Al momento è obbligatorio indicare la tipologia di imballaggio, scritta per esteso o con una rappresentazione grafica (per esempio bottiglia o lattina), e il materiale con la codifica alfanumerica. A partire dal prossimo anno, sulle etichette dovranno comparire anche indicazioni precise sulla frazione della raccolta differenziata in cui smaltire l’imballaggio e la famiglia del materiale, possibilmente utilizzando i colori raccomandati dalle Linee guida elaborate da Conai (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Le informazioni di smaltimento che saranno obbligatorie a partire dal 2022

© Riproduzione riservata Foto: stock.adobe.com, dossier Riciclabilità degli imballaggi: occhio all’etichetta!, Conai

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