pulciniSi stano moltiplicando gli sforzi dei ricercatori per trovare soluzioni tecnologiche che permettano di riconoscere il sesso dei pulcini prima che le uova si schiudano, evitando così che milioni di maschi di galline ovaiole siano gassati o triturati appena dopo la nascita perché non utilizzabili.

I primi a proporre una tecnologia che potrebbe risolvere il problema, come abbiamo raccontato qualche mese fa su Il Fatto Alimentare sono stati i ricercatori dell’Università di Lipsia, che hanno annunciato per la fine del 2016 la messa a punto di un dispositivo basato sulla spettroscopia in grado di individuare le differenze di genere entro le prime 72 ore di sviluppo dell’embrione, permettendo così di eliminare gli embrioni maschi.

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Il test dell’Università di Lipsia individua il sesso del pulcino nelle prime 72 ore di incubazione

Adesso però sembra che i ricercatori tedeschi possano essere battuti sul tempo da un team olandese che ha annunciato di avere individuato dei biomarcatori che permetterebbero di identificare il sesso dei pulcini al nono giorno di incubazione, ossia circa dodici giorni prima della schiusa. In questo caso è necessario praticare sul guscio dell’uovo un minuscolo foro per raggiungere con un ago sottile la vescicola allantoidea, la sacca che contiene gli scarti prodotti dal metabolismo dell’embrione, prelevando le sostanze da analizzare, sulle quali l’azienda mantiene il riserbo per ragioni commerciali.

Secondo Wouter Bruins, il ricercatore di Leida che ha fondato In Ovo, una start up dedicata al progetto (il sito racconta la storia con un divertente video) per il momento il test garantisce un’affidabilità del 95% che si spera di portare al 99% come si può leggere in un articolo apparso sul quotidiano britannico The Guardian. In Ovo sta lavorando in collaborazione con una società danese, la Senovo e può contare sul sostegno delle quattro principali aziende olandesi che gestiscono incubatoi: l’obiettivo è quello di mettere sul mercato il dispositivo entro il 2018. “Al momento” spiega Bruins, “ogni test costerebbe circa dieci centesimi, ma permetterebbe un risparmio di circa tre centesimi”, in ogni caso non dovrebbero esserci aumenti per i consumatori.

In Germania il nuovo test potrebbe essere utilizzato già dal 2017

Nel frattempo la messa a punto dei nuovi dispositivi procede anche in Germania, anche se le previsioni che li davano disponibili per la seconda metà del 2016 sembrano destinate a slittare, nonostante la pressione del Ministero dell’Agricoltura che finanzia il progetto e che ha annunciato l’adozione della nuova tecnologia per il 2017, ma finora si è rifiutato di mettere al bando i metodi ora utilizzati per sopprimere i pulcini. In Germania la questione è molto seguita dall’opinione pubblica, e secondo Gerald Steiner, uno dei responsabili del progetto, potrebbe pesare sull’imminente campagna elettorale.

Ma qualcosa si sta muovendo anche oltre oceano: nella regione canadese dell’Ontario è l’associazione dei produttori ad avere avviato una collaborazione con la McGill University per individuare gli embrioni maschi prima che inizi l’incubazione attraverso la speratura, la tecnica oggi utilizzata per vedere, tramite una luce direzionata su un uovo, se questo è fecondato o meno. Si tratta di una tecnica del tutto diversa, meno invasiva, e anche in questo caso di un progetto a breve termine: l’idea è quella di avere un prototipo pronto per l’autunno per poi vedere come velocizzare la procedura arrivando a trattare 20/30.000 uova l’ora.

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Torneremo a razze di galline sia da carne che da uova?

Le attuali pratiche di sessaggio insomma sembrano destinate a diventare un ricordo del passato: resta da vedere se la soluzione verrà dalla tecnologia o dal ritorno all’allevamento di razze ambivalenti, che possono essere usate sia per la carne sia per le uova. O semplicemente dalla scelta di prolungare la vita delle ovaiole – che oggi sono macellate appena la produzione di uova accenna a diminuire – in modo da ridurre la necessità di avere nuovi pulcini.

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Riccardo
Riccardo
13 Giugno 2016 16:39

Gli agnelli maschi sono anche loro eliminati a Pasqua. E così per altri animali che ci “nutrono”.

Paola Cicerone
Paola Cicerone
Reply to  Riccardo
14 Giugno 2016 08:38

È vero. Ma la strage dei pulcini maschi ha numeri altissimi, senza alcun vantaggio per i consumatori. Si potrebbe cominciare da qui per migliorare il benessere animale.

andrea
andrea
Reply to  Riccardo
14 Giugno 2016 13:00

non mi risulta, così non mi risulta lo siano “altri animali che ci nutrono”. Prego argomentare in modo costruttivo (cioè non con roba del tipo “mi ha detto mio cugino”…)

Riccardo
Riccardo
14 Giugno 2016 15:56

I vitelli per esempio. Molte mucche pochi tori.

Paola Cicerone
Paola Cicerone
Reply to  Riccardo
14 Giugno 2016 22:41

Se ho capito cosa sta chiedendo, i vitelli vengono utilizzati per la produzione di carne. I pulcini maschi delle ovaiole, invece, vengono distrutti perché non richiesti dal mercato

ANTONIO FIERRO
ANTONIO FIERRO
21 Giugno 2016 09:53

Secondo me tutto il sistema andrebbe rivisto non solo per i pulcini ma anche per gli altri animali da reddito.
Partendo dai cicli produttivi e quindi la durata degli animali, all’utilizzo dei capi “non redditizi”.
Se in agricoltura la redditività è sempre più bassa è difficile gestire bene il sistema.
Una possibile realistica soluzione sono i distretti Biologici di produzione zootecnica ed agricola per la trasformazione industriale ed altro.
Sono anni che ci provo ma in Lombardia non riesco ad organizzarne uno. E’ difficile mettere insieme troppe teste.

ezio
ezio
21 Giugno 2016 16:20

Poi tutti, o quasi, ci costerniamo per i milioni di bambini che muoiono di fame e noi ci permettiamo di distruggere una preziosa fonte alimentare, solo perché non è economicamente competitiva?
Ma considerando che somministriamo grasso tropicale saturo e tossico ai nostri neonati e bambini, il palma, solo perché è economicamente competitivo, la nostra costernazione dovrebbe estendere il campo d’attenzione.

Elena
Elena
24 Giugno 2016 10:10

A me non sembra molto più etico distruggere un uovo prima che si schiuda… Mi spiego meglio; si tratterebbe, secondo me, sempre e comunque di un essere ammazzato perchè considerato di scarto, di troppo.
Non capisco perchè non usarli per l’alimentazione e basta.