Ogni anno in Europa vengono soppressi circa 330 milioni pulcini maschi subito dopo la schiusa delle uova. Solo in Italia sono 40 milioni e stiamo parlando di dati probabilmente sottostimati visto che la rilevazione risale a prima del 2009. I metodi più utilizzati per eliminare i pulcini sono il soffocamento (esposizione a elevate concentrazioni di anidride carbonica), oppure la triturazione (modalità permessa fino a 72 ore di vita)*. La questione della soppressione dei maschi indesiderati riguarda soprattutto i pulcini maschi delle galline ovaiole, visto che il loro allevamento non è ritenuto sufficientemente redditizio dalle aziende.
In questi ultimi anni, visto il peso etico di questa strage dai numeri esorbitanti, e il crescente interesse per il benessere animale, si sono cercate soluzioni alternative. La ricerca scientifica sta esaminando diversi metodi, come la determinazione del sesso prima della schiusa delle uova (leggi articolo), la modifica dell’ambiente per far deporre alle galline più embrioni femmine, oppure la messa a punto di variazione genetiche (anche se questo sistema risulta poco praticabile). Alcune aziende invece hanno deciso creare un mercato per la carne dei polli maschi nati da razze di galline ovaiole anche se non molto redditizio.
Ai maiali tocca un’altra sorte. A pochi giorni dalla nascita, senza anestesia e analgesia, i i piccoli vengono sottoposti al taglio della coda (caudectomia). L’operazione è effettuata per evitare la morsicatura e la conflittualità all’interno dell’allevamento, anche se gli ultimi studi non evidenziano differenze significative di comportamento tra maiali sottoposti al taglio della coda e quelli che non hanno subito il trattamento. Un’altra pratica dolorosa è la castrazione che, effettuata sempre senza anestesia sugli esemplari giovani, permette di ottenere suini più grassi, evitando al contempo il cattivo odore che il grasso della carne dell’animale adulto non castrato può rilasciare durante la cottura.
Lo scorso 28 gennaio il ministro dell’Agricoltura francese Didier Guillaume, si è dichiarato pronto a vietare la triturazione dei pulcini maschi a partire dalla fine del 2021. Mentre per la castrazione dei maiali, ha garantito di voler sviluppare con i veterinari un protocollo per la gestione completa del dolore.
Le associazioni animaliste francesi non sono soddisfatte e vorrebbero scelte più radicali da parte del governo che invece ha deciso di “non prendere misure incompatibili con l’economia”. Guillaume ha dichiarato che ” esiste il benessere degli animali, ma mi impegno anche per il benessere dell’allevatore, è molto importante”. Il ministro ha liquidato le critiche affermando che se si imponessero divieti radicali, le persone continuerebbero comunque a mangiare carne di pollo o di maiale importata con un danno sicuro per gli allevatori francesi.
* Regolamento (CE) 1099/2009
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Questi Francesi, così sensibili al benessera animale, foie gras a parte…
Che si debba ridurre il dolore provocato agli animali è indubbio, e probabilmente il costo di un’anestesia locale sui maialini una volta standardizzato un metodo (ad esempio iniezione tramite siringa pneumatica) richiederebbe tempi e costi minimi, con impatto quasi nullo sul costo dei maiale adulto da macellare.
Del tutto demenziale proporre di evitare la castrazione, che invece viene sostenuta e caldeggiata dalle medesime associazioni per cani e gatti per ridurre il randagismo… non sono forse animali quanto i maialini?
Mauro