Oggi è una data importantissima per Coldiretti: il presidente Ettore Prandini ha ordinato ai suoi di dare l’arrembaggio nel porto di Salerno con appositi gommoni a un nave che aveva a bordo 40 container di fusti di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina. Dopo gli arrembaggi di Greenpeace contro le navi baleniere e le piattaforme petrolifere, la storia italiana ricorderà l’azione degli associati di Coldiretti armati di megafoni e striscioni con slogan “Basta cibo schifezza” alla portacontainer Alma. Si tratta dell’ennesima sceneggiata napoletana della lobby degli agricoltori che verrà rilanciata dai telegiornali come un’impresa eroica.
Le fake news di Coldiretti
La differenza sostanziale è che Greenpeace ha motivazioni serie, Coldiretti invece prende in giro i consumatori e lascia credere di difendere il pomodoro italiano contro l’invasione cinese. La vulgata è che questo concentrato di pomodoro finisca nelle scatole di pelati o nelle bottiglie di passata in vendita al supermercato al posto del prodotto italiano. Questa narrazione è una grande fake news. Il triplo concentrato di pomodoro cinese che arriva in Italia viene lavorato in alcuni stabilimenti campani e poi etichettato ed esportato in Paesi come Libia, Ghana e Nigeria….
Tutte le confezioni di pelati, passate, polpe, pomodorini e anche i tubetti di concentrato presenti sugli scaffali dei supermercati sono ottenuti da pomodoro 100% italiano come prescrive la legge e come indicato in etichetta.
Che si parli di pomodoro cinese per i pelati, la polpa, la passata e i pomodorini è un assurdo anche perché il concentrato di pomodoro è una pasta omogenea molto densa che non può certo essere trasformata in pelato. Le importazioni di concentrato che arrivano nel porto di Salerno avvengono per lo più in regime di temporanea importazione. In altre parole il concentrato di pomodoro arriva in Italia per essere riesportato verso Paesi extra comunitari.
La bufala del pomodoro cinese
L’associazione dei produttori (Anicav) da anni spiega infatti che oltre il 90% delle importazioni di concentrato di pomodoro proveniente da Paesi terzi (come Cina, Usa, Portogallo, Grecia, Egitto) avviene in regime di “temporanea importazione”. Si tratta di un sistema doganale favorevole definito TPA (traffico di perfezionamento attivo) per cui il concentrato è trasformato sul territorio nazionale e poi esportato nuovamente in Paesi Extra UE.
La rimanente quota è utilizzata come ingrediente secondario per la preparazione di prodotti come sughi, salse, ketchup, zuppe, pizze surgelate destinate al mercato europeo. Ma queste motivazioni non sono prese in considerazione da Coldiretti. La fake news del pomodoro cinese importato nel nostro Paese va avanti da 10 anni e Coldiretti la rilancia di continuo (ne abbiamo parlato più volte). Questa volta la novità è che sono scesi in campo i gommoni chissà cosa succederà il prossimo anno.
© Riproduzione riservata – Foto crediti: Coldiretti (in copertina), Il Fatto Alimentare
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Coldiretti fa veramente ridere!
Prandini va a braccetto con Lollobrigida se le fanno e se le raccontano. Sono politicizzati al massimo. Gente poco seria
Possibile che ci sia ancora qualcuno che crede a quel che spara Coldiretti?
l’autorevolezza di coldiretti è identica a quella di chi spergiura di aver visto gli ufo, dei sostenitori della teoria dei rettiliani, dei no vax, dei sostenitori delle scie chimiche e compagnia cantante.
Coldiretti è la voce più ascoltata dai media, dalle agenzia stampa e dai politici.
Io l’ho capito da anni e sono con la COPAGRI. Meno fuffa e più sostanza. Anche come servizi contabilità e assistenza varia li trovo migliori. Poi tutte quelle bandiere, berretti, etc… tutta pubblicità che pagavamo noi , non loro stessi.
Stampa non piu libera al servizio del governo. Carissimo dott. La Pira , La Coldiretti disinforma. Non si capisce perche’ non vanno nella scandaloso accampamento di Rignano dove c’e il puro schiavismo.
non per niente Coldiretti e questo governo vanno d’accordo…
Coldiretti nel suo comunicato dichiara che il pomodoro cinese è “ottenuto sfruttando il lavoro delle minoranze della regione dello Xinjiang”.
Ha invece un preoccupante attacco di miopia per quanto riguarda i dati resi noti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro in relazione alla nostra bella Italia, che evidenziano irregolarità nel 59.2% delle 3529 aziende agricole ispezionate, con 2214 violazioni delle norme su salute e sicurezza, 2123 casi di caporalato, 1668 casi di lavoro del tutto nero, 922 violazioni sull’orario di lavoro, 255 violazioni penali e 2205 violazioni amministrative (contrariamente a quanto percepito, i lavoratori extracomunitari privi di permersso di soggiorno sono risultati solo 146: la quasi totalità è regolare, schiavizzata, ma regolare). Solo una volta che questi numeri saranno azzerati e quando saranno scomparsi i ghetti indegni di un Paese civile in cui, con la complicità delle autorità nazionali e locali (salvo rare eccezioni), il nostro sistema produttivo primario costringe i lavoratori extracomunitari (regolari, se la “regolarità” può essere un discrimine), Coldiretti potrà aprire bocca sulle condizioni di lavoro in Cina.
Nell’attesa, può solo vergognarsi. Chi non bazzicasse il settore, cerchi on line “Rignano Garganico” o “Borgo Mezzanone”: sono “eccellenze italiane” i pomodori e i cocomeri ottenuti grazie a fenomeni come questi?
Complimenti , lei sa esattamente come stanno le cose.
LE VOSTRE ANALISI SONO ACCURATE, COME SEMPRE.
Fortunatamente esiste il FATTO ALIMENTARE che costituisce uno spiraglio di luce nella disinformazione più oscura e becera, che esiste nella nostra nazione!
Mi preoccupa la deriva presa da questi personaggi.
Ho lavorato al Ministero della Salute nella DG per la sicurezza alimentare e, ancora una volta, vi faccio i miei complimenti per la vostra informazione dettagliata, documentata e precisa. Bravi!
La Coldiretti e’ un associazione politica poco seria . L’articolo e’ corretto. La Coldiretti perche’ non si batte per le truffe dei suoi associati…. Petti e’ stato completamente assolto ma se ne e’ parlato poco. Invece passate di pomodoro toscano farlocco prodotte a Caivano ( Na) non se ne parla.
Vorrei capire dove e’ la Coldiretti quando arrivano dalla Spagna cisterne di olio della peggiore qualita’ ( e’ la pura verita’ , perche’ gli imbottigliatori vogliono quello che costi il meno possibile per accontentare la Gdo per le promozioni che fino a due anni fa recitavano 2,99 e poi 3,99) acquistato dai tutti i nomi/brand piu noti dell’olio . Quell’olio che dopo un mese che e’ sugli scaffali risulta difettato.
Si, saranno pure venduti all’estero… Ma si chiamano Pòmo e Gino, e le etichette sono bianche rosse verdi… Certo, una parte della lavorazione avviene in Italia, ma il consumatore – dovunque esso si trovi – è portato a pensare che si tratti di prodotti elaborati con materie prime italiane. Ma questo è un altro problema, che si chiama Italian sounding…
Ma è tutto regolare , non ci sono truffe o furberie e non si c’è motivo di mettersi il berretto da corsaro e “assaltare” le navi se non per favore di telecamere
Il problema ulteriore, evidenziato dal sig. Sabellico, è che nessun difensore dell’italianà dai ministri Lollobrigoda e Urso a Coldiretti si mostra altrettanto pubblicamente solerte nell’impedire la farsa del triplo concentrato di pomodoro cinese riprocessato in Italia e spacciato all’estero con vistose bandiere italiane…
Sul fatto di inviare basi e/o semilavorati in paesi extraeuropei (africani ?) dico che non m pare eticamente corretto.
Nei paesi africani esportiamo conserve a base anche di pomodoro cinese, e anche altri prodotti alimentari qual è il problema? L’etichetta del made in Italy è regolare come per tutti i prodotti che fanno una trasformazione importante nel nostro paese pur essendo preparati con materia prima straniera . Questo prevede la legge.
Nel vostro articolo c’è una imprecisione. Che che oltre il 90% delle importazioni di concentrato di pomodoro proveniente da Paesi terzi (come Cina, Usa, Portogallo, Grecia, Egitto) avviene in regime di “temporanea importazione”, ci sta. Che la rimanente quota è utilizzata come ingrediente secondario per la preparazione di prodotti come sughi, salse, ketchup, zuppe, pizze surgelate destinate al mercato europeo, NON mi pare verosimile. A meno che non vogliate affermare – CON ASSOLUTA CERTEZZA – che il concentrato ed il doppio concentrato utilizzato nei prodotti commercializzati in Italia, sia ESCLUSIVAMENTE di produzione nostrana. Daltra parte, tutti sanno che basta “allungare” con acqua il TRIPLO concentrato cinese per farlo diventare DOPPIO concentrato italiano.
L’assoluta certezza è un concetto difficile da sostenere. Anicav sostiene da anni questa tesi e fino ad ora non ci sembrano ci siano smentite
da tempo la coldiretti ha scelto la comunicazione rumorosa, colorata e d’effetto mediatico. La vediamo sui media ad ogni ora e tratta tanti argomenti, soprattutto non agricoli , non ultimo il flusso turistico o il traffico previsto nei fine settima la cui fonte viene spesso citata nei nostri telegiornali. In linea generale non apprezzo questo modo di operare ma rispecchia in pieno la fase politica ed economica che stiamo vivendo. Non dimentichiamo dove Giorgia Meloni ha fatto la sua prima apparizione appena insediata a presidente del consiglio: sul palco della coldiretti !!!