Mangereste un pulcino cresciuto a dismisura, con un petto esageratamente grande e macellato dopo 35-49 giorni perché l’ulteriore incremento di peso renderebbe molto difficile camminare e stare in piedi? La domanda è retorica, perché è quello che avviene ogni giorno quando compriamo un pollo arrosto o un petto di pollo. Si tratta infatti di animali di razze (Ross 308 e Cobb 500) selezionate appositamente per diventare in cinque settimane dei pulcinotti con il corpo deformato da un petto esageratamente pesante, chiamati broiler. La situazione diventa più complicata se si pensa che una parte rilevante dei polli soffre di un’infiammazione ai muscoli (miopatia) correlata alla crescita rapidissima che causa la formazione di strisce bianche visibili a occhio nudo. Ma procediamo con ordine.
Pulcini che quadruplicano il peso in 7 giorni
Dopo la schiusa, i pulcini finiscono in grandi capannoni dove in 35-45 giorni raggiungono il peso di 1,8-2,0 kg prima di essere macellati. Per arrivare al peso ottimale, i pulcini mangiano in modo forsennato tutto il giorno mangimi molto energetici. In poco più di un mese ingurgitano 3 kg di cibo superbilanciato e sviluppano una muscolatura esagerata soprattutto nel petto. Alla fine del ciclo che dura da 5 a 7 settimane, i polli hanno un petto enorme, fanno fatica a camminare e vengono macellati. Non potrebbe essere altrimenti, perché con il passare dei giorni il peso del petto aumenta ulteriormente e le zampe non riescono a sostenere il corpo. Per rendersi conto, basta dire che all’inizio i pulcini guadagnano 10-20-30 g al giorno e che l’incremento ponderale aumenta di cinque volte nella prima settimana. Poi negli ultimi giorni si superano i 100 g al giorno.
Pulcinotti o polli?
In queste condizioni, molti polli soffrono di malattie ossee, a causa di una ridotta ossificazione, e si registrano molti casi di zoppìe. La rapida crescita dei muscoli del petto e delle altre parti del corpo, va a discapito di uno sviluppo adeguato di organi come cuore e polmoni, creando evidenti scompensi. Basta dire che quando si posticipa la macellazione di quattro settimane, il tasso di mortalità spontanea aumenta di sette volte perché il fisico dei polli non riesce a supportare la crescita troppo rapida.
Questo aspetto che emerge in modo evidente entrando in un allevamento e vedendo polli che si muovono impacciati, ha un effetto collaterale che non si può nascondere. I petti di pollo mostrano delle striature bianche ben visibili anche quando si comprano le vaschette confezionate al supermercato. La presenza di queste striature a base di collagene e grasso cambia l’aspetto del petto di pollo e anche la consistenza. Cambia anche la qualità nutrizionale, perché la carne ha meno proteine (1,5-2,0%) e più grassi (1% circa), per cui il petto di pollo risulta meno morbido.
Polli con deformità ossee
Il fenomeno delle strisce bianche noto agli addetti ai lavori come white striping (ne abbiamo parlato in questo articolo sull’indagine di Essere Animali) è collegato alla crescita rapida. Gli studi confermano questo problema nei polli di razze a crescita rapida e, anche se in maniera meno frequente, nei polli di razze macellati dopo 60 giorni, ma sono alimentati con mangimi troppo energivori che determinano un aumento di peso molto rapido. L’incremento ponderale determina uno sviluppo esagerato del petto, ma al contempo sottopone il corpo degli animali a ritmi stressanti per cui la quantità di sangue e ossigeno che arriva alle fibre muscolari risulta insufficiente, provocando così una forte infiammazione muscolare (miopatia).
Le strisce bianche che si vedono sui petti di pollo ad occhio nudo interessano dal 50 al 90% degli animali di razze a rapido accrescimento. I polli del XXI secolo sono quattro-cinque volte più grandi e pesanti dei loro progenitori selvatici, questo vuol dire che i muscoli pettorali si sviluppano troppo rispetto a quelli pelvici, con il risultato che la crescita è tre volte più veloce e questo comporta sovente un elevato tasso di anomalie e deformità ossee.
Consumatori inconsapevoli
Ogni giorno i consumatori mangiano, senza saperlo, pulcinotti cresciuti troppo in fretta con un petto esagerato che non gli permette di muoversi come fanno di solito i polli. Questa carne è facilmente riconoscibile per via delle strisce bianche e a questo punto ognuno può fare le scelte. Ben venga la proposta di Greenpeace e delle altre associazioni di adottare solo animali di razze a crescita lenta. Certo la carne costerà un po’ di più, anche se sarebbe il caso di quantificare questo incremento. Sono tanti i consumatori disposti a pagare 1-2 €/kg per comprare veri polli e non pulcinotti deformi che per l’esagerato peso del petto non stanno in piedi.
Abbiano contatto produttori e supermercati, ma questo ve lo racconteremo presto (Continua…)
© Riproduzione riservata; Foto: Depositphotos, Il Fatto Alimentare
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ma mi chiedo: è in corso una campagna contro Lidl da parte del Fatto alimentare o il problema si presenta solo nella carne venduta in questa catena?
Non abbiamo nulla contro Lidl. Il problema si presenta anche per altre catene ma torneremo presto sul problema.
La domanda era riferita al fatto che l’indagine a cui fare riferimento riguarda Lidl e l’immagine utilizzata nell’articolo è sempre del Lidl.
In questo e nell’altro articolo si rimandava solo a quella catena, per quello mi era venuto il dubbio.
Comunque sarò fortunato ma in tutti i Lidl della provincia di Biella (4) non mi è mai accaduto di trovare del pollo in quelle condizioni.
Le foto le abbiamo fatte noi e abbiamo trovato quei polli due volte .
la domanda non dovrebbe essere se il Fatto alimentare ce l’abbia con Lidl, ma se Lidl ce l’abbia con i polli.
Il mercato chiede e Lidl risponde. Loro devono vendere, la massa guarda solo il prezzo non la qualità
Questi polli si trovano tranquillamente anche in altri supermercati
Si certo, anche Ipercoop e Conad store.
Per citarne alcuni
Gli allevamenti intensivi sono questi non dipende dalla catena del supermercato piuttosto dai prezzi bassi del prodotto al consumatore. Il pollo allevato all aperto con ritmo di crescita naturale comporterebbe un notevole aggravio sui costi di produzione con un inevitabile ripercussione sul prezzo al consumatore
Visto che super si trovano anche i polli a lento accrescimento noi compriamo quelli che, certo, costano di più, ma volendo fare una scelta etica (Si, lo so che non mangiare carne sarebbe anche meglio) paghiamo di più riducendone di conseguenza il consumo, visto il prezzo. E quindi mangiamo meno carne.
Scusa, come riconosci i polli a lento accrescimento? Io compro mini filetti di pollo Naturama Esselunga a 14,40 Euro/kg, però non c’è scritto Bio…
poca carne nell’alimentazione e possibilmente bio…
Non mangio pollo che non sia stato allevato da mia mamma da più di 10 anni, proprio perchè al corrente di queste pratiche, per non parlare dei pulcini barbaramente uccisi in macchinari simili a tritacarne solo perchè maschi.
allevare polli per scopi personali è una pratica possibile solo per chi vive in campagna e ha del terreno adibibile a questo m(minoranze). Tuttavia il pollo “casalingo” vive rischi notevoli di salute e ne crea potenzialmente altrettanti per chi lo consuma. Certo è una pratica che un tempo era diffusissima, ma è come paragonare la cucina di casa con quella di un ristorante stellato. Gli allevamenti protetti (definiti anche intensivi) servono comunque a fornire nutrimento alla popolazione mondiale e non certo ad una famiglia e a qualche vicino …
Purtroppo attualmente il guadagno sovrasta tutto.
Conoscendo abbastanza bene la materia,
perché in passato ho allevato qualche pollo per uso familiare, posso affermare con tranquillità che il normale accrescimento dei polli per essere macellati è intorno ai sei mesi.
Altrimenti non si reggono con le zampe se l’accrescimento è troppo veloce.
salve , dunque a cosa dobbiamo attenerci per non comprare carne di pollo geneticamente forzata nella crescita? Non basta la scritta “SENZA ANTIBIOTICO”… è quello a cui sto attenta quando compro pollo , uova etc..etc.. Grazie!
Alcune marche lo indicano in etichetta. Se si sceglie il biologico invece: si possono trovare o polli da linee a lento accrescimento (che per arrivare al peso commerciale ci metteranno il tempo che ci vuole), oppure da linee standard, ma in questo caso per macellare i polli devono aspettare almeno 81 giorni.
@ Silvana: Condivido la tua domanda: in questa jungla come si fa a trovare carne di pollo “decente”?
Naturama di Esselunga o Fiorfiore Coop vanno bene?
Grazie dottor La Pira, è fondamentale che il consumatore sia correttamente informato anche su questi dettagli.
Il problema è sempre del cittadino, quando fanno gli affari al supermercato ad acquistare il pollo intero arrostito e bello caldo a 5,50€ nella carta apposita per forno e forno microonde.
Ci vorrebbe un po’ di buon senso e dare il giusto valore ai prodotti. Perché le aziende si adattano al mercato. Mangiano monnezza per risparmiare, però la colazione al bar non gliela toglie nessuno, gratta e perdi compresi.
Da tempo compro solo pollo sardo, e ne mangio pochissimo. L’aspetto è completamente diverso, più piccolo e giallo come deve essere, non bianco e gonfiato!
Non bisogna essere per forza dei vegani per rendersi conto che tutto ciò fa schifo e non degno di una vera civiltà avanzata.
Leggere il vostro sito spesso è come vedere un horror movie. Ho 82 anni e nella prima infanzia, dopo aver subito le restrizioni alimentari della guerra, la mia famiglia mi ha consentito di diventare un carnivoro scatenato. Domenica il pranzo tradizionale era un gustosissimo pollo arrosto. Oggi consumare pollame (è l’unica carne che in piccole dosi mangia mia moglie) mi è diventato molto fastidioso dopo tutto quello che giustamente voi avete denunciato. Per fortuna non vi siete ancora occupati del vino. E ciò mi consola anche se da tempo ho smesso di bere. Andate comunque avanti così: siete bravissimi e coraggiosi.
In alcuni supermercati vendono polli a lenta crescita macellati dopo 70-80 giorni. Costano però quasi il doppio, ma assomigliano a quelli di una volta.
Ma sulla confezione come si trovano queste informazioni?
Io compro i mini filetti di pollo Naturama Esselunga a 14,40 Euro/kg,
c’è scritto senza antibiotici, luce naturale, alimentazione vegetale, maggior spazio all’aperto… ma non c’è scritto Bio…
Sono perfettamente d’accordo sul fatto di allevare da sé o per una cerchia ristretta gli animali di cui nutrirsi: sarebbero anche in un contesto dove la sostenibilità sarebbe meglio supportata.
Non riesco però a vedere tutta questa immoralità, nell’allevare un animale che sia deforme per selezione naturale. VI è venuto in mente che se si allevano polli con petti di misura standard ne devono essere uccisi di più per raggiungere lo stesso peso?
Si potrebbe obbligare l’allevatore a macellare il pollo prima che l’accrescimento diventi oneroso, ma abolire la varietà per ucciderne di più…
Sembra una delle tante soluzioni elaborate dal sentimentalismo in cui viviamo e di chi vorrebbe essere innocente davanti alla morte di un animale di cui ci nutriamo da millenni: per colpa dell’attuale cultura ne stiamo sviluppato una – per me patologica – empatia che mi sembra esagerata (e forse anche simbolica? ), più che una vera soluzione “etica”.
Tutto molto bello e finalmente! L’unica nota è che alleviamo così dagli anni 80. Quasi 50 anni per vederlo scritto.
Estremamente interessante
Salve, abito da diversi mesi in Svizzera e noto che tenendo il pollo in frigo dopo 2 giorni, non produce odore maleodorante come succedeva in Italia. Questo mi fa pensare ad ulteriori sostanze con cui la carne, in Svizzera, venga trattata.
È uno schifo …poveri animali …e poveri voi che mangiate queste creature.
Buonasera. Il problema è veramente serio, ma il potere dell’industria alimentare segue in modo unilaterale i propri interessi. Detto questo vi chiedo se anche nella produzione biologica si adotta lo stesso metodo di allevamento. Saluti. Luca Sarti