Un’inchiesta del quotidiano britannico Guardian sta mettendo in discussione tutto il sistema di controlli alimentari riguardante gli allevamenti di polli. L’idea di verificare le condizioni dei grandi allevamenti industriali e gli impianti di macellazione è nata come conseguenza di una serie di focolai di tossinfezioni da Campylobacter, registrata negli ultimi mesi. I casi segnalati sono circa 280.000 ogni anno, le vittime 100, ma l’aspetto preoccupante è il costante trend di incremento registrato negli ultimi anni. Secondo i dati forniti dal Guardian, l’80% delle infezioni da Campylobacter in Inghilterra nasce polli contaminati. Nel 2008 risultava che due terzi della carne di pollo venduta nel Regno Unito era contaminata da questo agente patogeno, che può essere neutralizzato solo con un’adeguata cottura, e ora la FSA teme che la situazione sia peggiorata.
I giornalisti Felicity Lawrence, Andrew Wasley e Radu Ciorniciuc hanno raccolto campioni e fotografie, e hanno intervistato alcuni lavoratori dei più grandi centri del paese, 2 Sisters Food e Faccenda in un lavoro durato cinque mesi. Il risultato è stata una lunga inchiesta che ha fatto scattare controlli a raffica in tre delle principali catene di supermercati (Tesco, Sainbury’s e Marks and Spencer), e una revisione delle norme stabilite da parte dell’agenzia per la sicurezza alimentare inglese, la Food Standard Agency (FSA). A scatenare il pandemonio sono stati gli esiti dell’indagine, e gli incidenti riscontrati nel corso dei sopralluoghi. Nel sito di 2 Sisters Food, azienda specializzata nell’allevamento di polli, i giornalisti hanno osservato che, quando una carcassa di pollo cade sul pavimento, anziché essere eliminata in quanto potenzialmente contaminata, viene raccolta e rimessa in linea (come si vede nel video qui sotto). Lo stesso accade quando si rompe un macchinario: gli animali non sono tolti dalla linea, ma restano sui nastri a volte per ore, entrando in contatto con le proprie e le altrui interiora, considerate deposito ideali di Campylobacter, che si sviluppano appunto nell’intestino degli animali.
Altre criticità sono state riscontrate nei passaggi che prevedono l’impiego di acqua calda: in un caso, 250.000 polli sono passati nella stessa acqua di lavaggio che via via diventavano una sorta di brodaglia ricca di budella e batteri. Situazioni analoghe sono state riscontrate nella seconda realtà industriale Faccenda, una delle più grandi aziende di macellazione del paese. Nella zona di eviscerazione ci sono strumenti adatti a polli di una taglia molto specifica: quando gli animali non rispondono a quella taglia, può accadere che essi vengano tagliati malamente, e che le interiora si diffondano sui nastri, contaminando migliaia di polli. Lo stesso accade durante il trasporto degli animali vivi, messi in gabbie molto piccole che corrispondono a un foglio di carta da fotocopia A4. Spesso gli animali restano fermi per ore, in attesa della macellazione, e in queste condizioni di stress che facilitano la produzione e l’espulsione continua di feci non rimosse , si avviano alla macellazione.
Ogni passaggio è dunque a rischio. A seguito della pubblicazione dell’articolo, la Food Standard Agency ha ordinato molte ispezioni a sorpresa nei supermercati e, dopo aver annunciato che avrebbe reso pubblici i risultati, ha cambiato idea, affermando di non avere dati a sufficienza per fornire numeri affidabili e di non voler suscitare panico nella popolazione. L’agenzia sta discutendo nuove norme, anche se quelle vigenti teoricamente dovrebbero essere sufficienti ad assicurare livelli accettabili di sicurezza igienica. Viso che le infezioni da Campylobacter costano ogni anno alla comunità 900 milioni di sterline, vuol dire che le regole non sono così tanto rispettate. Nel 2003, la FSA attribuiva ai polli venduti il 53% dei casi, ma nel 2008 tale numero era salito al 65%. È evidente, secondo i giornalisti, che bisogna prendere provvedimenti urgenti, anche le aziende devono di investire del denaro in alcuni casi oppure accettare l’idea di rallentare il lavoro sulle linee quando bisogna procedere alla pulizia o alla raccolta dei polli che cadono per terra. Per capire il senso di questa nota basta dire che ogni ora, su una linea di macellazione dell’azienda inglese Faccenda, passano 12.000 animali (190 al minuto).
Agnese Codignola
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Foto: istockphoto.com e Guardian
Giornalista scientifica
Mi sono probabilmente sfuggite un paio di cose: 1) con circa 1 miliardo di euro l’anno forse si potrebbe fare un po’ più di prevenzione; 2) controlli a raffica nei supermercati e non nelle aziende produttrici?
In Italia per una cosa del genere (carcassa a terra rimessa in linea) farebbero chiudere tutto dopo 20 minuti. Per fortuna.