Alcol e cancro: cala l’incidenza di alcuni tumori dove si scoraggia il consumo di bevande alcoliche. La conferma da uno studio americano
Alcol e cancro: cala l’incidenza di alcuni tumori dove si scoraggia il consumo di bevande alcoliche. La conferma da uno studio americano
Agnese Codignola 10 Dicembre 2019Laddove vengono adottate politiche volte a ridurre il consumo di alcol, cala anche, e in misura non irrilevante, il numero dei tumori a esso tipicamente associati. Che l’alcol sia un cancerogeno lo si sa ed è ufficiale da molti anni, dal 1988, quando cioè l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, organo dell’OMS, lo ha inserito nella tabella 1 delle sostanze che provocano il cancro (quelle per le quali sono disponibili prove convincenti). Da allora il consumo è stato collegato a un aumento di rischio significativo in entrambi i sessi e per numerose tipologie di tumori, tra le quali il fegato, il pancreas, il colon, l’esofago, il cavo orale, la laringe e la mammella. E ora una conferma indiretta arriva da uno studio pubblicato dai ricercatori del Boston Medical Center e della Boston University su Chemico-Biological Interactions: meno alcol, meno tumori.
Gli oncologi, epidemiologi ed esperti di salute pubblica hanno verificato le diverse politiche adottate negli stati americani tra il 2006 e il 2010 e hanno attribuito loro un punteggio in base a una scala di valutazione chiamata Alcohol Policy Scale, che si basa su 29 parametri quali l’obbligo di una certa distanza tra una rivendita e l’altra, le restrizioni negli orari, la presenza di alcol tax, le limitazioni in base all’età e così via. Quindi hanno analizzato l’andamento dei sette tumori più strettamente collegati con il consumo regolare di alcol, ovvero esofago, laringe e orofaringe, prostata, mammella e fegato in base ai dati contenuti nello specifico database dei CDC, l’Alcohol-Related Disease Impact application, e hanno visto che per ogni aumento del 10% del punteggio (in senso restrittivo) corrisponde in media una diminuzione dell’8,5% dell’incidenza dei tumori in esame, senza distinzioni di sesso.
Questa correlazione depone quindi a favore di un approccio più severo nei confronti della vendita di alcolici, volto a scoraggiarne il consumo, perché esso potrebbe avere conseguenze immediate sui tumori della popolazione delle zone in cui è implementato. E poiché è stato calcolato che nei soli Stati Uniti i decessi per tumori associati all’alcol sono almeno 20 mila all’anno, provvedimenti di questo genere potrebbero avere effetti molto significativi.
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[sostieni]
Giornalista scientifica
“ma così si perdono posti di lavoro!”
… afferma lo sveglione di turno.
Non capisco chi commissioni o finanzi queste ricerche.
La scoperta dell’acqua calda…
C’era bisogno di studi ulteriori per dimostrare che l’alcool fa male?
Chi beve vino, birra, liquori ecc. pensate non lo sappia?
Come chi fuma tabacco, credete non sappia che fa male?
Ma rinuncerà, a fronte di questi nuovi studi?
Gli studi scientifici non devono convincere nessuno, ma solo fornire dati affidabili, se possibile inattaccabili, sui quali ciascuno può trarre le sue conclusioni. Quanto all’alcol, però, vista anche la retorica imperante in paesi come l’Italia, credo che la percezione sia diversa da quella del fumo, e credo che la maggior parte delle persone non sappia che secondo l’OMS anche una sola goccia di alcol fa male, e anche il bicchierino della tradizione (i nonni vissuti cent’anni grazie al goccetto quotidiano e così via) non apporta alcun tipo di beneficio, dal punto di vista della salute, anzi. La scienza lo dimostra e lo ricorda, tutto qui.
Quindi sono studi in antitesi con quei medici nutrizionisti che dicono che un bicchiere di vino fa bene perchè contiente polifenoli antiossidanti, agisce positivamente sui livelli di colesterolo, trigliceridi ecc. ecc.
Non vorrei solo che si scatenasse una guerra da portare ad un nuovo proibizionismo, e che io sia costretto a bere un nascosto un bicchiere di vino o di nocino (che mi preparo personalmente con le noci dell’albero che ho in giardino).
Qui avevamo pubblicato un articolo interessante: https://ilfattoalimentare.it/bufala-resveratrolo-esperti-ottimisti-per-la-cura-delle-malattie-ma-nessun-beneficio-con-il-vino-rosso-bisognerebbe-berne-80-litri-al-giorno.html
Se non è pubblicato su PUBMED l’articolo non vale molto: bisogna dimostrare la certezza delle evidenze mediche e non una ricerca finanziata da chissà chi, chiunque sia chi la pubblica e la diffonde.
“https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed”
“vino”…” 2 bicchieri piccoli (125 ml) per adulti maschi, 1 per femmine, 2-3 volte a settimana…”
Non è la melensa ricetta webete suggerita dal furbo conflittore d’interessi con le perfide Muuultinazzzionali, bensì appare tra le linee guida “antinfiammatorie” e quindi di contrasto a possibili evoluzioni oncogene redatte e distribuite da un nobile Istituto che a Milano dovreste conoscere bene (è in via Giacomo Venezian 1).
In un momento storico in cui il forcajolo in pantofole alimenta il suo rancore con bufale di postverità e la Scienza viene vista come una delle tante emanazioni delle Elite per fregarlo, è sicuramente ottima e coraggiosa la scelta dedurre conclusioni oggettive ed operative sulla base di validati risultati scientifici sperimentali.
Però i concetti e le linee guida non possono essere assoluti e privi di interpolazioni con le mille sfaccettature della realtà ambientale e personale, dove un consumo moderato di vino rosso, oltre all’indubbia componente tossica dell’alcool, apporta anche altre funzioni positive che vanno dal contenuto di antiossidanti alla miglior digeribilità per arrivare a quella componente psicologica del godersi la vita che qual potente effetto placebo sicuramente rafforza le risposte immunitarie e le resistenze organiche.
Insomma per dirla come Woody Allen…” ho smesso di bere e vivrò una settimana di più, e in quella settimana pioverà”
Brindiamo alla gioia di vivere e Auguri a tutti!
Come??
Con l’acqua???? O con un buon Prosecco o Franciacorta o Asti !
Un bel BOCCALONE di ringraziamento al POSTO DI LAVORO di quei nobili viticoltori che regimano e proteggono le tantissime colline italiane a rischio disastro idrogeologico
Ottimo Fabrizio!!! Prosit!
Nessun integralismo e tantomeno proibizionismo, solo un quadro il più possibile completo, anche perché vista la diffusione dell’alcol tra i più giovani, con tutto quello che ne consegue, è indispensabile aumentare il livello di consapevolezza. Poi ognuno fa le proprie scelte e decide come giocarsi quella settimana, giustamente, e ci mancherebbe
ps: non credo che nessuno beva alcolici per gli antitossidanti, e se fosse quella la motivazione, mi sentirei di ricordargli/le che esistono molte altre fonti naturali prive di alcol
Pienamente d’accordo con queste ultime sue considerazioni.
Le rinnovo il mio brindisi di auguri (preferisco il Franciacorta e a Natale un bell’Asti sul buonissimo Tre Marie milanese)
Pensavo a questo argomento proprio oggi a pranzo con un cliente: tagliolini allo scoglio, da accompaganre con… acqua o Verdicchio dei Castelli di Jesi?
Ai salutisti la risposta.
grazie a tutti per gli auguri e i suggerimenti, naturalmente li ricambio di cuore, i primi (sui secondi: non sono in grado!) a tutti i nostri affezionati e intelligenti lettori