bottiglie acqua minerale plastica

acqua bottiglieLa plastica utilizzata soprattutto per le bottiglie, il polietilene tereftalato o Pet, viene riciclata solo al 30% a livello mondiale. La parte avviata alle filiere del riciclo finisce per lo più in prodotti come tappeti e fibre perché essendo scura e opaca, non è apprezzata dall’industria delle bevande. Ciò spiega perché i 359 milioni di tonnellate di plastica (70 dei quali di Pet) prodotti ogni anno costituiscono un gigantesco problema ambientale, e perché la scoperta dei ricercatori dell’Università di Tolosa, in collaborazione con un’azienda specializzata in plastiche sostenibili, potrebbe rappresentare un autentico passo in avanti. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, che ha dedicato alla scoperta anche un podcast,  ripreso anche da Science.

Per capire di che cosa si tratta bisogna fare un passo indietro. Nel 2012 è stato scoperto un enzima chiamato Lcc (da cutinasi del compost di foglie e rami, l’ambiente in cui è stata isolata) che riesce a scindere il Pet nei  due componenti essenziali, il tereftalato da una parte, e il glicole etilenico dall’altra: un primo passo verso il loro riutilizzo come elementi base per nuova plastica trasparente. Ma l’enzima Lcc, che in natura ha la funzione di rompere i legami delle cere sulle piante, agisce meglio a 65°C, perché solo a quella temperatura, alla quale il Pet inizia a rammollirsi, riesce a raggiungere  le molecole  del polimero e a spezzarne i legami. Purtroppo, però, a 65°C lavora solo per pochi giorni e poi si disattiva.

Rifiuto di Plastica bottiglia pet
L’enzima scoperto è in grado di scomporre il PET, la plastica delle bottiglie

Per questo i ricercatori hanno analizzato la struttura dell’enzima, hanno individuato il punto esatto in cui si lega al Pet e poi sintetizzato centinaia di varianti, fino a trovarne una che resiste fino a 72°C ma, soprattutto, che è ben 10 mila volte più attiva della forma di Lcc di partenza. Messa a reagire con 200 grammi di Pet, ne ha degradato il 90% in 10 ore. Il materiale ottenuto è stato riutilizzato per costituire bottiglie, e si è dimostrato identico a quello originario.

Uno degli altri aspetti molto positivi è il fatto che l’enzima rompe i legami del Pet anche quando  fa parte di una miscela di polimeri, come spesso accade. L’utilizzo su larga scala di questo enzima potrebbe dare una mano significativa al riutilizzo della plastica, soprattutto per quella proveniente dall’enorme mercato delle bottiglie.

© Riproduzione riservata

[sostieni]