Il pesto è uno dei sughi più venduti nei supermercati, disponibile sia fresco nel banco frigo che a lunga conservazione a scaffale. Un lettore ci ha segnalato come l’aspetto di uno di questi sughi nella presentazione pubblicitaria sia diverso dalla realtà. Di seguito pubblichiamo la lettera e a seguire la risposta dell’azienda produttrice Star.
La lettera sul pesto
Buongiorno, è da un po’ di tempo che in televisione vedo spesso lo spot del pesto Tigullio Star. Secondo me però il colore del pesto è modificato digitalmente per combinarsi meglio con la trama a colline “verde intenso” dello sfondo dello spot. In realtà si tratta di un condimento più che mediocre, non fosse altro per gli ingredienti di base, ben il 45% di olio di semi di girasole e lo zucchero, che nulla c’entra con la ricetta originale di un pesto se non per essere un conservante. Ho fotografato il “reale” prodotto commercializzato presso un punto vendita Conad (foto sotto), il colore vagamente giallognolo e poco invitante all’acquisto risulta totalmente diverso da quello pubblicizzato nel video pubblicitario.
La risposta dell’azienda
Come gruppo STAR, ci teniamo a sottolineare che operiamo nel rispetto delle normative vigenti in materia di pubblicità e comunicazione commerciale, con l’obiettivo di fornire ai nostri consumatori informazioni chiare e veritiere. In virtù di questa trasparenza, segnaliamo che i nostri pesti Tigullio alla Genovese sono per loro natura imperfetti alla vista grazie a un metodo di lavorazione distintivo che richiama i tipici movimenti del pestello all’interno del mortaio e che prende il nome di pestatura rustica. Questo consente di ottenere la giusta consistenza per un pesto rustico e ricco di contrasti – anche nelle cromie – che si ispirano alla terra da cui i nostri pesti prendono il nome.
La redazione
Da una rapida ricerca online abbiamo appurato che le differenze cromatiche del medesimo prodotto sono diffuse anche nei siti web di supermercati (Bevy) e riviste (Agenfood).
© Riproduzione riservata. Foto: (copertina) Depositphotos.com
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Questione di lana caprina…
Non ho capito se il lettore vuole un pesto Tigullio verde come nella pubblicità per comprarlo, e nel caso non gli intersserebbe più il fatto che “si tratta di un condimento più che mediocre, non fosse altro per gli ingredienti di base, ben il 45% di olio di semi di girasole e lo zucchero, che nulla c’entra con la ricetta originale”?
Se a me una roba non mi garba la lascio sullo scaffale e non la critico ma passo oltre.
In definitiva non capisco il senso della lettera.
Il pesto fatto in casa è molto diverso (ovviamente) da quello commerciale, essendo un prodotto molto deperibile che va mangiato subito. Anche sulle foglie di basilico usate (non più di tre palchi) c’è una letteratura infinita.
Ricordo che il presidente della Liguria Biasotti a suo tempo aveva cercato di valorizzare il pesto industriale e Lorena Valdicelli ci aveva fatto un articolo sopra il cui esito non mi ricordo. Io leggo sempre gli ingredienti quando acquisto qualcosa ma non sempre si comprende quello che c’è dentro. Lo fanno apposta? O la legge è troppo permissiva?
Direi tutte e due le cose.
Dino Galiazzo
Non esistono regole e nemmeno una Dop, per cui tutti possono fare il “pesto alla genovese” come vogliono. C’è una ricetta tradizionale ma ha solo un valore simbolico
E quando mai un azienda potrebbe dire “si la nostra pubblicità è leggermente ingannevole “. Siamo diventati troppo creduloni e ci dobbiamo impegnare di più, ne va della nostra salute.
Il pesto buono è verde brillante, non deve essere ossidato se no diventa giallo ed il gusto si altera.
Ciò accade se viene a contatto con l’aria per lavorazione troppo lunga, se si surriscalda la lama, se non è completamente isolato con olio che lo ricopre. Provare per credere.
Le foto del Sito Star e di Agenfood, sono comunque fotomontaggi, basta vedere il tappo che è palesemente disegnato e bidimensionale..
Trovo la lettera decisamente capziosa. Al consumatore semplicemente non piacciono gli ingredienti e infatti lo ha ampiamente sottolineato nella lettera. Quello del colore è un pretesto.
Personalmente evito questi tipi di sughi. Se non vi piacciono non comprateli e fateveli voi. Cosa avrebbe dovuto fare l’azienda se non sottolineare che ha agito nei limiti della normativa pubblicitaria?