verdura perclorato
L’Efsa ammette di aver commesso un errore nella valutazione dell’esposizione dei consumatori al perclorato

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) riesaminerà il proprio parere scientifico dello scorso ottobre sul perclorato negli alimenti, in particolare nella frutta e nella verdura, a seguito della conferma che c’è stato un errore tecnico nella stima dell’esposizione dei consumatori a questo contaminante chimico. Gli esperti del gruppo scientifico dell’Efsa che si occupano dei contaminanti nella catena alimentare si sono incontrati la scorsa settimana, impegnandosi ad aggiornare la propria valutazione del rischio con la massima urgenza. L’aggiornamento darà luogo a una variazione nella stima dell’esposizione e quindi anche a una revisione delle precedenti conclusioni.

 

Nel parere emesso in ottobre, gli esperti dell’Efsa avevano stabilito, basandosi sulla inibizione della captazione tiroidea di iodio in adulti sani, che la dose giornaliera tollerabile di perclorato è di 0,3 microgrammi per kg di peso corporeo. I più vulnerabili agli effetti acuti da perclorato sono i feti e i neonati. Nel parere scientifico dell’Efsa si affermava che è poco probabile che una singola esposizione acuta a livelli di perclorato riscontrato nel cibo e nell’acqua possa causare effetti negativi sulla salute umana anche nei soggetti più vulnerabili e che pertanto non è necessario stabilire una dose acuta di riferimento per il perclorato. Nel complesso, l’Efsa aveva concluso che l’esposizione alimentare cronica al perclorato è potenziale fonte di preoccupazione, in particolare per i giovani che presentano da una lieve a moderata carenza di iodio. Inoltre, l’esposizione a breve termine al perclorato può essere preoccupante per i neonati allattati al seno e per i bambini con una bassa assunzione di iodio.

 

frutta verdura cornucopia abbondanza
L’uso di perclorato nei fertilizzati può contaminare frutta e verdura

Il perclorato è un contaminante chimico che viene rilasciato nell’ambiente sia da fonti naturali che antropiche. Mentre le emissioni industriali non dovrebbero rappresentare in Europa la fonte principale e maggiormente diffusa di contaminazione, l’uso di fertilizzanti naturali come il nitrato di sodio può portare a concentrazioni elevati del composto in frutta e verdura, perché prelevato efficacemente dall’apparato radicale della pianta. Allo stesso modo, l’irrigazione con acque di pozzo contaminate con perclorato può contribuire al suo accumulo nella pianta.

 

Beniamino Bonardi

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

 

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