Pellicola protettiva dall’uovo per frutta e verdura: a partire dai prodotti scartati dall’industria alimentare per conservare senza plastica
Pellicola protettiva dall’uovo per frutta e verdura: a partire dai prodotti scartati dall’industria alimentare per conservare senza plastica
Agnese Codignola 19 Giugno 2020Le uova che di solito vengono scartate dall’industria per vari motivi potrebbero presto trovare una nuova collocazione: diventare una pellicola liquida da utilizzare al posto della plastica per proteggere frutta e verdura. I ricercatori della Rice University hanno infatti realizzato un rivestimento che presenta molte caratteristiche ottimali, e che permette di ridurre sensibilmente lo spreco di questo alimento, della frutta e della plastica protettiva.
La ricetta, riportata sulla rivista Advanced Materials, è semplice: per la maggior parte consiste in bianco e rosso d’uovo, con un pizzico di curcumina come antimicrobico, un po’ di cellulosa in dimensione nano per conferire la necessaria consistenza e per costituire una barriera anti-acqua, e con una goccia di glicerolo per avere un’elasticità ottimale.
Con questa pellicola in soluzione sono stati trattati diversi tipi di frutti tra i quali le fragole, gli avocadi, le banane e altri, e il risultato è stato più che soddisfacente. Il rivestimento ha protetto i frutti e ne ha mantenuto intatta la freschezza molto più a lungo rispetto ai frutti di controllo, non trattati. In più i test di compressione hanno mostrato che i frutti protetti diventano più resistenti allo schiacciamento, e i test sulla disidratazione che quest’ultima viene ritardata, così come vengono diminuite le contaminazioni batteriche. Inoltre il rivestimento, che è perfettamente edibile, è impermeabile all’acqua ma, se sottoposto ad acqua corrente per due minuti, viene totalmente sciolto ed eliminato senza lasciare tracce di sostanze indesiderate.
I ricercatori stanno continuando a perfezionare la formula sperimentando aggiunte diverse, ma sempre partendo dalle uova, e il motivo è chiaro: solo negli Stati Uniti ogni anno si producono sette miliardi di uova, il 3% delle quali viene buttato via. Il che significa che ogni anno se ne buttano più di 200 milioni. Duecento milioni di uova che potrebbero essere riutilizzate al posto di derivati della plastica per conservare meglio frutta e verdura (che non finirebbero quindi a loro volta buttate), con un rivestimento che si può mangiare e di cui, in caso si preferisca toglierlo, non resterebbe traccia.
© Riproduzione riservata. Foto: Rice University
Giornalista scientifica
Parlando di cose che conosco vorrei dire che tanti tipi di frutta e verdura riceveranno da tutti questi sforzi di aumentarne la “”conservabilità”” ( gli scaffali si conservano bene senza aiuti) solo un miglioramento estetico ma poi i consumatori mangeranno dei pastoni scadenti, anche se provenienti magari da posti esotici incantevoli dall’altra parte del mondo.
L’immagine relativa alla banana sbucciata mostra una ammaccatura importante perchè i frutti invecchiando prendono delle macchie scure rotonde , che sono i pori della buccia che si ossidano, simili al mantello dei leopardi e curiosamente sono dette “tigrate”…..ma .la polpa dei frutti in buono stato anche dopo 15 giorni sono commestibili e dolcissimi anche con la buccia completamente annerita , purchè non siano mai conservate a temperature da frigorifero.
Mangiamo pure la papaya dalle Hawaii arrivata per via aerea rivestita secondo questi moderni materiali e mandiamo in malora le nostre storiche frutte locali a km zero o quasi.
Ci credo che poi la gente non mangia frutta oppure deve trattarla con zucchero o altri aromatizzatori per renderla commestibile.
prendo spunto dall’esempio della banana: ma perche’ quest’ultima non dovrebbe essere conservata in frigo per mantenersi il piu’ a lungo possibile in buona consistenza, quando quelle tenute al di fuori diventano presto molli e annerite dentro? in frigo, le preferisco molto di piu’.
Essendo frutti molto delicati le banane in maturità danno ciò che hanno ricevuto durante la loro esistenza, vale a dire che se in qualche fase della loro vita movimentata subiscono traumi , sbalzi di temperatura e urti fisici, allora si otterranno frutti molli e di gusto scadente frigo o non frigo.
Durante il trasporto e la maturazione i frutti non vanno mai sotto 11-13 °c e se trattate bene e delicatamente rimangono sode e ottime anche fuori basta che siano ben asciutte , l’umidità del frigo facilita muffe e marciumi più del calore esterno.
Sinceramente non vedo una soluzione così rivoluzionaria, personalmente non mangerei un frutto così trattato senza lavarlo e due minuti sotto l’acqua corrente quanti litri d’acqua sono? E se c’è un così imponente scarto di uova forse andrebbe rivista la filiera e ridotta la produzione.
Ridurre la produzione di uova perché ne vengono scartate il 3%??? Riducendo la produzione, ne verranno comunque scartate il 3%, che andrebbero buttate via, e se gli Stati Uniti producono ogni anno 7 miliardi di uova, non vuol dire che lo fanno per buttarle via, vuol dire che il mercato ne richiede quella quantità.
Una pellicola di questo tipo sarebbe perfetta per la frutta di cui non si mangia la buccia, l’esempio perfetto è la banana.
Tra l’altro è un frutto che non va mai assolutamente messo in frigo in quanto il freddo inibisce la formazione dell’aroma durante la maturazione e inoltre aumenta la produzione di etilene, per cui in frigo oltre a perdere gusto dureranno meno che a temperatura ambiente.
La pellicola sarebbe adattissima anche per la frutta e le verdure che si possono lavare strofinandole delicatamente con le mani, come mele, pesche, pomidoro (anche loro mai in frigo, perché perdono profumo e gusto) eliminando quindi completamente l’uovo.
Ma la vedo problematica su frutti delicati come le fragole, che tutt’a più si possono sciacquare brevemente in acqua fredda e quindi la pellicola resterebbe intatta e dopo giorni in esposizione sugli scaffali difficilmente sarà abbastanza pulita da ingerirla con tranquillità.