Altroconsumo pubblica sul numero di dicembre un servizio e un test sul panettone che esamina 18 marche. La prova in laboratorio ha preso in considerazione valori relativi alla presenza di uvetta burro e canditi, mentre per quanto riguarda il giudizio sensoriale la rivista si è affidata a un gruppo di pasticceri professionisti e a un centinaio di consumatori che hanno utilizzato occhi, naso e palato per dare il proprio parere. La rivista ricorda che il panettone quando viene tagliato deve risultare morbido e soffice, non avere difetti (buchi nella pasta e fondo bruciacchiato), mentre gli alveoli all’interno devono essere grandi e soprattutto non omogenei. Il gusto e l’aroma dovrebbero essere caratteristici delle paste acide lievitate. A volte l’eccessiva cottura rende la parte esterna amara, e la scarsa qualità dell’uvetta può risultare troppo acida.
Nella tabella elenchiamo i dolci di Natale più venduti sul mercato che hanno meritato un giudizio complessivo “buono” posizionati in cima alla classifica di Altroconsumo. La rivista segnala anche i panettoni Muzi Tommaso e Fiasconaro come dolci di Natale con un buon giudizio.
Come si può notare i prezzi variano molto a fronte di piccole differenze nel punteggio. Si passa da 3,30 € circa del panettone Carrefour ai circa 14,00 € per Le Tre Marie e Vergani. È importante ricordare che, quando si parla di panettoni, il sottocosto e del prezzo civetta sono prassi abituale per la determinazione del prezzo che viene definito in modo indipendente dalla qualità del prodotto e dal costo di produzione.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Se la prova è stata fatta con rigore,e non ho ragioni per pensare il contrario,dimostra come un disciplinare bene fatto e controllato mette in condizioni anche l’industria di fare un prodotto eccellente.
La sostanziale parità di punteggio tra Carrefour e il famoso pasticciere fà riflettere.
Non so nemmeno come si possa paragonare un prodotto industriale a uno di pasticceria.
Le due classifiche dovrebbero essere distinte.
Ma anche no visto che il Panettone deve rispettare un disciplinare preciso.
In ogni caso ci sono 2 follie opposte: pagare un panettone 3,5 euro o 35 euro. Non ha senso.
Non meno di 12 e non più di 20, perché il disciplinare è rigido e la differenza può essere data solo dalla qualità e dal prezzo delle materie prime.
invece secondo me si può e si deve.Dietro la dicitura Artigianale e/o l’altisonaza del nomedel produttore spesso si nasconde un prodotto identico se non inferiore all’industria.
Se la prova è stata fatta alla “cieca” è legittomo paragonare tutto cio che è in commercio.
Nel caso dei panettoni poi c’è un disciplinare uguale per tutti,almeno se lo si tichiama panettone.
La differenza la fà solo la qualità degli ingerdienti.
Morale: diffidare dell’industria leggendo gli ingredienti,ma verificare anche i prodotti artigianali o presunti tali,specialmente quando a fronte del NOME si richiede un prezzo alto che, a quanto pare non è giustificato
Come mai da un vostro precedente foglio dove riportate il test di Altroconsumo i panettoni a marchio Coop e Esselunga sono forniti entrambi da Maina e dati i tempi di lavorazione non hanno sostanziali differenze.
La lavorazione dei due panettoni è identica così come i tempi di lievitazione , cambia però un po’ la ricetta ma soprattutto la forma uno è basso l’altro è alto. È come se dallo stesso impasto di pane forma due tipologie diverse modificando qualche ingrediente secondario.
Faccio notare che però solo Vergani non contiene emulsionanti mono e digliceridi degli acidi grassi mentre gli altri li hanno.