panettone
Il panettone è un prodotto difficile da inquadrare in base al prezzo poiché ha la funzione di prodotto civetta

Come ogni anno e con largo anticipo rispetto all’inizio delle festività, compare sugli scaffali il classico dolce natalizio: il panettone. Ormai ne esistono diverse varianti: senza canditi, bassi, alla frutta disidrata, con le gocce di cioccolato ecc… questo perché il disciplinare che regola la ricetta consente un esagerato numero di varianti. Come abbiamo visto, esiste una ricetta che prevede ingredienti specifici: farina, burro, uvette, canditi… Perché, allora, la qualità e il sapore cambiano? Dipende dal procedimento e dalle tecniche che ciascuna azienda utilizza: dal tipo lievito e dai tempi di lievitazione, dalla quantità di burro e uvette e dalle modalità di raffreddamento. Tutti questi elementi però non trovano un coerente riscontro sul prezzo, che segue logiche  di marketing  completamente diverse, tranne rare eccezioni.

Il panettone viene da sempre considerato un prodotto civetta per le catene dei supemercati, venduto a prezzi stracciati per attrarre clienti che riempiranno il carrello con abbondanti spese tipiche dei giorni di festa. Per questo motivo le differenze di prezzo oscillano da 3,5 a 13 euro al Kg senza una reale correlazione tra costo e qualità effettiva. Come scegliere, quindi?

panettone
Il panettone  con il marchio del supermercato sono più economici

Per prima cosa consideriamo che esistono diverse categorie: il top di gamma, come le Tre Marie, non subisce il deprezzamento del marketing, mentre le grandi marche  come Maina, Balocco, Paluani… hanno un prezzo intermedio (8-9 €/kg), che i supermercati presentano spesso in offerta a 4-5. Ci sono poi i prodotti delle insegne: Esselunga, Carrefour, Pam, Coop – per citarne alcuni – che propongono il loro panettone a prezzi ancora più bassi, 3-4 €/kg (venduti in offerta anche a 2,5!). Guardando però attentamente le etichette si scopre che i dolci sono stati prodotti dalle stesse grandi aziende del settore. Per esempio Maina produce per Coop, Balocco per Carrefour, Borsari per PAM. Capire quali sono le differenze tra il panettone Maina e quello Coop  o Esselunga non è facile. Può variare la quantità di alcuni ingredienti di pregio o addirittura la loro provenienza, ma le differenze non possono essere esagerate anche volendo ipotizzare  qualche differenza del processo produttivo. Stabilire la qualità del panettone industriale leggendo la lista degli ingredienti  – un dolce disciplinato da un regolamento e di per sé “pregiato” realizzato con materia prima di qualità – non è semplice, perché la sofficità, l’aroma e il gusto vanno poi valutati nel piatto. Possiamo basarci sulla quantità di burro, di uvette e canditi indicati in etichetta, ma non sarà il prezzo a dirci quanto è buono il panettone scelto.

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Massimiliano
Massimiliano
14 Dicembre 2016 16:19

Dal punto di vista del processo (macchine principalmente), non credo sia differente, anche perché aumentando i volumi producendo i prodotti a marchio di terzi si possono saturare le linee produttive e ridurre l’incidenza dei costi fissi (ad esempio gli ammortamenti dei macchinari) con beneficio per i prodotti di alta gamma.
Quello che credo cambi siano principalmente gli ingredienti. La mancanza di pubblicità caricata sul costo del prodotto a marchio terzi giustifica solo parzialmente la differenza di prezzo tra i prodotti.
Il consumatore deve solo capire (non facile) se pagare di meno un prodotto in teoria con una qualità inferiore o, visto il consumo sporadico (solo sotto Natale), pagare qualcosa in più per un prodotto migliore (?).

Gianni Fderici
Gianni Fderici
16 Dicembre 2016 10:20

Nelle Marche, i panettoni a marchio coop sono venduti a 2,50 euro e 4,5 euro (linea Fior Fiore),sia il pandoro che quello classico. In etichetta è scritto che sono prodotti dalla Paluani e non da Maina…..come mai?

Massimiliano
Massimiliano
Reply to  Gianni Fderici
16 Dicembre 2016 11:34

Probabilmente COOP ha più fornitori di panettoni e quindi potresti avere, a parità di imballaggio, diversi produttori.
Le forniture multiple per uno stesso prodotto garantiscono maggior flessibilità ed anche una maggior concorrenza tra fornitori e prezzi migliori per il committente/COOP con il risultato di aumentare i margini.

Antonio
Antonio
17 Dicembre 2016 20:31

Vorrei fare notare che Tre Marie, panettone e pandoro, quest’anno hanno un prezzo leggermente inferiore , 9.90 € rispetto agli 11.90 degli anni precedenti..piccola sorpresa però: la grammatura è passata da 1 kilo a 750grammi.

Roberto La Pira
Reply to  Antonio
18 Dicembre 2016 14:43

A noi risulta che sia ancora 1 kg

Antonio
Antonio
Reply to  Antonio
18 Dicembre 2016 19:32

Allora la versione in astuccio di cartone, quella più venduta peraltro, ha cambiato grammatura passando da 1 kilo a 750 grammi con prezzo a 9.90€. Esiste poi la versione da un kilo, incartata, a 13.90€ . Infine esiste una terza versione , “tre libbre milanesi”,da 1120 grammi, in astuccio di cartone, a circa 14.90 €

ezio
ezio
18 Dicembre 2016 11:24

Per la GDO sarebbe molto più serio esporre il prezzo di listino ed offrire uno sconto-premio natalizio per i clienti.
Come hanno sempre fatto i negozianti con i propri clienti.
Non svaluterebbero il prodotto, dimostrando anche maggiore trasparenza e correttezza anche nei confronti dei loro fornitori presenti con il proprio marchio.
Come si può vendere un panettone classico anche a 3-4 Euro, con a fianco una marca a 10-14 Euro, con la stessa ricetta e magari dello stesso produttore?
E’ come evidenziare un furto e chissà cosa c’è nel panettone a prezzo stracciato, perché la differenza non è certo l’artigianalità della produzione di queste referenze di grande produzione industriale.