Il packaging ecologico è considerato uno degli aspetti principali che contribuiscono a definire la sostenibilità di un prodotto alimentare, il secondo per importanza dopo i metodi di produzione. È ritenuto anche più rilevante della filiera e dell’origine delle materie prime, nonché della responsabilità etica e sociale. Questo è quanto risulta dai dati di un sondaggio condotto per l’ultima edizione dell’Osservatorio packaging del largo consumo della società di consulenza Nomisma. È sempre più importante, quindi, per le aziende che vogliono dimostrare il loro impegno nella salvaguardia dell’ambiente, offrire prodotti con confezioni sostenibili e, tra le soluzioni più ecologiche, spicca il pack compostabile, cioè riciciclabile insieme ai rifiuti umidi.
Si tratta però di una scelta che richiede grandi investimenti da parte delle imprese, visto che per realizzarla devono essere sviluppati materiali che, pur decomponendosi come gli scarti alimentari, siano in grado, finché i pacchi sono chiusi, di proteggere il cibo dalla naturale degradazione, mantenendo gli stessi tempi di conservazione che avevano con le ‘vecchie’ confezioni. Sono molti i marchi che hanno affrontato questa sfida, in particolare per le linee di prodotto rivolte a un pubblico più attento alle tematiche ambientali, come quelle del mondo biologico. Lo ha fatto per esempio la catena della grande distribuzione Esselunga su tutta la frutta e verdura della sua marca Bio, oltreché sui prodotti da forno. Analoga scelta ha caratterizzato i pack della verdura surgelata biologica Orogel, ma anche la gamma di prodotti Natura Ricca di Misura. In altri casi è invece stato modificato in questo senso il packaging di alimenti ‘classici’, come lo Stracchino di Nonno Nanni, la pasta Agnesi, o il gelato Carte D’Or.
Ora è entrata nel novero anche una pasta fresca. A produrla è Fontaneto, un’impresa della provincia di Novara. La novità, al momento introdotta solo su due formati (ravioli del plin e agnolotti piemontesi), rappresenta un significativo passo avanti per lo sviluppo delle confezioni compostabili. L’obiettivo era infatti particolarmente complesso da realizzare, perché occorreva creare una barriera all’ossigeno e all’umidità capace di conservare per circa 50 giorni una pasta fresca ripiena. Tale barriera doveva essere nello stesso tempo anche trasparente e non doveva perdere le sue caratteristiche alle diverse temperature di frigo, freezer o a temperatura ambiente.
A riuscirci è stato un team di imprese specializzate in questo settore (Novamont, Gualapack, Ilip e, per l’etichetta, Gruppo Poligrafico Tiberino) che hanno lavorato al progetto per oltre due anni, a partire da fine 2019. È stato così creato un pack compostabile multicomponente certificato Ok Compost da Tuv Austria. La nuova confezione è realizzata con materie prime di origine rinnovabile e, una volta conferita nella raccolta differenziata dei rifiuti di cucina, contribuirà alla produzione di compost, in grado di riportare fertilità nei suoli e, quindi, alla riduzione dell’emissione di gas climalteranti nell’atmosfera.
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