In Francia alla fine di giugno i prodotti alimentari contaminati da ossido di etilene (disinfettante cancerogeno vietato in Europa), non sono stati più ritirati dagli scaffali dei supermercati. La questione è abbastanza curiosa, perché nei mesi precedenti i francesi avevano proceduto al richiamo e al ritiro dal mercato di migliaia di prodotti contaminati (*). In Italia Il Fatto Alimentare ne ha segnalati poco più di 250 pubblicati dal ministero della Salute e dalle catene di supermercati, ma potrebbero essere più numerosi.
La sospensione dei richiami in Francia è avvenuta in seguito a una sottile questione giuridica di cui hanno approfittato alcuni Paesi. Molti prodotti, infatti, contengono quantità davvero minime di ossido di etilene, proveniente dalla contaminazione di additivi o ingredienti aggiunti in piccole quantità. Il caso più eclatante è quello dei gelati che per mantenere la struttura sono additivati con farina di semi di carrube (E 410). Il problema è che, ahimè, questo addensante risulta spesso contaminato da ossido di etilene. Stiamo parlando di quantità minime che gli stessi laboratori fanno fatica a rilevare sul prodotto finito. Il discorso del gelato si può estendere anche ad altre categorie merceologiche dove non è l’additivo ad essere contaminato, ma il conservante aggiunto all’additivo.
In questo contesto, a fine giugno, il sindacato Solidaires CCRF & SCL dei servizi di repressione delle frodi ha avvertito che “sono state sospese le procedure di richiamo per i prodotti finiti contenenti farina di semi di carrube”. Il motivo di questa svolta? Tutto ciò è potuto accadere grazie a una persistente vaghezza giuridica in Europa sulle soglie minime da considerare per richiamare i prodotti trasformati che contengono un solo ingrediente contaminato. Per questa ragione, anche la Germania e il Belgio avevano deciso di non procedere con i richiami.
A seguito dell’allerta lanciata al grande pubblico da questo sindacato e delle pressioni esercitate dall’ONG Foodwatch sulla Commissione Europea, quest’ultima si è finalmente pronunciata, dicendo che: “nessun livello di esposizione all’ossido di etilene può essere definito sicuro per consumatori” e “per questo i prodotti che contengono farina di semi di carrube o altri additivi contaminati con ossido di etilene “devono essere” ritirati dal mercato europeo”.
Anche se ad alcuni potrebbe sembrare scontato, la Commissione Europea ha preso una decisione molto chiara dopo tre incontri con gli Stati membri e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Si è giunti così alla decisione univoca presa venerdì 16 luglio, di non ammettere eccezioni e di continuare a ritirare anche se la presenza di ossido di etilene nel prodotto finito risulta minima. Tutti gli alimenti contaminati devono quindi essere ritirati dal mercato.
(*) La lista completa si trova sul sito francese della Répressione delle frodi (DGCCRF).
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
E’ cosa buona e giusta.
Tutti gli alimenti artefatti industrialmente contengono componenti chimici per addensare, conservare, aromatizzare.
Alla fine una bella bistecca bovina scottata su plancia , è l alimento più genuino
Un saluto a tutti