Una persona prende una bottiglia di olio di oliva dallo scaffale di un supermercato; concept: extravergine

I prezzi dell’olio extravergine sono schizzati alle stelle ed è ormai normale pagare 10 euro al litro. I motivi sono diversi. Fra i più importanti ricordiamo la scarsità del raccolto in Italia, in Spagna e l’assenza di scorte. Eppure in alcuni supermercati si trova olio extravergine di origine comunitaria a 8,65 euro/litro (6,49 euro a bottiglia da 750 ml). Com’è possibile? Un articolo pubblicato su Teatro Naturale pochi giorni fa spiega l’arcano.

“Si tratta di un prezzo incompatibile con olio extravergine di oliva della nuova campagna olearia – scrive il dirette di Teatro Naturale Alberto Grimelli – visto che  le quotazioni all’ingrosso non sono praticamente scese sotto gli 8 euro/kg”. Ma allora si tratta di olio taroccato?  “Non necessariamente – continua Grimelli – bisogna controllare attentamente la data di scadenza dell’olio extravergine che si acquista. Molto spesso, le bottiglie con offerte clamorose hanno una scadenza (tmc) molto breve, da aprile a giugno 2024. Quindi si tratta di miscele di oli comunitari della campagna olearia 2022/2023, ovvero dell’anno passato. Si tratta di un prezzo assolutamente in linea con quelli all’ingrosso dell’epoca che avevano una quotazione media di 5-5,5 euro/kg”. Quindi non si tratta di una  frode, ma una furbata commerciale di alcune catene di supermercati che cercano di fare credere ai consumatori di risparmiare.

Il supermercato che vende olio vecchio a 6,49 euro a bottiglia ha una marginalità del 20% che non riesce ad ottenere con l’olio nuovo ricavato da olive raccolte nella campagna 2023. Il supermercato quindi vende olio vecchio, guadagnandoci più che con l’extravergine di oliva nuovo, e propone lo schema del prodotto civetta che attira sempre molti consumatori.

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Jeppetto
Jeppetto
25 Gennaio 2024 20:56

Chiamala “furbata commerciale”… ​​

Carla
Carla
4 Febbraio 2024 09:55

Per come la vedo io non è solo una furbata commerciale, ma è anche un buon metodo per non sprecare un olio extravergine che può essere ancora consumato senza far male al consumatore con un certo risparmio per l’acquirente, se poi il supermercato ha pure un margine di guadagno magari questo 20%viene utilizzato per le spese di gestione del supermercato stesso.

Giuseppe
Giuseppe
Reply to  Carla
13 Febbraio 2024 09:11

Sarebbe cosi’ se venisse correttamente esposto al cliente che, una volta informato, poi e’ libero di scegliere, altrimenti rimane un escamotage per svuotare il magazzino

Maurizio
Maurizio
Reply to  Giuseppe
13 Febbraio 2024 18:11

Si, ma se lo informi ,facile resta sullo scaffale, non perché fa male, ma per la diffusa paura irrazionale figlia di una vasta e refrattaria ignoranza sugli alimentari.

Giovanni Fanciulli
Giovanni Fanciulli
4 Febbraio 2024 20:38

Sono di Imperia e non sono un commerciante di olio. Seguo l’olio d’oliva da molti anni e dove compro io, sempre dallo stesso frantoio, ho l’abitudine di farlo analizzare solo per acidità e perossido.
Ad Imperia consideriamo per l’olio extra vergine la massima acidità 0,5 e perossidi 20. Quest’anno 2023 l’acidità è risultata 0,25 ed i perossidi 9,5 (poco più alti rispetto ad anni senza siccità.
Io sono convinto che nell’olio extra vergine venduto quest’anno sotto gli 11/12 € al litro vi sia mischiata una piccola percentuale di olio dell’anno scorso.

galiazzo
galiazzo
13 Febbraio 2024 12:46

ottimo articolo che spiega bene il fenomeno! bisogna fare sempre attenzione alle date di scadenza (e di produzione)
magari conoscere fa anche risparmiare.