Nei supermercati si trovano bottiglie di olio extravergine d’oliva 100% italiano a 8,99-9,99 euro al litro, mentre nei frantoi è difficile scendere sotto i 12 euro, con punte di 18-20 euro nelle aree più vocate. Ma come si spiegano queste differenze? Negli ultimi anni i costi di produzione per gli olivicoltori sono aumentati del 30-40%, e in certi casi anche del 60-70% (per esempio per l’irrigazione). Di conseguenza, al Sud i prezzi al frantoio oscillano tra 10 e 12 euro al litro, mentre al Centro-Nord si arriva facilmente a 15-18 euro, soprattutto in Toscana, Umbria e Liguria.
Al supermercato la dinamica è diversa: gli imbottigliatori acquistano grandi quantità e possono ottenere quotazioni più vantaggiose all’ingrosso, che negli ultimi mesi sono state tra 7,2 e 7,9 euro al litro, a cui si aggiungono circa 3 euro per costi di distribuzione e margini. Il risultato sono i prezzi al dettaglio intorno ai 10 euro, che possono scendere ulteriormente grazie a sconti e promozioni, ormai l’80% delle vendite nella GDO.
Extravergine più conveniente per davvero?
Ma un prezzo più basso non sempre è sinonimo di convenienza reale. È importante guardare l’etichetta, e in particolare la campagna di produzione: per il nuovo raccolto è la 2025/26. Come spiega Alberto Grimelli, direttore di Teatro Naturale, “se sulla bottiglia troviamo scritto campagna 2024/2025 sapremo che è olio vecchio. Se poi l’indicazione è del tutto assente è perché l’olio in questione è un blend di più annate”. E aggiunge che un extravergine dell’anno precedente, pur restando entro i limiti di legge, “ha perso freschezza, amaro e piccante, e può già mostrare i primi segni di ossidazione”.
Comprare al frantoio, invece, offre la possibilità di assaggiare l’olio prima dell’acquisto e scegliere quello più adatto ai propri gusti. È anche un modo per sostenere i produttori locali, a patto che le bottiglie o le lattine siano correttamente etichettate e accompagnate da scontrino o fattura, garanzia di serietà. In sintesi, la vera domanda è: vogliamo solo risparmiare o preferiamo un extravergine fresco, profumato e duraturo, capace di raccontare la nuova stagione olearia?
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare



Oltre i 10 euro è un furto. Ma chi è che spende quei soldi per dell’ olio??? A qua siamo tutti impazziti!
A pagina https://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/648 trova le ultime quotazioni dell’olio d’oliva a cura dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo ed Alimentare, l’organismo che in Italia svolge l’attività di rilevazione dei prezzi dei prodotti agricoli su mandato del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Prezzi al kg per prodotto sfuso franco azienda di produzione, a cui deve aggiungere, per stare stretti, i costi della logistica fino all’imbottigliatore, quelli dell’imbottigliamento e confezionamento, della logistica fino al cliente, quelli dell’iva, costi commerciali e magari un margine per di diversi operatori coinvolti.
Sopsetto che la sua idea che i ricavi gli agricoltori e delle altre figure a valle non debbano coprire i loro costi di produzione non la farà entrare tra i candidati al premio Nobel per l’economia.
Non ho detto questo. Per me quel prodotto non vale quel prezzo. Quindi , fosse per me, possiamo anche togliere tutti gli ulivi.
Dovresti provare a raccogliere le olive.100% che cambieresti idea
Ecco la persona che crede che l’olio caschi dal cielo e basta aprire il rubinetto per averlo. Fuori dalla realtà.
consiglio a Federico di parlare con dei produttori di olio evo, magari più di uno, e si renderà conto di quali spese debbano sostenere per ottenere e vendere il loro prodotto.
Ma anche di più ne spendo, il frantoio è una garanzia di qualità
Però si fa l’aperitivo a 15€…
Anche 20….solo che io sono quello che li vende non li consumo.
Xchi dice che è un furto l’olio extravergine evidentemente non sa quello che dice..da piccolissimo produttore lo invito da noi solo un giorno per la raccolta ..tutto quello che raccoglie glielo regalo poi lo porta in frantoio e vediamo cosa gli esce..si paga il frantoio.. a la sera fine raccolto compresa grigliata, con polenta e soppressa. Poi mi dirà lui un giusto costo…
Quanta poesia nel passaggio evocativo “capace di raccontare la nuova stagione olearia”
Mi fa venire l’orticaria.
Chi scrive evidentemente può permettersi i prezzi del frantoio. Peccato che tantissime famiglie non abbiano la stessa fortuna e potere d’acquisto. L’olio del supermercato non avrà le proprietà organolettiche migliori ma almeno ha un prezzo alla portata dell’attuale classe media.
Questa narrativa usata per parlare di alcuni prodotti alimentari è così irritante.
Fa leva sul senso di colpa dei consumatori con un potere d’acquisto ridotto.
Dovremmo comprare solo prodotti di qualità eccelsa, da produttori locali, da botteghe del gusto. E con quali soldi?
Meno male che c’è il supermercato con le sue offerte speciali, sennò sarebbe davvero un problema fare la spesa.
Facendo a meno di un paio di aperitivi al mese avresti un olio genuino
Io sono cresciuto in campagna. Ricordo ancora che a inizio anni ’80 c’era un nostro confinante che vendeva vino genuino del contadino. Che comprava alla cantina sociale…
Quindi, in una famiglia in cui marito e moglie lavorano per un totale netto di 2600€ al mese (che è la media nazionale dei redditi), il problema per cui non possono permettersi cibo di qualità sono i troppi aperitivi?
Oltre 10 € non e un furto ma una scelta di dare importanza o meno a ciò che ci gratifica sia cibo vacanza divertimento o altro. Il problema e ‘ come tutelare noi consumatori e salvare i produttori seri ed onesti. C e troppa disinformazione e troppa leggerezza che muovono interessi molto altri di operatori disonesti
https://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/46360-quanto-costa-l-olio-di-oliva-al-produttore-minimo-9-euro-al-chilo-ed–pure-poco.htm Su “Teatro naturale” un articolo fresco fresco su quanto costa l’olio di oliva al produttore.
“l costo di produzione di un chilo di olio varia da 8,87 a 10,31 euro/kg.
Dal costo di produzione sono esclusi i costi per filtrazione/travasi e le perdite per morchia (2-4%). Evidente che il prezzo di 9 euro/kg, oggi, pare quello minimo, appena sufficiente a coprire i costi”.
Dei costi di produzione, quanti sono coperti da fondi europei?
Non ho contestato i costi. Per me QUEL PRODOTTO non vale QUEL prezzo. È un problema di valore, che non c’ entra nulla col costo .
L’articolo dice di guardare l’annata di produzione, ma su quante bottiglie è riportata? quasi mai!! Forse solo sui DOP … Come si fa allora a capire se è olio “vecchio”?
L’indicazione dell’annata è obbligatoria solo per l’olio extravergine di oliva o per l’olio vergine d’oliva solo se il 100% del raccolto proviene dalla stessa campagna di raccolta, quindi fa parte della stessa annata. L’indicazione dell’anno di raccolta non si applica agli oli di oliva prodotti in un altro Stato membro dell’Unione Europea. Quindi se non è indicato può voler dire che l’olio non è 100% italiano.
Cogliendo una lieve assonanza tra la faccenda della carne scaduta rimessa in commercio dopo lavorazioni varie e la disponibilità di olio extra vergine di oliva in (s)vendita nei supermercati della grande distribuzione a 4,99-4,5 euro al litro, domando se quell’olio venduto a quel prezzo di svendita è o non è idoneo al consumo umano. Credo che sia questa la domanda a cui vada data risposta. Ogni produttore/commerciante ha la possibilità di proporre un proprio prezzo. Non dovrebbe essere permesso invece di commercializzare schifezze inidonee al consumo umano quindi l’olio del supermercato (s)venduto a quel prezzo dimostra che non dovrebbe essere salutare metterlo in tavola e consumarlo quotidianamente?
L’olio venduto sottocosto è sempre commestibile, a volte può avere dei difetti organolettici ma questo accade anche quando non è venuto in promozione. Non farei un paragone con la questione della carne scaduta
Io acquisto in frantoio da 25 anni.
Acquisto solo in casi particolari e sempre olio extravergine di oliva italiano(spero sempre che sia italiano)