Quasi l’80% degli italiani preferisce e usa l’olio extravergine di oliva. È questo il dato più saliente che emerge da un’indagine firmata Cawi-Ismea, condotta su 2.500 nuclei familiari rappresentativi dei consumatori. L’olio di oliva raffinato è invece scelto da quasi il 10% del campione mentre, mentre solo una quota pari allo 0,2% sceglie l’olio di sansa di oliva.
La maggior parte delle vendite avviene nella grande distribuzione (84%) e solo il 16% transita negli altri canali compresa la vendita diretta in azienda. Il trend è stato presentato in occasione di “OlioE20”, ciclo di eventi dedicato all’extravergine italiano con cooking show condotti dal Gambero Rosso per la campagna di promozione sul settore olivicolo-oleario, promossa dal ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo-alimentare (Ismea). Dall’analisi emerge che l’olio extravergine monovarietale è acquistato dall’1,6%, le bottiglie Dop/Igp dal 2,4% mentre quello biologico arriva al 6,8%.
Purtroppo la ricerca non dice nulla sul problema del prezzo dell’olio. L’extravergine viene presentato spesso come offerta speciale nei volantini distribuiti dalle catene della grande distribuzione a prezzi che sovente sono inferiori ai tre euro al litro (ne abbiamo parlato qui). Ci sono stati casi dove si è raggiunto la quotazione record di 2,69 euro/litro, che corrispondono a poco più di due litri di latte fresco di alta qualità di marca.
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